Se non parlano di stelle i poeti, chi potrà mai alzare lo sguardo e leggere il cielo?
E niente oggi ho l’attacco che vaga sul romantico, e ti invito a sognare. Oggi si immagina e ti invito a lavorare di fantasia. Del resto se non lavora di fantasia chi ama la poesia, (oddio la rima baciata involontaria anche no…) chi mai potrà essere abilitato a farlo? E quindi, immaginiamo. Immagina la letteratura come un cielo stellato, un cielo immenso popolato di stelle, astri, pianeti, galassie e meteore, immagina qualche stella splendere più delle altre, una grande supernova che irradia tanta luce intorno a se e che illumina e fa brillare di luce riflessa tutto il buio attorno: questa stella è la poesia, i cui riverberi luminosi illuminano il cielo scuro, proprio come certi giorni tetri (e chi non ne ha…) possono essere illuminati da parole che toccano e riscaldano il cuore. E vabbè, pensi che più che poetica, oggi, sono patetica? Può essere! Consentimi, se hai la bontà di leggermi, di essere pate-poetica un pochino pure io con i miei cieli stellati, forse un po’ arrugginiti… Potenza di un titolo e di cosa può ispirare: perchè tutto questo antipasto di parole mi porta semplicemente a parlare di un libro di poesie che voglio porre alla tua attenzione (sì, noi che amiamo la poesia siamo strani, a volte).
Ebbene mi spiego meglio e richiamo la tua attenzione su una raccolta di poesie il cui titolo è Il venditore di stelle e quindi eccoti spiegato l’arcano! Da questo titolo è uscita tutta la tiritera iniziale. Sarà deformazione mentale la mia, ma se non si disquisisce in una rubrica che tratta di poesia, dove si può disquisire?
Sii seria stai pensando? E serietà sia, adesso. Il venditore di stelle, è una raccolta di poesie di un autore ucraino, Oleksandr Irvanets, tradotta in italiano da Paolo Galvagni, il quale cura una collana di poesia slava per una piccola casa editrice salentina, I Quaderni del Bardo.
Oleksandr Irvanets è nato a L’viv, importante centro culturale dell’Ucraina sud-occidentale, nel 1961. Poeta, narratore drammaturgo e traduttore, la cui poetica si è evoluta, stando a quanto lui stesso afferma, in gioventù scriveva versi lirici e d’amore, “poi il vino è diventato aceto e la satira ha preso il sopravvento”.
“La poesia di Irvanets“, scrive Paolo Galvagni, “è chiaramente declamatoria, sagace, ironica e romantica al tempo stesso, con tutti questi tratti ricorda l’opera dei cabarettisti dei poeti chansonnier.”
Oleksandr Irvanets si può definire un rappresentante del post-moderno ma con delle punte provocatorie rivolte sopratutto a persone e fatti di vita quotidiana: ed è proprio nel quotidiano che scova, ascolta e fruga con occhi tristi e voce stanca mentre il disincanto prende il sopravvento.
Forse per questo il poeta vende stelle, quando la durezza del quotidiano vivere fiacca gli entusiasmi e la realtà appare nuda e cruda: egli cerca parole come astri ad illuminare il buio fitto di notti senza luna.
Paolo Galvagni, è nato a Bologna nel 1967. Laureato in Lingue e letteratura russa, ha frequentato corsi di russo e ucraino presso l’Università Nazionale di Kiv. Collabora con diverse riviste letterarie e di poesia e ha tradotto alcuni dei principali poeti russi e ucraini viventi tra cui, appunto, il nostro Irvanets.