Caro lettore, oggi ti voglio parlare di Nagib Mahfuz, drammaturgo, giornalista, narratore, sceneggiatore e scrittore egiziano, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1988, per aver creato un’arte narrativa araba che si adatta all’intera umanità. Nel 1957 ha ricevuto, nella nazione natia, il premio di Stato per la letteratura.
Biografia di Nagib Mahfuz
È nato a Il Cairo l’undici dicembre 1911, da una famiglia della piccola borghesia. Ha sempre vissuto nella zona di Khān el-Khalilī, un mercato egiziano, il secondo più grande, dopo quello di Istanbul, di tutto il Vicino Oriente. L’unico scrittore arabo insignito del premio più importante per uno scrittore.
Ha iniziato a scrivere all’età di diciassette anni, ma la sua prima opera è stata pubblicata dopo una laurea in filosofia, quindi dopo ben undici anni, nel 1939. Le sue storie sono ambientate nella città che gli diede i natali, luogo che conosce molto bene e del quale sa trasmettere l’atmosfera anche se il racconto è ambientato lontano nel tempo, generando nel lettore forti emozioni.
Fino al 1972 è stato impegnato in ruoli istituzionali: consulente per gli Affari culturali al ministero della Cultura, direttore della censura per la Soprintendenza dei Beni artistici e culturali e, infine, direttore della Fondazione a sostegno del cinema.
Nel 1994 ha subito un tentato omicidio, in quanto accusato, dagli integralisti islamici, di blasfemia, in quanto oppositore dell’integralismo e sostenitore di un Islam moderato; è stato accoltellato, fuori dalla sua residenza, al braccio destro, riportando gravi danni ai nervi dell’arto colpito.
È morto nella città natale il trenta agosto 2006, all’età di novantaquattro anni, dopo un mese e mezzo di ricovero in ospedale, poiché era gravemente malato.
La sua attività letteraria è composta da otto pièce teatrali, alcuni testi definiti “teatro da leggere”, quindici raccolte di novelle, oltre quaranta romanzi, di cui circa la metà è stata trasformata in film, trasmessi in tutto il mondo in lingua araba.
Opere letterarie del Premio Nobel del 1988
Tra le sue opere principali voglio ricordare Un uomo da rispettare, dove il protagonista, Othman Bayyumi, è un impiegato, con l’ambizione di scalare le posizioni, fino alla sedia di Direttore. Trascorrerà la sua vita inseguendo il miglioramento che, quando arriverà, non donerà la felicità sperata. L’autore lascia al lettore il giudizio sul comportamento tenuto dall’arrampicatore sociale.
Sogni nel tempo della convalescenza, è un racconto autobiografico, in cui sono narrati alcuni momenti della sua vita, nonostante fosse schivo e riservato, quindi non amava parlare di sè; Il settimo cielo è un insieme di racconti, dove i temi principali sono il soprannaturale e l’aldilà.
Mīrāmār e La quaglia e l’autunno sono gli unici non ambientati a Il Cairo, ma basati su Alessandria d’Egitto. Il primo è ambientato nel 1966, nella pensione che dà il titolo al libro.
La sua opera più famosa è la trilogia del Cairo, dove sono raccontati cinquant’anni di storia dell’Egitto, attraverso una saga familiare: Tra i due palazzi, Il Palazzo del desiderio e La via dello zucchero.
Le altre opere sono: Akhenaton. Il faraone eretico, Canto di nozze, Karnak Café, Il caffè degli intrighi, Il giorno in cui fu ucciso il presidente. Le radici dell’odio in Egitto, Il ladro e i cani, Il mendico, Il miraggio, Il nostro quartiere, Il tempo dell’amore, La battaglia di Tebe, La maledizione di Cheope, La ricerca, La taverna del gatto nero, L’epopea dei harafish, Notti delle mille e una notte, Per le strade del Cairo, Principio e fine, Racconti dell’Antico Egitto, Vicolo del mortaio,… e, ancora, molti altri!
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!