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Recensione: “Chiave 17” di Marc Raabe

Erika Zappoli 7 anni fa Commenta! 4
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Ogni gesto, ogni decisione anche a prima vista innocua può innescare eventi tragici anche a distanza di anni.

Questo è quello che capisce il poliziotto Tom Babylon, quando viene rinvenuto il cadavere della Pastora della Cattedrale di Berlino al cui collo è appesa una chiave con inciso il numero 17.

Per Tom il passato ritorna a bussare alla porta, un passato che lo ha accompagnato per quasi vent’anni e forse finalmente potrà avere le risposte che cerca da quell’afoso pomeriggio di agosto.

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Già dal prologo si capisce che il libro non ti lascerà scampo.

La voglia di capire cosa sta succedendo e perché, il bisogno di avere risposte, porta il lettore, così come il protagonista ad andare avanti, pagina dopo pagina in un susseguirsi di colpi di scena, depistaggi, rapimenti e collegamenti impensabili.

Scritto bene, l’ho letto tutto d’un fiato e solo alla fine mi sono accorta che ho passato la maggior parte del tempo in apnea.

Tom Babylon, che se si facesse crescere i capelli e la barba potrebbe benissimo essere un attore di Vicking, è il secondo miglior allievo della scuola di polizia e il più giovane aspirante investigatore dell’ LKA. Il suo fare impulsivo lo porta spesso a fare scelte che non piacciono ai suoi superiori, portando la commissione disciplinare a inviargli numerosi richiami. A lui però questo non interessa, ha sete di vendetta e vuole sapere cosa è successo diciannove anni prima, quando sua sorella è scomparsa.

Questo ti porta ad avvicinarti a lui, al suo dolore e al momento in cui pensa di aver ritrovato la sorellina che credeva morta, e mentre tu speri che sia davvero così, la storia ti spinge a proseguire a leggere incessantemente, pagina dopo pagina, per scoprire se il lieto fine è davvero dietro la porta… cosa che scoprirete solo all’ultimo capitolo.

La presenza dei flashback ben strutturati aiutano il lettore a capire gli antefatti che hanno portato all’omicidio della Cattedrale e a tutto quello che ne consegue.

La decisione dell’autore di utilizzare il tempo presente per narrare la propria storia, mi fa pensare che sia un una strategia per per dare alla storia un movimento più veloce ed un ritmo incalzante oltre che, ovviamente, differenziare per bene gli eventi passati da quelli del presente.

Il finale lascia aperti nuovi scenari e dona speranza ai lettori, fans del protagonista Tom Babylon, che il loro eroe non appenda il distintivo al chiodo.

 

Ma chi è l’autore di questo thriller da cardiopalmo?

Marc Raabe

È nato nel 1968 e vive a Colonia. Amministratore delegato e socio di una ditta di produzione televisiva e cinematografica, è anche scrittore, autore rivelazione di thriller tedeschi, che nel giro di pochi giorni diventano besteseller, infatti ha esordito con Il sezionatore, per settimane nella classifica dei libri più venduti in Germania, Francia e Italia, cui sono seguiti Prima di uccidere, bestseller dalla prima settimana di uscita, e L’ho ucciso io.

Quattro stelle a questo thriller incredibile consigliato a chi piace il genere, e a chi invece preferisce altro ne apprezzerà comunque la storia davvero scritta bene.

 

 

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