Recensione: Il mistero della reliquia dimenticata di Stefano Santarsiere

La vita che va e non va, al diavolo non si vende, si regala, con l’anima che si pente metà e metà. – Vasco Rossi.

 

Un’improvvisa epidemia di antrace sta decimando gli allevamenti della Val D’Agri, in Basilicata. Dopo pochi giorni dagli abbattimenti del bestiame iniziano ad apparire misteriosi altari nei boschi e nelle campagne. Il paese di Santerio già scosso dal tentato furto di un’antica reliquia, raggiunge l’apice della paura quando sugli altari appaiono anche dei cadaveri.

Viene accusato del tentato furto e degli omicidi Lucio Lobello, un trentenne tossicodipendente che si mantiene giocando alle slot machine dove puntualmente vince.

Rilasciato grazie all’intervento del parroco e per mancanza di prove, verrà posto agli arresti domiciliari in canonica, per uso di droghe. Con l’aiuto dello stesso parroco cercherà di capire se tra il tentato furto, l’epidemia di antrace e gli omicidi c’è un qualche collegamento.

Ma niente è come sembra, i segreti e i misteri sono tanti ed alcuni è meglio che rimangano tali.

Ho iniziato a leggere questo romanzo piacevolmente colpita dalla copertina e dal titolo.

Però più andavo avanti più il mio entusiasmo scemava.

La trama ha del potenziale, questo non posso negarlo, è intricata e ben costruita, a volte però confusa con passaggi al passato spesso troppo repentini. Mi è capitato di dover rileggere alcune parti perché tendevo a perdermi.

La storia è raccontata dal punto di vista Lucio Lobello, personaggio che riserva una sorpresa, perché altri non è che il diavolo in persona. Il diavolo umanizzato. La cosa che mi ha colpito è che sente il dolore, la passione e l’affetto, può entrare in chiesa senza problemi, ha ovviamente vizi, ma non possiede cattiveria. Pensa per sé stesso, è egoista, ma non è cattivo o maligno, pur essendo il diavolo molte cose a lui sono sconosciute.

Trovo però la presenza degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele una forzatura nella storia, già piena di personaggi e misteri da svelare. Inoltre anche gli Arcangeli sono umanizzati e uno di loro addirittura muore.

Il finale è a sorpresa, sicuramente quando lo leggi non ti verrebbe mai in mente di sospettare proprio di quel personaggio.

Avrei voluto dare quattro stelline, ma più di tre non posso.

Spero non me ne voglia l’autore Stefano Santarsiere, nato nel 1974, vive e lavora a Bologna. Ha diretto il cortometraggio Scaffale 27, aggiudicandosi il primo premio nel contest Complete Your Fiction 2012. Ha pubblicato altri romanzi e con la Newton Compton La mappa della città morta e I guardiani dell’isola perduta.

 

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Erika Zappoli
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