«Quarant’anni di viaggi ti hanno insegnato, più o meno, a dormire seduto sulla poltroncina di un aereo, a chiudere gli occhi e riaprirli perfettamente riposato dodici, diciotto, ventiquattro ore dopo. A parte la disidratazione, si direbbe che hai un problema con la veglia. L’esistenzialismo avrebbe dovuto insistere di più sul concetto di comfort».
Intuitivo, sarcastico, ironico, scettico ma senza dubbio in possesso di uno spirito critico che incuriosisce e attira. Ti presento lo scrittore Fabrizio Petrarca, 46 anni, romano, autore di Tropicario italiano, un libro molto particolare uscito da pochissimi giorni, edito da 66thand2nd. Di professione fa l’editor presso West Egg Editing & Oltre e non ama Facebook, lo ha detto apertamente in una intervista rilasciata durante il salone di Torino, esperienza alla quale è molto legato e lo coinvolge direttamente da 10 anni.
“Non ho Facebook, uso Instagram perchè non c’è il vincolo della parola e solo per postare qualche foto” afferma Petrarca “Condivido Eco quando affermava che allargando la piazza, si è aperta la porta ai cretini o agli webeti come qualcuno li ha definiti. Nel 92/93 si navigava negli scantinati sentendoci dei pionieri, si pensava che avrebbe allargato gli orizzonti e invece è diventata una vetrina per vendere i prodotti, lavoro, o usare il lavoro degli altri senza avvisare. Più che liberarci, internet ci ha rinchiuso in una gabbia illimitata, per questo amo la televisione degli anni ’80, sa di casa, ciclica, ripetitiva. Internet è come un grande fratello che ci guarda e dal quale non puoi più scappare”.
Per seguire il consiglio del caro Ernesto Calindri, e non farsi logorare dalla vita moderna, Fabrizio, con il suo Cynar sul tavolino, ha scelto di vivere e scrivere in una casa su una spiaggia vista mare e questo, senza dubbio ha influito positivamente sulla sua creatività. Nel suo curriculum letterario troviamo due saggi: Leopardi e l’invenzione della moda pubblicato nel 2008 con Gaffi Editore, con il quale ha vinto il Premio Cardarelli della Critica Letteraria e Seminario Montale distribuito nel 2011 dalla stessa casa editrice. Non è tutto, dal 2012 ad oggi ha scritto tre romanzi, Qualcosa abbiamo fatto distribuito da Gaffi, Tokyo transit edito da 66thand2nd e L’amore per nessuno con Minimum fax.
Il nostro scrittore, amante del passato ma con lo sguardo attento al presente e alle evoluzioni del futuro, ha pensato bene di rimettersi a scrivere; questa volta a “farne le spese” nel suo libro è il turismo del nuovo millennio, quello dei cataloghi, in qualche modo, lontano dal concetto di turismo reale dove il viaggio non è concepito nella sua autenticità ma il più delle volte costruito per nuove esigenze commerciali. Una realtà di certo meno obiettiva che non considera “i traumi” e gli “imprevisti” che, a suo dire, renderebbero il percorso turistico più vicino alla realtà restituendo allo stesso la sua dimensione. È giusto pensare se esistono ancora i viaggi di una volta? Per capire meglio le differenze Petrarca si rifà alle esperienze di viaggio di personaggi celebri del nostro novecento come Moravia, Pasolini, Soldati e Manganelli, senza trascurare le sue esperienze intorno al mondo nelle quali, con l’occhio esperto di chi è attento ai cambiamenti, ha voluto fotografare le contraddizioni di un turismo identificato come “contemporaneo.” Ma è quello che vogliamo davvero?
A te la scelta! Se vuoi comprendere meglio il punto di vista del nostro scrittore, non devi fare altro che leggere il suo libro che ti ricordo è già disponibile.