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Recensione: La casa del manoscritto maledetto di Claudio Aita

Sandra Pevere 6 anni fa Commenta! 7
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La casa del manoscritto maledetto un thriller storico magistralmente redatto da Claudio Aita

E’ una questione di alchimia, ho cominciato a leggere questo libro ancor prima di essermi documentata sull’autore e wow colpo di scena: una corrispondenza di amorosi sensi col romanzo thriller La casa del manoscritto maledetto e con lo stesso autore. Claudio Aita è friulano di Buja, letta la sua biografia, che dire sono rimasta esterrefatta, non mi sarei mai aspettata nulla del genere. All’inizio ho pensato: questo è il solito fiorentino che mette in mostra la sua città, il Rinascimento e i misteri che si celano attorno ad essa. E invece no!

Continuando ad esplorare la sua biografia e il fatto che non riuscisse in qualche modo a sfondare del tutto con i suoi scritti e soprattutto con La casa del manoscritto maledetto, mi sono detta che le menti illuminate le capiscono in pochi, perché gli altri sono accomunati da un’incapacità di leggere tra le righe, questo non significa affatto cercare ciò che non c’è, ma quanto andare a penetrare lo spazio in cui crescono le parole, per scoprire l’ambito in cui vengono generate e comprendere il reale significato e il vero intento di chi le ha scritte, andare oltre e aprire la mente, sentirsi liberi di varcare nuovi orizzonti che vanno oltre il tempo e lo spazio. Proprio questo mette in mostra lo scrittore nel suo thriller, una virtù che riesce a farti ripercorrere un viaggio a ritroso nel tempo, una maestria di inserirlo ai nostri giorni. Due racconti in parallelo: passato e presente, che ci offrono un’immagine inconsueta e conturbante della Firenze città del Rinascimento per antonomasia; Aita riesce a tenerti incollato alle pagine esercitando attraverso uno stile unico, sciolto e febbrile una forza attrattiva data da un lessico dotto e ricercato, per non parlare poi della cura morbosa degli elementi storici, il contesto sociale in cui si muovono i personaggi e si svolgono gli avvenimenti. Per leggere questo titolo bisogna avere una forma mentis libera da congetture e pregiudizi, perché gli argomenti trattati esulano dalla normale razionalità, senza influenze di credo e religione. Perché se pensi a quello che ti viene inculcato dalla prima infanzia sia il vero assoluto sei fuori strada. Credi di essere a conoscenza del tutto quando hai ancora infinite ipotesi da formulare e teorie da dimostrare, un’affermazione consona: in questo libro nulla è lasciato al caso! Ma i casi così come le casistiche sono infiniti, ed è a questo punto che il mistero entra in gioco.

Geremia Solaris, il protagonista, una vera e propria scoperta, un nome una garanzia, disposto a rischiare la sua vita in nome della conoscenza.

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Una parola per descriverlo: raffinato; un verbo per animarlo: annichilire; un aggettivo per qualificarlo: dotto.

CLAUDIO AITA: esperto di Storia della Chiesa e Storia medievale, oltre che musicista, scrittore ed editore nel settore dei Beni culturali, già autore del Monastero dei delitti che vede come protagonista Geremia Solaris edito da Newton Compton pubblicato nel 2018

UNA BIOGRAFIA FRA VITA E SCRITTURA 

Nato nel 1962 in Svizzera, in un luogo il  cui nome contiene la parola buch libro, può essere considerato un segno del destino. Così come, forse, un cognome che è anche l’appellativo del dio etrusco dell’Oltretomba che corrisponde al dio greco Ade e a quello della mitologia romana Plutone. Aita corrisponde anche ad aiuta usato dal Parini nei suoi versi. Figlio di emigranti friulani. Si definisce un nativo, in un mondo alieno per il suo vivere quasi da apolide tra svizzeri, italiani, cattolici, protestanti e ben tre lingue da parlare per poter comunicare, tedesco, italiano, friulano. Attualmente vive in Toscana. Nella sua vita i libri sono stati un caposaldo. Anzi, la loro presenza, il poter attingere alle fonti della conoscenza si sono dimostrati un riscatto sociale e un’opportunità per crescere.
Dopo essere rientrato in Friuli, fu colpito nell’estate del 1976 dal dramma del terremoto, la malattia e la morte della madre, e il dover convivere con un padre che aveva troppa confidenza con l’alcool, come quasi tutti i friulani. E successivamente il lavoro, gli studi vissuti come una forma di riscatto che non arrivava mai, l’illusione che il duro impegno, le rinunce, i sacrifici interminabili potessero portare a qualcosa. E poi l’attività editoriale nel settore dei beni culturali e la scrittura. In Geremia Solaris, il suo personaggio principale, c’è una parte che li accomuna, entrambi cinquantenni? Lo scrittore ne ha 57 per l’esattezza, ma per chi scrive il tempo può anche fermarsi. Squattrinati? Solaris di sicuro, Aita credo proprio di no, anche se i soldi non bastano mai e comunque dipende dal tenore di vita. Professori e studiosi di materie sacre e profane. Aita si è laureato a Firenze con una tesi in Storia della Chiesa, per questo, narrare di Misteri è una necessità facilitata dai suoi studi nel corso di laurea. La scrittura è un mondo difficile, ma si scrive soprattutto per farsi rimembrare come hanno fatto tutti gli scrittori e poeti del passato, lasciando ai posteri un dono personale, riscattando generazioni che un tempo erano senza nome, senza storia e senza gloria.  L’immortalità è proprio questa!
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