Una storia troppo breve
Caro lettore, quando ho fatto la segnalazione di “La tua bocca è il mio tormento” di G. Amaranto, mi ha incuriosito: una storia erotica, tra un conte e una contadina, e il ridotto numero di pagine mi hanno portato a pensare che fosse una storia interessante. O, per meglio dire, poteva essere una storia interessante. Punto primo a me ha ricordato un film che veniva trasmesso una ventina d’anni fa, quindi forse poi così originale, non era! Punto secondo, mi sono chiesta, perché mettere così pochi dettagli nelle scene più interessanti? Se inizio a leggere una storia erotica, mi aspetto un determinato contenuto del libro e sono perfettamente consapevole delle risposte che potrebbe avere il mio corpo. Tali sensazioni non solo non le ho provate, ma non appena iniziava a scaldarsi l’atmosfera, cambiava la scena e io rimanevo in attesa che qualcosa succedesse! Punto terzo, perché scrivere un racconto così breve. L’autrice sa scrivere bene: ha usato termini forbiti (un paio ammetto di averli cercati sul vocabolario), sa trasmettere delle emozioni e, allora, perché concentrare le scene più coinvolgenti in così pochi istanti, in così poche descrizioni, quasi volesse riassumerle in poche righe e, quindi, perché concludere la storia così velocemente?
L’autrice alla fine de La tua bocca è il mio tormento si augura di aver fatto trascorrere al lettore un paio d’ore di spensieratezza e divertimento. Lettore, come avrai capito, purtroppo non mi sono divertita, perché non ho avuto il tempo di lasciarmi andare alla spensieratezza nella descrizione delle scene che già dovevo immaginare un nuovo scenario. Ha ricevuto moltissimi commenti per la sua capacità di riassumere e concentrare emozioni e descrivere scene avvincenti. Da lettrice del genere erotico avrei preferito qualcosa di più dettagliato, coinvolgente e che permettesse al mio corpo di avere il tempo necessario a provare quelle emozioni, farmi scorrere il sangue, al punto da eccitarmi, che è quello che cerco e mi aspetto quando inizio un libro come questo.