LA CUSTODE DELLA SETA il romanzo di Manuela Chiarottino
L’autrice Manuela Chiarottino è nata e vive in provincia di Torino. Dopo aver frequentato un corso di scrittura creativa ed essere arrivata finalista ad alcuni concorsi tra i quali si annoverano: concorso “Fiori Di Acciaio” con “Amore a Cinque Stelle” (edito da Triskele, 2016); vincitrice del concorso “Barbera da … Leggere” 2018 con il racconto “Tutti i Colori di Byron”; premio letterario “Verbania for Woman” 2019 con il racconto “Il Viaggio di Darifa”.
Nelle pagine de La Custode Della Seta, Manuela Chiarottino racconta di una storia d’amore che sta per nascere che si intreccia con un’altra “venuta” dal passato. La prima quella attuale, ambientata nei nostri giorni, l’altra nei primi del Novecento, scoperchiando la pentola in cui bollono problemi legati al ceto sociale dell’epoca.
Ora ti parlo un po’ dei personaggi, caro iCrewer, non è un bel raccontare. I personaggi che ruotano all’interno di questo romanzo sono miseri e scialbi nonché esigui, in tutto sei, o sette se volessimo contare il gatto Napoleone: Anna la protagonista, sua nonna, l’anziana signora Elena, suo nipote Giorgio, sua zia Eleonora, il suo amato, Goffredo il violinista.
Il racconto è ambientato tra Torino di oggi e Southampton dove all’inizio del secolo detenevano una attività commerciale.
La storia non è per niente di quelle avvincenti, riesce per sommi capi a tenerti in sospeso solo per gli indizi ritrovati… Secondo la scrittrice, la protagonista ha un dono speciale tipo il quinto senso e mezzo di Dylan Dog saltando alla conclusione del “mistero”, perché lei ricostruisce le storie vissute attraverso abiti antichi, sfiorandoli ed annusandoli, avverte sensazioni particolari e un’ inspiegabile energia, con semplice intuizione, a pelle.
La trama quindi lascia il tempo che trova, non è originale, ma si rifà ad argomenti trattati, in altri romanzi, da altri scrittori.
Nel contesto usa un lessico, non tanto romantico, come vuole la narrativa rosa, anche se è raccolto e ordinato. Alle volte la penna della scrittrice, diventa prolissa e stonata, non si riesce ad avere un ritmo costante di lettura. Tra la prima pagina e l’ultima del libro, non mi è mai capitato di fantasticare.
In conclusione, a chi lo consiglieresti? La risposta è palesata nella recensione.