Nell’alto dei cieli, racconto di Jessica Verzelletti, è una bella rilettura di uno dei passi biblici più affascinanti e discussi, una rivendicazione della libertà e del libero arbitrio
Leggere il racconto di Jessica, una collega di iCrewPlay Libri, è stato particolare. Anzi, particolare non descrive neanche lontanamente il turbinio di emozioni che ho provato. Ho sempre pensato che leggere un romanzo o, come in questo caso, un racconto di qualcuno sia una cosa molto intima. Anche se si inseriscono personaggi di fantasia e si raccontano vicende inventate, quel che una persona scrive racconta tanto di lei. Immagino perché, almeno quando si scrive, si è sinceri fino in fondo, anche se lo facciamo nascondendoci dietro ai nostri protagonisti o dietro alle tante parole che scriviamo. Ci si mette a nudo e si rivelano tante parti di noi, forse anche inconsciamente. Sarà per questo motivo che l’idea di creare una raccolta di racconti scritti da tutte noi redattrici, Quando il fine non giustifica i mezzi, mi ha affascinata fin da subito. Ero curiosa, lo ammetto. Molto curiosa di scoprire cosa avevano da raccontare le mie colleghe e di scoprire come lo avrebbero fatto. E ognuna di noi ha scelto il genere e l’argomento che più preferiva.
Jessica ha scelto un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, prendendo spunto dal Libro di Isaia (14:12-17). Lucifero, la Stella del Mattino, il tanto celebre Principe delle Tenebre, è il protagonista indiscusso del suo racconto. L’Angelo più splendente del firmamento che si ribella al Padre e ai suoi fratelli, in nome della libertà.
La figura di Lucifero è affascinante di per sé, è un personaggio controverso e per tanti versi disprezzabile, eppure è ammaliante. E’ colui che ha deciso di ribellarsi a Dio, che si rifiutato di inchinarsi davanti all’uomo, così imperfetto, di amarlo più del suo stesso Creatore. Come in Paradise Lost di Milton, anche in questo racconto l’Angelo diventa una sorta di anti-eroe, di ribelle coraggioso, simbolo della libertà di scelta, una scelta che può essere anche sbagliata, ma che è possibile. E in questo, Satana è profondamente umano, pur rimanendo un angelo. La sua caduta non diventa fallimento, ma libertà. E proprio questo aspetto mi ha ricordato anche la figura del Prometheus di Byron e la famosissima frase: “Triumphants where it dares defy, and making Death a Victory“. Una caduta, un fallimento, che in realtà diventa vittoria, trionfo, perché nato da un ideale, dal rimanere fedeli a un principio ribellandosi a un’autorità assoluta.
Per molti versi, il racconto pone una questione sempre molto attuale: scegliere di seguire un ordine, rassegnarsi a seguire un destino già deciso, senza prendere posizione, o scegliere e correre il rischio di fare errori, assumendoci le nostre responsabilità?
«Sarà una caduta gloriosa! Ricordata nei secoli e nei secoli. Voi mi gettate nell’abisso e il mio nome sarà sulla bocca degli infedeli. Nel cuore dei peccatori e dei ribelli. Sarò il simbolo della rivoluzione! Porterò la conoscenza tra gli uomini! Saranno loro a scegliere da che parte stare. Oh, non sarà mia la colpa. Libertà semplice e pura. Dolce e amara allo stesso tempo. Sarò la loro paura. Il terrore tra gli uomini e la loro seduzione. Sarò tutto ciò di cui mi incolperanno ed io tacerò. Sogghignerò. Riderò di quanto le vostre creature così umane sapranno essere meschine. L’uomo non è guidato dalla benedizione della divina provvidenza, ma bensì dal proprio volere. Mi beerò di ciò che voi credevate superiore! Maledizione? No! Pura realtà!»
Ho apprezzato particolarmente le descrizioni, efficaci e molto vivide, tanto che mentre leggevo mi sembrava di stare davanti a un dipinto, di osservare in prima persona la caduta di Lucifero, il suo precipitare giù negli Inferi. Mi sembrava di sentire le sue grida, grida insieme di dolore e di ribellione.
L’angelo venne avvolto dalla foschia più nera, si afferrò le grandi candide ali e se le strappò con forza, dando un taglio netto alla sua sorgente, al legame da Dio stesso.
Altro aspetto interessante è come è stato impostato il racconto, con tanti dialoghi tra l’Arcangelo Michele e Lucifero. I dialoghi, anziché rallentare l’azione, la rendono incalzante. Proprio i dialoghi ci portano a riflettere sulle due posizioni antagoniste, le rendono plastiche, vive. L’Arcangelo e il Principe delle Tenebre, due facce della stessa medaglia. Da una parte il Bene, il Giusto, l’Onestà e la Lealtà, dall’altra il Male, lo Sbagliato, il Peccato, la Scelta e la Ribellione. Due figure che diventano una sola e che non potrebbero esistere l’una senza l’altra. Proprio come succede a noi esseri umani.
In conclusione,
che dire? Sarà che ho letto e amato il Paradiso Perduto di Milton, sarà che sono sempre stata affascinata dalle figure ribelli e un po’ ambigue, sarà che sono una fan sfegatata di Supernatural (che ho rivisto in tanti punti di questo racconto), insomma, sarà per tutta una serie di motivi, ma Nell’alto dei cieli è un racconto che ho letto e riletto con immenso piacere.
Bellissima recensione Irene?. Bellissimo il racconto di Jessica ?.
Complimenti ad entrambe ❤️.
Ti ringrazio Erika<3 è stato bellissimo leggere i vostri racconti, non vedo l'ora di una seconda raccolta! 😉