Buon martedì iCrewer e buona festa della donna! Direi che questo Review party non poteva cadere in una data migliore, visto che la protagonista del libro di Hannah Lynn è proprio una donna.
Il volume in questione è La vendetta degli dei, pubblicato ieri 7 marzo dalla casa editrice Newton Compton, ed è il secondo capitolo della serie di romanzi che la scrittrice sta dedicando a grandi figure femminili della mitologia classica. Il primo volume è stato incentrato su Medusa – e si chiama, appunto Il segreto di Medusa, sempre Newton Compton – mentre la protagonista dell’opera di oggi è Clitennestra.
Se questo nome non ti suona del tutto familiare, non ti preoccupare, neanche a me diceva poi così tanto (e non dico che sguazzo nei miti greci, ma qualcuno me lo ricordo) e ti spiego anche perchè: la storia ha fissato suo marito, ma di lei ha preferito narrare praticamente un solo gesto, mandando tutto il resto nel dimenticatoio.
Perchè Clitennestra è la moglie di Agamennone prima di tutto, e soltanto poi la regina che ha governato Micene nei dieci anni di assenza del re; o la sorella di Elena di Sparta, dalla cui fuga hanno avuto inizio tutte le vicende della guerra di Troia; oppure la madre di Ifigenia (questo, di nome, ti suona familiare?), Crisotemi, Elettra e Oreste.
Quindi, quando ho iniziato a leggere il libro di Hannah Lynn, avevo chiaro solo uno specifico evento della vita di Clitennestra (che non ti racconto, perchè vorrei evitarti lo spoiler, se posso) e tutto il resto era oscurità. Non so se ti è mai capitato di provare qualcosa di simile durante una lettura, ma è una sensazione strana: come conoscere una tappa del viaggio, che si presuppone non essere né l’inizio, né la fine, ma non avere la più pallida idea di cosa ci sia intorno. E l’unico modo per risolvere l’arcano è, appunto, leggere.
La vendetta degli dei: la mia recensione
Andiamo dritti al punto, iCrewer: il romanzo di Hannah Lynn mi è piaciuto. Non so quanto della storia di Clitennestra sia strettamente attinente ai miti classici, e quanto sia rimaneggiamento – necessario per far funzionare il libro – ma è stata proprio una bella lettura.
Si è trattato di un viaggio particolare, attraverso le onde di una vita più spesso colpita da forti tempeste, che placida come una giornata in mare senza vento. E se stai pensando “beh, almeno non si è annoiata”, fidanti, penso proprio che lei per prima avrebbe preferito trascorrere le sue giornate in una routine monotona, piuttosto che subire quello che le Moire le hanno riservato.
La bellezza di La vendetta degli dei è soprattutto nel punto di vista adottato da Hannah Lynn, ossia quello femminile. Perchè a raccontare l’Iliade sono i grandi eroi, a narrare l’Odissea è Ulisse e le donne finiscono per essere premi da vincere, come Elena; bottini di guerra come Cassandra la veggente o Andromaca, la moglie di Ettore; tappe problematiche in un viaggio, come Circe o Calipso; mogli fedeli e in attesa, di cui Penelope e il suo telaio sono l’emblema.
E le donne come Clitennestra che ruolo giocano nella narrazione classica? Coloro che hanno gioito nel venire a sapere che la guerra sarebbe durata dieci anni, che hanno pregato ardentemente perchè il marito rimanesse ferito e che, una volta andate in fumo tutte le loro speranze, hanno fatto ciò che ritenevano più giusto, per difendere ciò che avevano di più prezioso al mondo?
Rimangono in sordina o finiscono per essere ricordate semplicemente come “quella che ha…”.
Per questo il libro di Hannah Lynn mi è piaciuto così tanto: con una prosa molto fluida, bellissime descrizioni e personaggi che sembravano persone vere, piuttosto che esseri di carta e inchiostro, l’autrice mi ha aperto gli occhi su una versione completamente diversa della vicenda.
Nelle pagine di La vendetta degli dei, Clitennestra è una leonessa che fa tutto il possibile per proteggere i suoi cuccioli, ma è anche una madre che sbaglia, che reagisce troppo o troppo poco. Non è idealizzata, non è perfetta; è umana e, come tutti noi umani, può solo cercare di fare del suo meglio. La sua voce narrante è straziante, feroce, indecisa, spaventata esattamente come lo è la protagonista durante il racconto, e la penna di Hannah Lynn fa sì che ogni singola emozione giunga immediatamente anche a noi.
Per questo, anche gli altri personaggi principali mi hanno lasciato impressioni forti. Ho adorato Oreste, così sensibile e moderno nel modo di vivere i sentimenti – vivendoli, appunto, senza nascondere le lacrime “perchè i veri uomini non piangono”; l’impronta di Crisotemi è meno profonda, ma credo sia anche perchè il suo ruolo è principalmente quello di fare da cuscinetto (e le notizie attuali di cronaca ci dimostrano come troppo spesso siano proprio coloro che fanno da cuscinetto, a essere vittima del fuoco incrociato).
E non mi vergogno di dire che il fastidio provato per Elettra è stato secondo solo al disgusto per Agamennone. Per quanto apprezzi il carattere forte della principessa, così raro in un mondo in cui le donne venivano cresciute per ubbidire e basta, la sua incapacità di prendere in considerazione altri punti di vista, e l’orgoglio che le ha impedito di fare marcia indietro (ancora, orribilmente attuale, non trovi), me l’hanno resa insopportabile.
Il tutto è stato compensato dal monologo finale di uno dei personaggi secondari. Un momento epico, fidati. Uno di quei passi che non ha bisogno di essere indicato, perchè quando ci arriverai, capirai a cosa mi sto riferendo.
La cover del romanzo è deliziosa. Mi porta alla mente i vasi e le anfore su cui, con le stesse tinte usate qui, venivano dipinti i racconti mitici.
In conclusione, perchè altrimenti rischio di tenerti qui fino a domani, ti consiglio vivamente di leggere La vendetta degli dei di Hannah Lynn, anche se ti avviso: scorre parecchio sangue.
Hannah Lynn
Hannah Lynn, inglese di nascita, ora vive sulle Alpi svizzere. Con Newton Compton, oltre a La vendetta degli dei, ha pubblicato Il segreto di Medusa.