Alana e Lolita nemiche amatissime
Quando ho visto la cover di questo libro di Irene LeGentil mi sono detta: devo leggerlo. Una ginnasta sulla copertina mi ha proiettato in un mondo che conosco anche se lo sfondo della cover mi lascia qualche dubbio… e anche l’atleta.
La trama poteva risultare banale se si fosse sviluppata la solita storia d’amore tra atleti ed altrettanto scontata se basata sulle rivalità, invece l’autrice è riuscita a far convergere diversi eventi in modo semplice e senza voli pindarici, rendendo la lettura intrigante e sempre scorrevole.
Alana è la ginnasta protagonista indiscussa di tutto il romanzo, ma è anche figlia, ragazza, amica. Alana è soprattutto sola. La solitudine di questa ragazza traspare dalle descrizioni che ne vengono fatte: i suoi atteggiamenti, le scelte obbligate, le parole non dette sono indice del suo stato d’animo. Sarà proprio la presa di coscienza di chi lei sia a farle alzare la voce e riprendersi il suo posto nel mondo.
Coprotagonista è Derrick, opposto ad Alana sia per il vissuto che caratterialmente, sarà la sua ancora di salvezza. Abilmente Irene LeGentil si sofferma sulle caratteristiche fisiche del coach per far ruotare attorno a lui le altre figure femminili e sminuirle in quanto attratte solo dall’esteriorità. Carattere forte e deciso, così come un vero allenatore deve essere, riuscirà ad arrivare al suo obiettivo professionale.
Ho trovato molto ben descritte le atmosfere che si creavano nei vari ambienti, il pathos di alcuni momenti lo si sente mentre si legge; le emozioni emergono prepotentemente e ti incollano alle scene descritte. Forse avrei insistito di più con le descrizioni degli ambienti, mi spiego: che l’appartamento di Marco sia lussuoso lo possiamo capire da alcuni elementi ma forse qualche particolare in più avrebbe aiutato. Milano poteva essere lo spunto per descrivere in modo più approfondito la differenza tra i vari quartieri e quello che ci si svolge.
In tutto questo ti chiederai: e Lolita? Lolita non c’è più, grazie al coraggio, a una vita ritrovata, a nuove scelte e consapevolezze.
Perché non cinque stelle? Perché le avrei date se non avessi letto l’epilogo:troppo scontato. Fermarsi una pagina prima avrebbe lasciato al lettore la possibilità di immaginare.