Niente cinquina ma un‘inedita gara a sette per la finale del la LXXVI edizione del Premio Strega. Per la prima volta nella storia del blasonato riconoscimento letterario due titoli sono stati ammessi ex aequo al quinto posto, mentre il settimo in virtù dell’articolo 7 del regolamento di votazione è un libro pubblicato da un editore medio-piccolo.
Premio Strega i 7 finalisti
Sono in gara:
- Mario Desiati con Spatriati (Einaudi) con 244 voti. Romanzo che racconta un’amicizia in cui gli opposti si attraggono ma soprattutto in cui si racconta una generazione, quella dei quarantenni di oggi, che si sono liberati di molte catene e hanno viaggiato lontano per conquistare (o forse no) il mondo;
- Claudio Piersanti con Quel maledetto Vronskij (Rizzoli) con 178 voti. Romanzo che indaga la solitudine di un uomo abbandonato all’improvviso dalla moglie che credeva unita a lui da un legame incrollabile, il quale poi attraversa questa assenza abbandonandosi alla lettura di Anna Karenina;
- Marco Amerighi con Randagi (Bollati Boringhieri) con 175 voti. Affresco generazionale che esplora la crescita e l’evoluzione (o involuzione) di giovani uomini che attraversano la vita come una sfida o come una rinuncia, il tutto incastonato in un lessico familiare tra il lirismo tradizionale e una lingua sempre rinnovata e creativa;
- Veronica Raimo con Niente di vero (Einaudi) con 169 voti. Il suo romanzo, ritratto feroce ma anche dissacrante di una giovane d’oggi tra desiderio sessuale, ossessioni familiari e cortocircuiti sentimentali, un po’ alla Fleabag, ha anche vinto il premio Strega Giovani 2022;
- Fabio Bacà con Nova (Adelphi) con 168 voti. È un romanzo sperimentale e al contempo compiutamente letterario, che naviga le nevrosi ma anche l’insondabilità della vita quotidiana più spiccia, con un protagonista tanto ordinario quanto unico;
- Alessandra Carati con E poi saremo salvi! (Mondadori) con 168 voti. Una saga familiare incentrata su Aida, giovane profuga bosniaca che deve ritrovare una dimensione e una crescita in Italia, sospesa tra famiglia e mondo esterno entrambi non sempre accoglienti;
- Veronica Galletta con Nina sull’argine (minimum fax) con 103 voti. Libro incentrato su una professionista siciliana catapultata al Nord in un lavoro che sembra mostrarle solo le contraddizioni e la spersonalizzazione della vita.
Questi i voti ottenuti dagli altri libri in gara, con lo spoglio che si è tenuto al Teatro Romano di Benevento: Alessandro Bertante, Mordi e fuggi (Baldini+Castoldi) 159 voti; Jana Karšaiová, Divorzio di velluto (Feltrinelli) 124 voti; Daniela Ranieri, Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie) 122 voti; Davide Orecchio, Storia aperta (Bompiani) 112 voti; Marino Magliani, Il cannocchiale del tenente Dumont (L’Orma) 57 voti.
Hanno espresso la propria preferenza 593 tra voti singoli e voti collettivi, su 660 aventi diritto: a quelli dei 400 Amici della domenica si aggiungono 220 voti espressi da studiosi, traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da oltre 30 Istituti italiani di cultura all’estero, 20 lettori forti e 20 voti collettivi espressi da scuole, università e gruppi di lettura, tra cui i circoli costituiti presso le Biblioteche di Roma.
La proclamazione dei sette finalisti
La proclamazione della rosa finale è avvenuta mercoledì 8 giugno in diretta streaming dal Teatro Romano di Benevento su RaiPlay. La conduzione della cerimonia è stata affidata a Stefano Coletta, direttore Intrattenimento Prime Time Rai, che ha intervistato i 12 candidati al Premio mentre sul palco avveniva in diretta lo spoglio dei voti, al termine del quale Emanuele Trevi, presidente di seggio e vincitore dell’ultima edizione dello Strega con “Due vite” (Neri Pozza), ha proclamato i finalisti.
A giugno gli autori candidati e finalisti alla LXXVI edizione del Premio Strega saranno ospiti di festival e manifestazioni culturali in tutta Italia. L’elezione del vincitore si svolgerà giovedì 7 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma e sarà trasmesso in diretta televisiva da Rai Tre, per la conduzione di Geppi Cucciari.