Qualche tempo fa, Cristina ci aveva parlato dell’origine dei nomi della settimana, oggi, invece parleremo dell’origine dei nomi dei mesi. Nomi che impariamo fin da piccolini, partendo dal nostro mese di nascita, per poi imparare quelli associati ad eventi particolari, come Natale o la Pasqua.
Il calendario
Secondo l’enciclopedia Treccani, il calendario deriva dal latino calendarium. Con questo termine si indica “un sistema convenzionale di divisione del tempo“. L’intervallo base di tale divisione è l’anno, la cui durata (anno civile) è fissata in modo che coincida il più possibile con il movimento di rivoluzione della Terra intorno al Sole, noto anche come anno solare. È suddiviso in 12 mesi, a loro volta suddivisi in circa 4 settimane.
Ci sono diversi tipi di calendario. Quello attualmente in uso riprende il calendario di Numa Pompilio, il primo a introdurre i 12 mesi nell’Antica Roma. Successivamente riformato da Giulio Cesare, che introdusse l’anno bisestile e il calendario gregoriano. Nel 1582 il pontefice Gregorio XIII lo cambiò ancora, trasformandolo in quello ora vigente in quasi tutti gli stati. Durante la rivoluzione francese fu adottato un calendario fondato solo sul movimento del Sole e sul sistema metrico decimale: i 12 mesi avevano nomi caratteristici come vendemmiaio, brumaio, termidoro.
Come riporta l’Independent, il primo calendario della storia risale a circa 10mila anni fa: fu ritrovato in Scozia.
Origine dei nomi dei mesi
I nomi dei mesi li conosciamo tutti: gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno. luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre e dicembre.
Gennaio: il primo mese dell’anni deve il suo nome a Giano, il dio romano dai due volti che veniva considerato il protettore dei ponti e degli inizi. Gennaio infatti è il mese che segna il transito tra la fine dell’anno passato e l’inizio di quello nuovo. Secondo l’Oxford Dictionary l’introduzione di gennaio, così come quella di febbraio, è venuta solo con Numa Pompilio: prima i romani avevano considerato l’inverno un periodo senza mesi e l’anno ne contava solo 10.
Febbraio: viene da un verbo latino, februare, che significa “purificare”. I più svegli avranno notato che la radice della parola è la stessa di “febbre”, che infatti è la reazione del nostro corpo per combattere il malanno che lo ha colpito.
Marzo: essendo il mese della rinascita primaverile, marzo venne dedicata al dio Marte, divinità della guerra, ma anche della natura fertile e dei raccolti.
Aprile: l’origine di aprile è invece più dibattuta. Alcuni studiosi la fanno risalire ala parola etrusca Apro, che è il nome con il quale veniva chiamata Afrodite, la dea greca della bellezza e dell’amore. Altri, invece, ritengono che il giusto punto di partenza sia il verbo latino aperire (“aprire”): dopotutto è ad aprile che sbocciano (quindi si aprono) i fiori!
Maggio: il quinto mese era dedicato a Maia, l’antica dea della fertilità e della Madre Terra che poi, con l’avvento del Cristianesimo, venne soppiantata dalla Vergine Maria, madre di Gesù. Ancora oggi infatti, per i credenti maggio è il mese “mariano”.
Giugno: giugno è il “mese del Sole”, il mese che apre la stagione estiva e che i Romani dedicarono a Giunone, la sposa di Giove e protettrice del matrimonio.
Luglio: prima che Giulio Cesare introducesse il “suo calendario”, luglio era il quinto mese dell’anno ed era chiamato quintilis. Successivamente però, si decise di sostituire il nome con quello dello stesso condottiero – Iulius, “Giulio”, appunto – che tano contribuì alla grandezza di Roma.
Agosto: anche agosto aveva un altro nome (sextilis), ma per motivi celebrativi venne dedicato ad Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma.
Settembre; Ottobre; Novembre: Dicembre: settembre invece si chiama così proprio perché era il settimo mese del vecchio calendario romano, così come ottobre (era l’ottavo), novembre (il nono) e dicembre.