Ellen Tamm in un nuovo avvincente thriller psicologico
Fino a dove può arrivare l’inconscio nel rimuovere o modificare i ricordi per rendere accettabile l’esistenza dopo un trauma?
Fino a che punto siamo disposti a sopportarne le conseguenze estreme e ridisegnare la mappa della nostra esistenza da quel punto di non ritorno?
Mikaela Bley con [amazon_textlink asin=’B074JM3KQZ’ text=’“Incubi di famiglia”’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’649e2023-e4b4-11e7-b66c-83ded4902b58′], ci mostra attraverso un thriller psicologico che tiene la suspense, senza mai affossare in scene splatter, un universo al femminile mosso da debolezze e fragilità, mettendo in evidenza un tema più che mai attuale come il femminicidio.
Ben trovati lettori di icrewplay.com!
Oggi voglio parlarvi del secondo romanzo della scrittrice svedese Mikaela Bley, “Incubi di famiglia”, che arriva in libreria edito dalla Newton Compton, dopo l’esordio di successo, “[amazon_textlink asin=’B019HW344K’ text=’Segreti di famiglia’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’819c0000-e4b4-11e7-acd9-bd9ee1a58806′]”.
Ellen, giornalista di cronaca nera per il canale tv4 sta tornando a casa della madre dopo un periodo difficile dovuto ad un caso irrisolto.
Il caso che l’ha sconvolta presenta forti assonanze con quello della morte della sorella Elsa, annegata nel lago di fronte casa all’età di otto anni.
Ellen viene a sapere di un efferato omicidio accaduto nella tranquilla cittadina di Stentuna.
Una donna di nome Liv è stata uccisa, spogliata e lasciata sul ciglio della strada.
Ellen si sente perseguitata dalla morte, e nemmeno lunghi periodi di analisi l’hanno aiutata a trovare un antidoto a questo malessere.
“La morte. La perseguitava. Era appena uscita dalla porta che già la sentiva alitarle in faccia”.
In questo romanzo al femminile, altre donne arricchiscono il mosaico dei molteplici personaggi creando un punto di vista multiplo. Donne che pur di non perdere l’uomo che amano sono disposte all’umiliazione e alla rinuncia.
La ricerca della verità sul delitto della donna la porterà a dover affrontare emozioni e ricordi, e soprattutto a ricordare quella fetta di passato che ha sempre voluto cancellare.
“Era tutto torbido, senso di colpa frammisto a rabbia e disperazione”.
Il tema del femminicidio, purtroppo sempre attuale, ci porta oltre l’ipocrisia delle isole felici costruite nelle cittadine di provincia tanto spesso palcoscenici di drammi efferati.
I punti di vista multipli fanno girare intorno alla realtà di provincia, come una telecamera in panoramica rapida, evitando momenti di calo e di tensione.
Con Ellen affrontiamo anche noi le nostre paure, è un personaggio ben costruito, che tra cadute e rinascite, porta facilmente all’immedesimazione.
La Bley, che inizia il suo percorso come giornalista televisiva, proprio a tv4, al momento sta lavorando ad una serie tv ispirata al personaggio di Ellen Tamm.