Disponibile dal 30 aprile Il fiume infinito di Mathijs Deen, edito Iperborea e tradotto da Chiara Nardo. Il fiume infinito. Storie dal regno del Reno è un un viaggio tra geologia e immaginazione, storia e mito, un viaggio sulle sponde del Reno per ricostruire il ritratto di un fiume icona d’Europa.

Un reportage che unisce saggistica con letteratura di viaggio affrontando tematiche scientifiche e storiche tanto antiche quanto contemporanee.
Il fiume infinito: la trama
«Il Reno c’è sempre stato.» Entità arcana, non ha un inizio né una fine. È inutile cercarne le sorgenti nelle nevi alpine, perché le sue acque sono fatte di pioggia e di tutti i fiumi, ruscelli e rigagnoli del suo regno. Inutile anche risalire alle sue origini nel tempo, perché la storia geologica, con i suoi terremoti e nubifragi, le sprofondano in un momento indefinito in cui le Alpi non erano ancora emerse dal mare.

Così, dopo una carrellata in time-lapse degli sconvolgimenti geologici tra il Mesozoico e il primo Cenozoico, per fare il ritratto del Reno, Mathijs Deen rivolge lo sguardo ai suoi remoti abitanti – esseri umani ma anche ippopotami, tapiri, elefanti – trasformando la Storia in storie: l’avventura di una povera femmina di salmone di tre milioni d’anni fa che risale il fiume per deporre le uova e trova tutto cambiato; la vita, la malattia e la morte della «ragazza di Steinheim», l’essere umano più antico vissuto sul Reno di cui ci sia traccia.
Ma anche le storie di un fiume teatro di guerre, dai successi romani contro i frisi e i cauci fino all’orrore negli occhi di un capitano tedesco che, il 7 marzo 1945, vede gli americani assaltare il ponte a Remagen; e la felicità di due abitanti dell’ex DDR quando finalmente visitano la rupe della ninfa Lorelei cantata da Heine.
In un intreccio di storia, reportage e spunti autobiografici, la scrittura «vaga in quella terra di nessuno tra l’uomo e la natura, la fantasia e la scienza», e l’autore, «piccola presenza accidentale» nell’enorme meccanismo senza vita della natura, si lascia affascinare dal lavorio incessante dell’umanità sulle sponde del Reno, mentre lui, il Reno, scorre indifferente verso il mare.
Estratto
Ecco un breve estratto di Il fiume infinito per entrare a pieno nella storia del Reno.
Due giorni dopo la festa di matrimonio, di mattina molto presto, tornai sulla terraferma croata. A metà traversata spuntò l’alba. Il cielo si tinse di arancio sopra le montagne del Carso, che si ergevano all’orizzonte come un’ondata di roccia, alta un migliaio di metri e infinitamente lenta.
Guardai il mare, vidi i pescherecci beccheggiare, qua e là affioravano pinne di delfini. Non c’era vento e l’acqua era uno specchio, tranne che per un’increspatura lungo tutta l’ampiezza del mare, ma non più alta di mezzo metro. Solo dopo aver scrutato per un po’ l’orizzonte riuscii a vedere che si stava lentamente propagando da nordest a sudovest.
Consultando la mia app per la rilevazione dei terremoti seppi che c’era stata una piccola scossa appena fuori dalla città costiera di Sebenico, non lontano a nordest di Lissa. Lì il mare era costellato di isolotti che svettavano sull’acqua come piccole cime di montagna. La scossa non aveva superato i 4,2 gradi della scala Richter, appena sufficienti per un’increspatura sul mare, segnalazioni sparse di pavimenti scricchiolanti e di bicchieri caduti dai bordi dei tavoli.
Chi è Mathijs Deen

Mathijs Deen è uno scrittore e giornalista olandese, autore di reportage, documentari, programmi radiofonici, saggi narrativi, racconti e romanzi che gli sono valsi importanti riconoscimenti di pubblico e critica. Iperborea ha pubblicato Per antiche strade, che combina ricerca storica, diario di viaggio e racconto, e il romanzo La nave faro.