“Operazione Medusa – La battaglia cruciale della guerra in Afghanistan” un perfetto diario della operazione militare più importante nella guerra al terrorismo.
Ho letto Operazione Medusa, un romanzo di guerra che in realtà è una sorta di diario del capitano Rusty Bradley che, pagina dopo pagina, racconta la sua esperienza sul campo di battaglia, in quella che viene definita l’operazione militare più importante della NATO nella guerra al terrorismo organizzato talebano.
Devo fare una doverosa precisazione, i libri di guerra non sono per niente il mio genere letterario, come i film del resto, e forse è proprio per questo che la lettura è stata difficoltosa e lenta. Succede raramente che ci metta più di un paio di settimane a leggere un libro e questa è stata una di quelle rare occasioni in cui le pagine facevano fatica a girare velocemente una dopo l’altra.
In realtà, però, subito dopo aver chiuso l’ultima pagina, ho scritto al nostro capo redattore ringraziando di avermi assegnato questa lettura.
Ma quindi? Dirai tu.
E’ stata una lettura pesante, ma alla fine sei stato contento di farla?
“Operazione Medusa” ti è piaciuto o no?
SÌ, posso dire che alla fine mi è piaciuto.
Non per le descrizioni in stile radiocronaca dei momenti di battaglia, non per la tensione con cui il racconto del dramma della guerra, molto ben scritto, ti trascina davvero sul fronte tra imboscate, granate, razzi, missili, apache e bombe a mano e nemmeno per la ricostruzione storica comunque utilissima per approfondire un tema attuale e tremendamente contemporaneo.
Il libro mi è piaciuto per l’aspetto umano dei protagonisti. I soldati che vanno a rischiare la vita per difendere la propria patria e lasciano davvero a casa tutti gli affetti senza avere la certezza di poter ancora una volta riabbracciarli. Tutto questo, dal mio punto di vista, rende onore agli uomini, che prima di essere soldati sono appunto Uomini con la U maiuscola.
Bradley, con l’aiuto di Maurer, è bravissimo nel creare una sorta di empatia con il lettore. Se è vero che dalle pagine del suo diario si ricostruiscono battaglie e attimi di guerra davvero truce, è altrettanto vero che non si può fare a meno di affezionarsi ai componenti della squadra delle forze speciali e alle loro storie. Il capitano Bradley, sopratutto nelle pagine finali del libro, diventa agli occhi del lettore, così è stato per me, un amico. Un uomo da ammirare, da stimare. Un uomo comune che fa il militare e che ha il coraggio di affrontare il destino a viso aperto.
Un uomo che fa la guerra.
E basterebbe questo per puntargli il dito contro, invece, grazie alla sua capacità di mettere per iscritto le sue emozioni, i suoi sentimenti e le sue fragilità a me è venuta una grande voglia di abbracciarlo e di mettergli al petto la mia ideale medaglia al valore di essere una persona vera.
“Operazione Medusa” è un libro scritto non per essere un romanzo da Pulitzer, ma per tramandare e informare il lettore sulla delicata missione militare del 2006 in Afghanistan, missione con il compito di costruire e non di distruggere, missione con il compito di liberare i cittadini afgani dai Talebani e con l’obiettivo di creare integrazione tra i soldati NATO e i civili afgani.
E’ un libro che consiglio a chi ha voglia di conoscere e non si accontenta dei fatti raccontati sui libri di scuola. Un libro che consiglio a chi ha voglia di stupirsi davanti alla meravigliosa natura umana e alla capacità di resistere a momenti che neanche la nostra peggiore fantasia possono immaginare.