“Ho questo vizio, signor d’Ambray, provo sentimenti.”
“Sentitevi libera di provare qualsiasi sentimento per chi vorrete, purché rispettiate gli accordi e siate discreta nei miei confronti. La discrezione è tutto.”
Caro iCrewer, oggi ti parlo di Onorevole Proposta, il nuovo romance vittoriano a firma della talentuosa Laura Nottari.
Dopo aver letto Corrispondenza Imperfetta e, ancora prima, Away I la bravura di Laura Nottari non mi stupisce più. Onorevole Proposta, nel suo complesso, non fa altro che confermare il talento di un’autrice che emergente più non è e che, a ogni nuovo romanzo, lascia un’impronta decisa nell’animo del lettore. Ciò non vuole dire che questo libro non abbia pecche. Le ha, come tutti i libri del resto, ma è sostanzialmente uno di quei romanzi che difficilmente si dimenticano.
L’ambientazione vittoriana lascia trasparire in superficie tutta la ricerca storica, molto accurata peraltro, che sottende la stesura del romanzo. I dettagli sono curati, resi con vivida precisione, la descrizione di abiti e ambienti, di edifici e del generale contesto nel quale la narrazione è incasellata è adeguata e precisa. In questo l’autrice è risultata capace di rendere su carta l’atmosfera di una Londra che si avvia alla modernità senza pecche di sorta.
E passiamo proprio alla storia e ai personaggi. Jeremy d’Ambray è un capo ingegnere che progetta locomotive e che, all’improvviso, vede crollare il suo freddo e algido mondo come un castello di carta perfettamente costruito, ma incapace di reggere una bufera. La causa scatenante del crollo è la morte di suo figlio, Conrad, che rappresenta solo l’incipit di tutto. Nella vita di Jeremy piomba all’improvviso Bianca Noyer, cameriera, incinta e con tanto di nipote dodicenne, Maximilian, a seguito. E’ proprio Bianca, nel giro di una manciata di giorni, a rimescolare le carte di quel castello crollato, dando loro una nuova disposizione e una nuova angolatura.
Da un romanzo che inizia con un funerale, cosa ci si può aspettare se non un matrimonio? Un matrimonio, ben inteso, nel senso stretto del termine, come accordo tra due parti che dovrebbero unirsi solo su carta e solo per fare “la cosa giusta”. Ma si sa, i piani non vanno mai come si spera…
Della trama non anticipo nulla, dal momento che gli eventi si susseguono gli uni agli altri intrecciandosi in modo tale che non incappare negli spoiler appare praticamente impossibile. E questo è di sicuro un ulteriore pregio del romanzo, che si sviluppa con una sequenza piena e corposa di eventi, scene e situazioni che vanno ad addensarsi capitolo dopo capitolo, senza dar tregua al lettore.
Mentre mi è stato facile scivolare nella mentalità di Jeremy, nei suoi schemi, nel suo desiderio di ordine e moralità guidato dalla necessità quasi fisica di fare sempre la cosa giusta, il personaggio di Bianca è stato per me più ostico. Mentre di Jeremy risulta comprensibile anche capire cosa lo spinga a cambiare nel corso della narrazione, seppure a mio parere questo aspetto poteva essere maggiormente approfondito, Bianca mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Il personaggio si presenta sin da subito come una donna testarda, orgogliosa, con una dignità che non è disposta a lasciare andare per nulla al mondo. Un’eroina vera e propria, esagerata ma vera, segnata dalla sofferenza, dall’amore e dalla vita. Resta tale per buona parte del libro, certo, ma alla fine, nel momento clou del romanzo, non riesce ad emergere, a sollevare schiena e testa e portare avanti il tratteggio che l’autrice le ha magistralmente donato nella prima parte del libro. Ma, a onor del vero, è stata forse l’intera sequenza a non convincermi del tutto: la “onorevole proposta”, da cui poi prende il titolo il libro (scelta che ho in realtà apprezzato e condiviso) è stata lungamente introdotta, senza poi sfociare in una vera e propria esplosione e scemando in un dopo forse un po’ troppo frettoloso.
I personaggi secondari li ho trovati molto ben caratterizzati: Lady Cecille, madre di Jeremy, è uno dei miei preferiti, con la sua praticità travestita da snobismo, si rivela un appoggio prezioso per Bianca. Ma ritroviamo anche Edith Rovington, personaggio già magistralmente reso dalla Nottari in Corrispondenza Imperfetta, e il suo morto-non morto marito Esmond. Ben resi anche i due antagonisti, le quali intenzioni si intuiscono tra le righe del romanzo, ma vengono svelate solo al momento opportuno.
Ho apprezzato, infine, la scelta di affidare l’epilogo alla narrazione di Maximilian, di cui sono certa sentiremo parlare ancora.
Per quanto riguarda la parte puramente stilistica, ho trovato il lessico adatto e ricercato nella quasi totalità. Pochi i refusi, un verbo errato. Tra i capitoli sette e otto è presente un’incongruenza temporale (l’autrice ha confermato che è stata già modificata), mentre alcuni periodi li ho trovati eccessivamente lunghi e, probabilmente, avrebbero reso in maniera forse più incisiva con l’utilizzo di un minor numero di parole. Abbondante l’utilizzo di virgole e punti e virgola, che in alcuni punti del romanzo rallentano la lettura piuttosto che facilitarla.
Nel complesso, come anticipavo all’inizio, si tratta di un buon romanzo, con una solida struttura di fondo studiata per lasciare il segno. Amarlo o non amarlo è prerogativa del lettore, ma dimenticarlo, in un caso o nell’altro, non è possibile.
L’AUTRICE
Laura Nottari nasce a Roma, nel lontani e bellissimi anni 80. Capisce ben presto che l’immaginazione è il suo forte e tra un disegno e l’altro, una campagna di D&D, le tonnellate di libri e fumetti, a un certo punto trova il coraggio e decide di pubblicare un romanzo tutto suo. Il primo volume del romance medievale Away esce a puntate su Wattpad, prima di essere pubblicato in self. Da quel momento in poi, Laura capisce che scrivere e donare agli altri qualche momento di evasione dalla vita di tutti i giorni è ciò che la rende felice. Adesso, mentre passeggia al parco con i suoi cani, inventa e mette su carta nuove storie e nuovi mondi. Di Laura Nottari potete leggere anche Corrispondenza Imperfetta, edito Dri Editore.
Bellissimo e intenso