In La ballerina di Auschwitz la vera storia di Edith Eva Eger che scampò all’Olocausto: un racconto di coraggio, di forza di volontà e di speranza.
La ballerina di Auschwitz è un saggio che ci regala la speranza che tutto è possibile, che non bisogna mai smettere di crederci perché la gioia di vivere può salvarti anche nelle situazioni più drammatiche.
Un orrore, quello dell’Olocausto, difficile da dimenticare, e difficile è anche pensare a come sopravvivere in luoghi come un campo di concentramento.
Ma è proprio ciò che è successo a Edith Eger, quando a sedici anni vi è stata rinchiusa insieme alla sua famiglia e la cui storia è narrata da lei stessa, novantaquattrenne psicoterapeuta che ora vive in America.
Edith Eger dovrebbe essere letta da chiunque abbia a cuore la propria libertà interiore e il futuro dell’umanità – The New York Times
Un luminoso esempio di resilienza umana – Kirkus Reviews
La ballerina di Auschwitz: la trama
Edith ha sedici anni e vive in Ungheria in un periodo in cui essere ebrei è molto pericoloso. Edith ha una passione, la danza, e il sogno di arrivare alle Olimpiadi. All’indomani dell’occupazione nazista della sua città viene deportata a Auschwitz in un carro bestiame con tutta la sua famiglia.
Ma Edith non smette mai di pensare alla vita e al suo fidanzato Eric: questo le dà la forza e il coraggio di sopravvivere agli orrori del campo di concentramento.
Insieme alla sorella Magda riuscirà a salvarsi e a tornare a casa, ma anche ricominciare può essere difficile quando si è pieni di sensi di colpa. In La ballerina di Auschwitz si troverà, quindi, di fronte a un bivio: se è vero che non si può cambiare il proprio passato, si può scegliere il presente e il futuro e in ogni situazione della nostra esistenza spetta a noi scegliere come affrontare le sfide più difficili. Sceglierà, quindi, la vita, con una determinazione che è una lezione di resilienza.
Intenso, commovente, aspro e luminoso allo stesso tempo, La ballerina di Auschwitz è il grido di una ragazzina travolta dal Male, ma forte abbastanza da rinascere a nuova vita… ancora sulle punte.
Chi è Edith Eva Eger
Nasce nel 1927 in Ungheria da famiglia ebrea. Da piccola eccelle nella ginnastica e nella danza, ma le leggi antiebraiche emanate dal governo ungherese del 1942 la costrinsero a lasciare l’attività sportiva prima, e a vivere in un ghetto poi. Nel 1944 fu deportata ad Auschwitz insieme alla sua famiglia i cui membri morirono presto nelle camere a gas.
Lei e la sorella Magda sopravvissero, dopo un’odissea che le ha viste essere trasferite prima a Mauthausen e poi a Gunskirchen. Edith scrisse le sue memorie nell’autobiografia The Choice – Embrace the Possible, pubblicata in Italia da Corbaccio nel 2017 con il titolo La scelta di Edith e da cui è stato tratto un adattamento cinematografico che ha vinto l’Impact Award al Festival di Giffoni 2022.
Nella sua biografia racconta di essere stata costretta a danzare per Joseph Mengele, il medico detto ‘L’Angelo della morte’, sulle note del valzer Sul bel Danubio blu, ricompensandola poi con un pezzo di pane che lei divise con le compagne di prigionia. Edith si trasferì negli Stati Uniti dove decise di aiutare persone che, come lei, hanno subito traumi, studiando e diventando psicoterapeuta specializzata in trattamento del disturbo da stress post-traumatico. Oggi Edith ha 94 anni.
Oltre a La scelta di Edith e La ballerina di Auschwitz, Edith Eva Eger è autrice anche del saggio Il coraggio di rinascere – Lezioni di resilienza (Corbaccio, 2021), in cui insegna a superare i traumi attraverso la resilienza.