Paola Russo torna esattamente un anno dopo con la riedizione di Che nessuno s’innamori, questa volta non più con un’autoproduzione ma legata alla casa editrice Words edizioni.
Due parole sul romanzo con Paola Russo
Anzi no, con l’autrice abbiamo già parlato in precedenza e sappiamo cosa pensa della prima stesura del suo romanzo, non mancheremo di chiedere come mai questo restyling.
Veniamo al libro: un romanzo rosa? un romanzo di formazione? in click lit, un romanzo…? tante sfaccettature puoi trovare caro iCrewer a seconda che cambi il tuo punto di vista.
La trama è particolare, potremmo dire surreale, perchè ti sfido (e non a caso uso questo termine) a dirmi che conosci qualcuno che abbia vissuto le situazione che avvicina Dorian e Virginia, non che qualcuno non se la sia sognata, questo sono certa che accada.
Hai detto che un mentore risolverebbe il tuo problema e, se rifletti attentamente, il profilo che ne hai fatto mi calza a pennello.
Boston a fare da sfondo alla vita di una ragazza troppo chiusa in se stessa per il timore di non essere accattate e un uomo bello da togliere il fiato a ogni donna gli passi affianco. Due personalità inizialmente agli antipodi che si scopriranno più simili di quanto non si possa immaginare; due cuori solitari per opposti motivi ma che cercano, senza volerlo ammettere, le stesse cose. Una trama semplice, che si snoda senza troppi colpi di scena, perchè la storia stessa è un colpo di scena, perchè mai ti immagineresti che il filo conduttore trovi la sua logica in qualcosa che molto logico non è.
Virginia è descritta molto bene, sia fisicamente che caratterialmente, le sue reazioni improvvise, i suoi monologhi la caratterizzano fin dall’inizio e la rendono simpatica al lettore; un po’ goffa come lo siamo tutti quando ci troviamo in difficoltà. Certamente il protagonista che fa un’evoluzione maggiore in quanto tutto il testo è basato su di lei e sul suo essere in videnire
Alzò gli occhi per guardarlo in volto, ma subito li riabbassò e deglutì a fatica. «Immagino ti starai domandando perché ti ho chiesto di vederci.» Si contorse le mani, nervosa. «Ecco, te l’ho chiesto perché…» seguì una lunga pausa
Dorian è il coprotagonista, lo definirei così perchè è la spalla che da forza al personaggio femminile e nello stesso tempo ha la sua storia da raccontare. Anche in questo caso è descritto molto bene; chiudi gli occhi e lo potrai vedere durante la lettura e ti assicuro… è un gran bel vedere. Un uomo tutto d’un pezzo all’apparenza, ma che porta con se i segni di un’infanzia difficile, di anni a lottare per trovare un posto tutto suo in una società dove l’apparire è la cosa fondamentale. Poi, all’improvviso, qualcosa cambia e grazie all’unico vero amico, Ted, riesce a cambiare il suo punto di vista.
Gli ambienti non sono fondamentali, ma descritti quanto basta per mettere in evidenza il lusso di alcuni rispetto alla normalità di altri, stessa cosa fatta anche per quanto riguarda gli oggetti o i vestiti.
Vorrei sottolineare la capacità di Paola Russo di far risaltare la posizione sociale di Dorian in una sola pagina facendo parlare due bambini di otto anni: una parte esilarante del romanzo che ti farà sicuramente sorridere, anzi no, ridere.
Scritto in modo semplice, senza ricercare vocaboli o giri di parole che per questo genere di testo non servono, ho ho trovato nulla che mi distraesse dalla lettura che è molto gradevole.
Un punto a sfavore… magari se Mark non fosse tornato da New York un giorno prima avremmo visto concludere il percorso dei due protagonisti.