Addendum è il titolo del nuovo libro di Davide Stocovaz, autore prolifico di cui già abbiamo letto e recensito altri lavori. Si tratta di un testo piuttosto breve, a metà strada tra un piccolo romanzo e un grande racconto, ambientato a Milano, più precisamente nei sotterranei del capoluogo lombardo, ancora più puntigliosamente nei cunicoli sottostanti la zona della Stazione Centrale.
Un thriller dalle forti tinte di horror. Un testo che mi ha appassionato e che mi ha catturato fin dal principio. Uno dei parametri che considero, quando leggo un libro, per capire se mi è piaciuto o meno, è il numero di volte che mi dirigo al comodino – la casa dei miei volumi – per leggere anche solo poche pagine. In questo caso, per Addendum, ogni momento vuoto della giornata è stato buono per infilarmi nella storia che Stocovaz ha costruito dimostrando grande e lodevole immaginazione. Va da sé che non posso che avere un giudizio complessivo positivo sull’elaborato del giovane autore.
Addendum: il libro di Davide Stocovaz
Ma andiamo con ordine.
Partiamo col dire che questa lettura mi ha portato un po’ fuori dalla mia zona comfort di lettura. Come sai, amico lettore, sono un patito dei romanzi in cui l’autore e la trama ti mettono allo specchio e ti spingono nello stomaco riempiendoti di riflessioni sulla vita e sul vivere di tutti i giorni.
Addendum invece si è rivelato un libro di intrattenimento, se mi è consentito utilizzare questo termine. Lo dico usandolo in modo più che positivo: ben venga una storia che ti appassiona, ti tiene compagnia per buona parte del tempo libero e soprattutto che ti trascina all’interno della trama lasciandoti soltanto il ruolo di spettatore non costringendoti a nessun altro tipo di impegno mentale.
E Addendum, edito da Editrice GDS, ti trascina davvero. Ti catapulta in un lungo racconto che si colloca tra il thriller e l’horror, lasciandoti in alcune occasioni addirittura senza respiro. Merito della scrittura tagliente, efficace e composta di brevi periodi. Devo dire la verità: all’inizio ho fatto un po’ fatica ad abituarti a questo susseguirsi di frasi corte e dialoghi spuntati, poi, con il passare delle pagine, ho capito che proprio questa scelta stilistica si è rivelata essere il punto di forza dell’intero lavoro. Almeno, queste sono le mie sensazioni.
Essendo il ritmo della narrazione incalzante non poteva che essere così. I momenti di tensione e di pathos, narrati come se fossero stati messi un frame dopo l’altro, non necessitavano certo di descrizioni più profonde o approfondite: sarebbe stato come mettere alla moviola una situazione che invece meritava di essere vissuta col fiato alla gola. In questo senso devo dire bravo all’autore.
Mi sarebbe piaciuto, però, conoscere meglio la storia dei personaggi, almeno quella del protagonista Alessio Baldi, l’investigatore, che comunque, grazie ai suoi comportamenti e alle sue azioni, viene tratteggiato quanto basta per conoscerlo e farsi un’idea della sua persona. Aiuta molto il rapporto d’amore e odio che Baldi ha con la sua superiore che è anche la sua ex, incavolata nera con lui per un futile tradimento.
Mi sento di suggerire all’autore, qualora anche lui volesse uscire dalla sua comfort zone di scrittura, di pensare a uno spin-off in cui questa relazione viene approfondita e rivelata a noi lettori che ci siamo appassionati a questo rapporto. Magari un bel rosa col morto, tanto per non screditare lo stile che lo contraddistingue.
Ma la trama di Addendum?
Come detto è ambientato nei sotterranei di Milano, nella zona adiacente alla Stazione Centrale. Sotterranei popolati da mostri dalle sembianze anfibie che si nutrono dei cadaveri dei senzatetto che vivono e trovano rifugio nei cunicoli della metropolitana. Quando uno di questi cadaveri viene ritrovato, smembrato e lacerato da grossi artigli, inizia una caccia alle streghe che porterà Alessio Baldi a fare i conti con un vero e proprio inferno.
È chiaro che la notizia non può essere divulgata per non creare il panico: degli esseri mostruosi di chissà quale natura vivono sotto di noi. E hanno fame. Ci pensi amico iCrewer? Come la prenderesti? Non la prende bene Elettra Palmieri, il capo dell’ispettore Baldi, che, anche a causa del tradimento, non crede a una parola scritta nel fascicolo del caso.
Inizia così un doppio percorso: quello per cercare la prova dell’esistenza di questi mostri e quello per liberarsene. Per ovvie ragioni non posso dire altro, rovinerebbe il proseguo della storia.
Posso dire però che ho preferito di gran lunga la prima parte del racconto: quella in cui l’autore ha svelato una dopo l’altra le tessere del mosaico, lasciando un alone di mistero sul resto del romanzo. Credo sia normale, del resto quando ancora non si hanno le risposte alle domande anche noi lettori ci divertiamo a ipotizzare come andrà a finire la trama.
Ora, quello che mi chiedo, è se sarò in grado di andare in Piazza Duca d’Aosta a Milano, quella meravigliosa che ospita la Stazione Centrale, senza ripensare ad Addendum. Un pericolo, quello dei mostri, certo frutto della strepitosa immaginazione dell’autore, ma molto suggestivo.
Anche per questo si tratta di un libro che ha lasciato il segno.
Concludendo, quindi, suggerisco di leggere Addendum a chi ama le storie horror. A chi ama leggere libri che non si dilungano e vanno dritti al dunque. A chi ama immergersi in avventure surreali fatte di mostri e sangue. A chi ha voglia di perdersi in un trama che coinvolge e tende la mano al lettore senza stringere troppo.