Buongiorno iCrewer! Oggi sono qui per parlarti del libro di cui ho appena ultimato la lettura: L’amica d’infanzia, di Jessica Fellowes, tradotto da Alessandro Zabini e pubblicato da Mondadori.
L’opera viene subito presentata come un thriller, ma secondo me la faccenda non è così semplice (speravi che, per una volta, mi andasse subito bene tutto, vero? E invece no!). Tuttavia, probabilmente il modo migliore per iniziare, è raccontarti alcuni sprazzi della trama ideata da Jessica Fellowes.
Qualche fatto, ma senza spoiler
Bella è una ragazza timida, che sta affrontando un momento della vita non proprio semplicissimo: ha quasi diciotto anni, è insicura di se stessa, e vive con l’anziana nonna, unica sua parente rimasta in vita. Potranno sembrare fatti innocui, o quanto meno non paragonabili a catastrofi più grandi, ma sono sufficienti a farla sentire insicura, in difetto, un vero pesce fuor d’acqua, rispetto alle altre sue coetanee.
Per fortuna, in questo vortice di emozioni c’è un punto fermo: Kate, la sua migliore amica, quasi più di una sorella. Una giovane così carismatica e ammaliatrice, che ha stregato Bella fin dal primo momento in cui si sono guardate, ancora bambine.
Tuttavia, sarà davvero così? Cosa accadrà a Bella quando le carte in tavola cambieranno?
L’amica d’infanzia: la recensione
Vorrei iniziare la mia recensione dicendo che il libro di Jessica Fellowes mi è piaciuto. L’amica d’infanzia è scritto con in una prosa molto scorrevole – complimenti anche al traduttore, Alessandro Zabini – piacevole, descrittiva ed enfatica al punto giusto.
Ho apprezzato davvero molto il modo in cui il racconto è narrato, la scelta di affidare lo svolgimento della vicenda in gran parte a dialoghi (lo so, detta così può sembrare strana, ma fidati, funziona) e il tener celate le informazioni, centellinando i vari indizi. Mi è piaciuta anche l’ambientazione, la scelta di diversi periodi storici; trovo che abbiano dato movimento al tutto, raccontando non solo lo sciogliersi del mistero centrale, ma gran parte della vita di Bella.
Detto ciò, sono un po’ perplessa sulla definizione thriller. O meglio, diciamo che ho una piccola remora. Avviene un delitto, di cui Jessica Fellowes dà pochi dettagli per gran parte del libro, e non c’è nessun poliziotto o detective nell’equazione (quindi non di tratta di un giallo). Mi è mancato, però, il senso di ansia pervasivo e costante proprio del genere in cui L’amica d’infanzia viene incasellato.
Sarà che come termine – involontario – di paragone ho titoli come La casa delle bugie di Sue Watson – che mi ha obbligato a tenere l’abat jour accesa finchè leggevo, perchè solo con la luce dell’e-reader mi sentivo troppo inquieta – o I perfetti vicini di casa di Rachel Sargeant, il cui delitto è stato un enorme mistero fino alla fine, ma L’amica d’infanzia non è riuscito granchè a farmi stare sulle spine. Bada bene, iCrewer, non significa che non ci sia suspance o mistero, ma, semplicemente, sono le dosi di questi componenti a essere ridotte rispetto a ciò a cui sono abituata io.
Magari potrebbe essere il libro adatto a un primo approccio al mondo del thriller, non credi?
I personaggi principali sono fondamentalmente due: Bella e Kate. Bella, la protagonista, mi è stata fin da subito simpatica. Una ragazza normale, acqua e sapone, che cresce e diventa una donna più sicura di sé, anche se inconsciamente ancora alla ricerca dell’approvazione della sua migliore amica. Tuttavia, il cambiamento che subisce durante tutto il racconto è innegabile, tanto che alla fine i ruoli paiono invertirsi.
Kate, d’altro canto… credimi, vorrei proprio dirti che penso sia la giusta controparte per stimolare Bella a crescere e trovare la migliore versione di se stessa, ma mentirei. L’ho trovata un personaggio certamente necessario, ma allo stesso tempo piatto; tanto luccichio e poca sostanza. Sempre pronta a mostrarsi superiore, a essere la donna ammirata e desiderata da tutti, ma quasi mai preda di emozioni profonde e vere. In un certo punto, poi, il suo comportamento mi ha orripilato (capisco che gli anni in cui la questa scena in particolare è ambientata non sono i nostri, ma non riesco ad attenuare il ribrezzo che ho provato). Anche per lei, però, il finale pare avere in serbo un cambio di rotta.
La cover è molto bella: non solo si abbina al clima generale del libro, ma riprende anche una delle scene iniziali dell’opera si Jessica Fellowes.
In conclusione, L’amica d’infanzia è un libro molto scorrevole e ben scritto, con una trama che coinvolge e invoglia a continuare, ma che qualche volta pare scostarsi un po’ da cio che ci si aspetta da un thriller.

Jessica Fellowes
Jessica Fellowes è giornalista e scrittrice. Non solo è molto nota per alcuni suoi libri sui retroscena della serie TV Downton Abbey, ma è anche stata direttrice di Country Life e giornalista del Sunday Mail, oltre ad aver scritto per testate come il Daily Telegraph, il Guardian, il Sunday Times e The Lady.
Oltre a L’amica d’infanzia, edito da Mondatori, Jessica Fellowes è autrice di una serie di gialli ambientati negli anni Venti: L’assassinio di Florence Nightingale Shore, Il processo Mitford, Scandalo in casa Mitford e Morte di un giovane di belle speranze.