Parlare in pubblico – public speaking in lingua inglese – rappresenta per molti una fonte di ansia e preoccupazione: la platea ti attende, è gremita, e tu sei lì con il tuo bel discorsetto su carta stampata – magari scritto di tuo pugno con quelle mille cancellature segno di notti insonni – oppure impresso nella mente.
Sui fogli ben stretti tra le dita inizia ad intravedersi quell’alone chiaro che propaga dalla morsa delle tue mani, deglutisci una, due, tre volte, e ti sembra che la salivazione ti si sia azzerata, puoi udire distintamente i battiti del tuo cuore e il respiro accelerare: in questo momento l’unico pensiero che la tua mente concepisce è quello che ti vede fuggire a gambe levate da quegli occhi che ti fissano in attesa del tuo intervento.
Eppure devi sapere, caro lettore, che molti oggi soffrono di questa fobia: è una patologia, se così si può definire, piuttosto comune che affligge persino persone note come Margaret Hilta Thatcher. Ebbene sì, l’allora primo ministro britannico, nonostante la sua tempra ed il soprannome che la designa come una Lady di Ferro, temeva il momento in cui doveva rivolgersi al pubblico. E allora com’è che ha ovviato al problema? Semplicemente prendendo delle lezioni di dizione.
Superare la paura di parlare in pubblico non è per nulla impossibile: anche tu puoi riuscirci.
Un articolo pubblicato qualche tempo fa sul The Guardian ha reso noto che le difficoltà di rivolgersi ad un nutrito parterre di spettatori riguarda più le donne che gli uomini: sembra surreale ma è così. Le donne, che si nutrono di pane e grinta e che i soliloqui sono per loro cibo quotidiano, si trovano in questa posizione – diciamo di svantaggio – rispetto agli uomini.
Questo concetto è stato rafforzato dalla sociologa Anne Karkf, che ha improntato un proprio intervento, sempre sul quotidiano su citato, autrice, peraltro, del libro The human voice: the story of a remarkable talent.
Cosa accade esattamente nella mente di ciascuno di noi quando dobbiamo parlare in pubblico? Le gambe sembrano molli come gelatina, le mani vengono colte da questa imbarazzante iperidrosi palmare, la gola diviene arsa come se ti trovassi nel deserto e il cuore martella nel petto quasi volesse scappare via; l’agitazione tipica di questi momenti, unita a questi sintomi, influisce sul ritmo respiratorio impendendo che le parole vengano pronunciate distintamente, e le donne, poi, sono penalizzate anche dalla loro costituzione fisica e dal loro timbro di voce di sovente meno possente.
Gli psicologi, tuttavia, distinguono la notoria ansia da public speaking dalla fobia sociale: mentre la prima è notoriamente una preoccupazione comune, la seconda è un qualcosa di diverso e più intimo, se vogliamo: la persona, in questo caso, nutre timore di parlare a gente appartenente alla sua stessa cerchia e che in teoria conosce.
Come superare e riuscire ad affrontare la platea senza essere colti da quell’ansia che ci attanaglia? Innanzitutto è bene circondarsi di pensieri positivi, ad esempio potresti pensare al tuo luogo felice, a spiagge assolate, montagne innevate o ad una libreria perché no; insomma una località che ti riesca a tranquillizzare e che ti infonda sicurezza. Acquisisci quelle che sono le note tecniche di rilassamento e, infine, impara ad utilizzare quello che è il classico linguaggio non verbale.
«La parola giusta può essere efficace ma non c’è mai stata parola più efficace di una pausa fatta al momento giusto.» (Cit. Mark Twain)
Se proprio poi volessi dei veri e propri sostegni in merito al parlare in pubblico, ti posso suggerire due volumi che ho trovato interessanti e che potrebbero, realmente, aiutarti non solo a superare questa tua preoccupazione ma anche a farti carpire quelli che sono i segreti e i sotterfugi delle grandi conversazioni alle platee. Inziamo con Comunicare come Steve Jobs un testo Carmine Gallo «Molti provano timore o imbarazzo quando devono parlare in pubblico, eppure tutti possono comunicare le proprie idee in maniera vincente.»
L’autore, dopo aver analizzato le migliori conferenze, intervistato i più brillanti relatori e studiato con psicologi, esperti di comunicazione e neuroscienziati, ha individuato i 9 fattori chiave che caratterizzano un discorso efficace e vincente.
Ti indico, altresì, Solo applausi di Ciro Imparato “Solo applausi” è un libro per tutti: sia per chi desidera superare definitivamente la paura di parlare in pubblico sia per chi, già esperto, desidera diventare ancora più coinvolgente. Leggendolo, scoprirai che parlare in pubblico può aiutarti in tutte le occasioni della vita: non solo quindi per conquistare una platea o guadagnare di più ma anche per avere nuovi amici e vivere con piacere ogni incontro. Il metodo esclusivo, messo a punto dall’autore in anni di studi ed esperienza sul campo, si basa su quattro step: acquisire padronanza del corpo e della voce, sciogliersi e sentirsi a proprio agio, usare il potere delle emozioni, creare discorsi efficaci.
Ciò che rende unico questo libro è il rivoluzionario concetto di Sistema Automatico del Linguaggio, che permette di vedere per la prima volta la comunicazione come un insieme indissolubile di voce, movimenti, emozioni, parole e argomenti collegati alla memoria. Allenando opportunamente questa capacità con l’esclusivo esercizio CSNF (parlare Come Se Nulla Fosse), la tua mente e le tue azioni diventeranno una cosa sola, imparerai a provare un senso di profondo benessere e raggiungerai il massimo dell’incisività e dell’autorevolezzza. Inoltre, una nuova versione del metodo FOURVOICECOLORS® – testato con successo da m…gliaia di persone – ti consentirà di mettere in sequenza le emozioni come in un brano musicale. Il risultato sarà che tutti ti ascolteranno con grande interesse perché saprai scegliere gli argomenti…»
Ad ogni modo che tu sia un oratore nato, che lo diventerai o che tu non lo voglia mai essere non importa: esprimi sempre le tue idee, oralmente o per iscritto, non celare mai il tuo essere e lascia librare in volo i tuoi pensieri.
«Tutti i grandi oratori furono all’inizio pessimi parlatori.» (Cit. Ralph Waldo Emerson)
Ti ringrazio per aver illustrato questa paura che è anche mia. Un timore con cui per via un po’ il mio lavoro è un po’ del mio passatempo preferito devo convivere, la prossima intervista o intervento pubblico proverò ad usare i tuoi consigli 😜.