Ciao iCrewer! Oggi sono qui per parlarti dell’ultimo titolo che ho aggiunto alla mia lista dei libri già letti. Di chi si tratta? Di La casa delle bugie, nuovo lavoro della scrittrice britannica Sue Watson, pubblicato da Newton Compton editori.
La casa delle bugie: un po’ di trama
Marianne apparentemente ha tutto dalla vita: una bella casa nuova, tre splendidi figli che la amano e un marito che ogni due settimane le fa arrivare a casa un bouquet di fiori sempre diversi, di stagione e costosi.
Da qualche mese si sono trasferiti in una nuova città a causa di ciò che Marianne ha combinato e la loro vita sembra proprio filare nel verso giusto: Charlie ama la squadra di rugby della scuola elementare, e anche se a volte le energie che non usa in campo le sfoga abbastanza violentemente sul fratello gemello, Marianne è convinta che con gentilezza e costanza riuscirà a sradicare questo comportamento. Alfie – il gemello – detesta la squadra di rugby in cui Marianne è stata costretta a iscriverlo, ma stringe i denti e, quando può, disegna. Sophie, l’adolescente di casa, a volte mangia proprio poco, ma Simon, che è un dottore, dice che non c’è nulla che non vada.
Allora perché Marianne è sempre così sulle spine? Perché trema al solo pensiero di far arrabbiare Simon? Perché a ogni vibrazione del cellulare del marito associa un mittente femminile? Si sono veramente lasciati tutto alle spalle? È davvero tutto come appare o il brillante chirurgo le sta nascondendo qualcosa?
La recensione
Prima di tutto, vorrei spendere due parole per quanto riguarda il genere con cui quest’opera di Sue Watson è stata etichettata: il thriller. Beh, senza dubbio, il romanzo abbonda di ansia, quindi da questo punto di vista, tutto bene. Viene, però, dedicata una particolare attenzione all’interiorità della protagonista, all’analisi delle sue paure, i suoi dubbi, i suoi ricordi, i suoi desideri. Quindi, fatte queste considerazioni, proporrei di aggiungere una postilla e farlo diventare un thriller psicologico.
Come dicevo, il focus della narrazione è Marianne, casalinga e vittima di pesante abuso domestico. Simon, il promettente e brillante chirurgo in lizza per la posizione di primario, infatti, vuole, anzi no, esige, che le cose siano fatte a modo suo. Poco importa se per essere libero di fare ciò che vuole deve mandare in frantumi la mente della moglie.
È per questo che mi è stato così difficile leggere questo volume: ho rischiato più volte di finire vittima della spirale depressiva dei pensieri della protagonista, delle sue preoccupazioni e paure che riempiono la stragrande maggioranza delle pagine.
La trama, a mio parere, procede con due ritmi diversi: una prima parte squisitamente introspettiva, in cui a farla da padrona è la psiche di Marianne; e la seconda parte, in cui gli eventi si mettono in moto. Il linguaggio è scorrevole, coinvolgente e molto evocativo. I colpi di scena veramente improvvisi e dal finale inaspettato.
Marianne è indubbiamente la protagonista. Sua è la voce narrante della vicenda, suoi sono gli occhi che osservano, sua la mente che cerca, con mille sforzi, di non cedere ai soprusi di Simon, di ricordare la donna che era un tempo. La situazione in cui si trova è molto complessa e, a tratti, sembra senza via di uscita. Fortunatamente, la donna riesce a trovare dentro di sé la forza di reagire, di smascherare il vero colpevole.
Simon è, senza mezzi termini, un mostro. E uno di quelli della peggior specie: è già tutto pronto, basta un suo schiocco di dita e tutte le colpe ricadranno su Marianne. È un essere viscido, che non si fa remore a distorcere la realtà, ad agire alle spalle, tutto in favore del proprio tornaconto.
Preferisco non citarti altri personaggi, e lasciarli fare la loro conoscenza durante il corso della vicenda.
La cover non mi trasmette in minima parte l’angoscia che contengono le pagine. Richiama l’atmosfera del thriller, però.
Per riassumere, direi che si tratta di un thriller psicologico con colpi di scena e cambi di rotta nei punti giusti. Tuttavia, il risultato raggiunto sommando la trama ricca di suspance propria del genere, con il particolare e delicato argomento dell’abuso domestico psicologico, è stato fin troppo angosciante per i miei gusti.

Sue Watson
Nota scrittrice inglese, Sue Watson ha posto la sua firma sulle più svariate opere, dai thriller alle storie d’amore. È stata collaboratrice di riviste femminili e tabloid, nonché creatrice di prodotti televisivi per BBC. Ora tutto il suo tempo è dedicato alla scrittura.
Oltre a La casa delle bugie, Sue Watson ha pubblicato con Newton Compton editori anche Coincidenze che fanno innamorare.