Caro iCrewer ultimamente sto leggendo libri che ritengo in linea con i tempi attuali e sono contenta, perchè mi danno l’opportunità di conoscere nuovi autori. È il caso di questo libro di Laura Vegliamore, che esordisce per Words Edizioni, con il romanzo
Novembre
Una storia piena di situazioni, luoghi, ricordi questa di Laura Vegliamore. Le descrizioni dei personaggi, di ciò che sentono, provano, sono scritte utilizzando un lessico accurato e particolareggiato, raramente usato.
Mi ha sconvolta, avvinta, mi ha fatto percepire l’angoscia di alcuni personaggi, la voglia di vivere di altri, una storia pesante a metà tra l’amore e il dolore, ma anche di rinascita.
I libri non servono per sapere ma per pensare, per interrogarsi al di là del significato abituale delle parole scritte. Novembre di Laura Vegliamore è anche questo.
Nulla è lasciato al caso, anche il continuo “saltellare” tra le due città Parigi e Roma, come i salti temporali, oggi/ieri/oggi, che pur rallentando il ritmo ti danno subito la dimensione della quantità di stati d’animo che incontrerai leggendolo; non ci sono titoli ad alternare i capitoli solo numeri, che indicano un orario… quello che scandisce un’attesa, che può essere piacevole o amara, dipende dallo stato d’animo del personaggio di turno.
Un caso anche la scelta del titolo?
Novembre di Laura Vegliamore
Io dico che è un atto dovuto, una specie di shoah, un modo per non dimenticare, attraverso un romanzo, un fatto eclatante accaduto esattamente cinque anni fa, il 13 novembre 2015 – la storia della Francia e dell’Europa è cambiata n 40 minuti – nessuno immagina, nessuno sa, ma i morti sono stati tanti…
Sembra quasi che la scrittrice si sia trovata in quel putiferio e che solo un caso fortuito l’abbia salvata, proprio come Adriano il protagonista, un ragazzo che si trova a Parigi soltanto da sei mesi, fuggito da Roma per un senso di colpa che lo perseguita nei confronti del fratello gemello Leonardo, del suo amore giovanile Claudia, fuggito da una vita che non sente più sua.
Solo una cosa esisteva.
Immersa in un blu intermittente e spettrale, avvolta dal freddo immobile e spento.
Solo una esisteva, si muoveva. Viveva.
Solo il sangue.
Sull’avambraccio, tra le pieghe dei jeans, sulla maglietta.
Insolito e ingombrante, fermo e umido. Era quello il fastidio che riusciva ad accettare, l’unica cosa sopportabile. Non le sirene assordanti, non le urla e, assolutamente, non la morte.
Solo l’ancestrale, quasi confortevole presenza del sangue addosso.
Tenendo Adriano per mano viviamo con lui e attraverso lui, passeggiamo per Parigi e conosciamo Matilde, paffutella con lunghi capelli rossi e grandi occhi castani, con la quale si innesca uno scambio d’intenti come pochi; veniamo trasportati nella sua anima tormentata tornando a Roma dove c’è la sua casa, suo fratello, suo padre, Claudia.
Proviamo il suo amore/odio, la sua impotenza, ma anche l’amore fraterno e paterno, ed è qui che la scrittura di Laura Vegliamore esplode:
“… Adriano non chiese oltre, si fece bastare il tremito sottile della voce di Leonardo per capire che qualcosa non andava. Aspettò che continuasse, ma lui cambiò discorso quasi subito. “Hai dormito un po’ negli ultimi giorni?”
Adriano scosse la testa.
“Immaginavo”. Le labbra si incurvarono appena. “Guarda che puoi dormire, la faccio io la guardia. Ti sveglio, se hai gli incubi” continuò, scimmiottando una frase di Claudia di parecchi anni prima. Adriano rise, ignorando la stretta dolorosa sotto lo sterno, di cui Leonardo parve accorgersi, invece. …”
Non riesco a trovare le parole giuste per definire il modo di scrivere della nostra autrice, ma ti posso assicurare caro iCrewer, che lascia il segno, scatena emozioni che ti travolgono, che ti fa pensare, delicata come una carezza, forte come un pugno.
La vita era troppa e troppo vicina, collideva coi suoi pensieri fragili, pareva romperli e mischiarli, portarli pericolosamente vicino alla notte che Adriano non doveva più guardare, non poteva lasciare entrare.
Novembre di Laura Vegliamore
È un panorama su cui non tutti si soffermano, ma bisogna leggerlo per capirne l’essenza, perchè ciascuno di noi ha un metro di giudizio personale… e devi arrivare alla fine!
Buona lettura.