John McDillan e il Bizzarrismo
Caro iCrewer, mi sono dedicata negli ultimi giorni ad un’interessante alternativa lettura, un’opera che ti avevo segnalato poco tempo fa e che mi aveva incuriosita molto; si tratta de 17 Novelle Bizzarre + 1, una serie di racconti scritta da John McDillan, pubblicata in self.
Bisogna prepararsi un po’ mentalmente prima di iniziare a leggere questo libro perché è davvero… bizzarro; può sembrare scontata la considerazione, visto il titolo che lo dichiara apertamente, ma in realtà il vero “bizzarrismo”, a parer mio, è più astutamente nascosto tra le righe e non nelle parole strampalate che usa l’autore nei suoi versi. E vi spiego tra poco il perché.
Il primo impatto è quello di venir catapultati ad una fiera colma di saltimbanchi, giocolieri, maghi e personaggi d’altri tempi, ritrovandosi in un immaginario un po’ retrò, oserei dire nostalgico, soprattutto se chi legge appartiene ormai agli over 40…
In ogni racconto si fa la conoscenza di esibizionisti (nel senso che esibiscono una qualche loro peculiarità) e di spettatori, di personaggi bizzarri e di normaloidi (così vengono definiti dall’autore stesso) che in qualche modo arrivano ad un confronto, dietro la scenografia di scene simil circensi e folcloristiche.
Se si riesce a superare il preconcetto che John McDillan utilizzi termini ingarbugliati, risillabati e onomatopeici – che di prim’acchito paiono più adatti a favole per bambini – per fare solamente scena o mascherare un non-talento, si entra in un mondo molto molto interessante e profondo (l’interiorità emotiva dello scrittore stesso?) e si traggono molti spunti di riflessione riguardo ai sentimenti umani, ai pregiudizi, alla tolleranza e al condizionamento culturale, cui a parer mio siamo tutti sottoposti.
“Perché non esco? Bella domanda…” Potrebbe finalmente dar risposta ai suoi dubbi, avere una visione chiara dei suoi interrogativi!” “Perché… Perché… Beh, perché ci sono troppi uomini che non si comportano come le zebre…”
“In che senso?” “Eh… Tanti sensi…” “Dimmene almeno uno, ti ascolto caro…”
“Ok… Allora… Le zebre sia che sono bianche con le strisce nere, sia che siano nere con le strisce bianche, hanno la dignità di chiamarsi sempre “zebre”, e non “zebre bianche con le strisce nere” o “zebre nere con le strisce bianche”, comprende?”
“La seguo…”
“Invece, degli esseri umani come mia madre, che hanno la pelle diversa da lei, chiamano mia madre una “verde senza speranza”… Non mi sta bene… Perché fanno questo? Perché le zebre, che sono bestie non notano le piccole differenze, e gli umani che sanno parlare, sì?” “Eh… Lo so mio caro… Purtroppo questo mondo è così…”
“Bizzarro… Troppo a volte…”
“Ma non esci solo per questo?”
“No”.
“Ah… E cos’altro c’è allora?”
“Io… Io… Io mi vergogno terribilmente…”
“Di cosa mio caro?”
“Beh, a lei lo posso dire, sono colorato da mamma e papà come “bianco luna”…
E se poi non riuscissi a vedere i miei simili come persone normali, come fanno le zebre?
Non me lo perdonerei…
Mi vergogno di essere un “bianco lunare”…
Perché vorrei essere un umano e basta…”
“Allora esci, e sii un umano e basta… Sarai un animo nobile… Né bianco lunare né verde speranza né bianco come me e neppure nero, giallo o rosso… Un umano...”
I 17 racconti sono tutti diversi ma sono legati da un filo comune e da intrecci che risultano comprensibili ovviamente solamente leggendoli tutti.
La gente, cominciava ad abituarsi al Bizzarrismo, infatti non capiva, ma continuava ad ascoltare…
L’autore si dichiara promotore di questo nuovo genere di lettura, il Bizzarrismo: ora, io comprendo la necessità sentita da chiunque per inquadrare un’opera in una determinata area, per facilitarne l’archiviazione o il riconoscimento immediato ma… personalmente in questo caso – e oserei dire in molteplici forme di espressione artistica – non ve n’è affatto bisogno. L’autore, seppur a intuito ancora in crescita, ha tutte le capacità e potenzialità per poter esprimere il messaggio che desidera anche senza appellarsi a questo o ad altro genere; ritengo la sua scrittura molto comunicativa e avverto lo spirito artistico del personaggio attraverso molte sfumature, comprese le illustrazioni utilizzate tra un capitolo e l’altro e lo stesso design della cover, realizzate tutte da John McDillan.
Ovviamente non posso e non voglio spoilerare alcunché, ma vi assicuro che anche il finale è tutto da scoprire.
Sono quindi a consigliare questa lettura a chiunque abbia voglia di affrontare un genere nuovo, bizzarro o meno che sia, e a godere delle molteplici sottigliezze che si trovano in 17 novelle bizzarre + 1, un’opera sicuramente originale e davvero piacevole da gustarsi, magari in compagnia di una buona tazza di tè e di un dolce… triscotto.