Momenti e campioni sportivi in discipline differenti.
La vita di ognuno di noi è fatta di momenti, alcuni più belli di altri, perché più significativi; emozioni profonde capaci di incorniciare istanti che in qualche modo, rimangono indelebili nella mente e nel cuore. E se è vero che lo sport è vita allora lo stesso non fa eccezione. Chi ha scelto lo sport come parte integrante della propria vita sa bene che a renderlo unico nel tempo, sono stati proprio quegli istanti. Momenti e campioni sportivi lo hanno impreziosito e per alcuni versi anche cambiato per il significato che hanno assunto nel momento storico.
La storia ci rimanda davvero a molti e tutti importanti campioni di sport differenti; ogni disciplina ha avuto il suo campione speciale, l’evento più entusiasmante ma anche quello più drammatico, doloroso, ancora adesso ricordato per la durezza. Oggi ti parlerò di alcuni di essi, partendo, nel rispetto cronologico, da ciò che accadde nei primi anni del ‘900, un viaggio nel tempo che sono certa, ti colpirà…
Momenti e campioni sportivi che hanno cambiato la loro disciplina (dal ’36 al ’54)
Il nostro viaggio parte dal 1936, siamo in Germania. Il mondo dello sport è rivolto alle Olimpiadi di Berlino, chiamate dalla storia le “Olimpiadi della razza” volute da Hitler. Sul podio sale l’afroamericano Jesse Owens, lo fa per quattro volte conquistando l’oro nei 100m, 200m, 4×100 e salto in lungo. A fianco a lui, con il saluto nazista, sale sul podio il tedesco Luz Long, arrivato secondo.
Hitler decide di non stringe le mani dell’americano, ma il giorno successivo invia la sua foto in segno “di rispetto sportivo”. Tornato a casa di certo Owens non ebbe un trattamento migliore; il presidente americano Roosevelt, di proposito, non lo invitò alla Casa Bianca per il colore della sua pelle. Nonostante l’evento vissuto a Berlino, l’atleta americano è passato alla storia soprattutto come simbolo della lotta alla discriminazione razziale.
Facciamo un salto di due anni. Siamo nel 1939, entriamo nel famosissimo Yankee Stadium di New York, Dopo aver scoperto di avere la sclerosi multipla (verrà poi chiamata Morbo di Gehring) al centro dello stadio, il campione di baseball Lou Gehrig saluta i tifosi dei New York Yankees, con un bellissimo discorso d’addio. E un momento davvero rimasto alla storia, soprattutto per l’America così legata al suo campione.
A distanza di dieci anni e precisamente il 4 maggio del 1949, alle 17:05, l’aereo su cui volava la squadra di calcio del Torino si schianta contro il muro di sostegno del giardino della Basilica di Superga. La scomparsa di una delle squadre più forti della storia del calcio scuote il mondo sportivo tanto da riunire ai funerali più di un milione di persone. Lo scudetto fu assegnato al Torino a tavolino. La tragedia ebbe conseguenze molto forti; l’anno successivo, infatti, la Nazionale decise di andare ai Mondiali in Brasile con un viaggio in nave di tre settimane.
Siamo nel 1950. Il mondiale di calcio è ospitato dal Brasile. La finale si gioca tra la nazionale di casa e l’Uruguay. Il Maracanà è colmo di tifosi. Il Brasile passa in vantaggio con Friaca ma gli ospiti rimontano con Schiaffino e Ghiggia. Contro tutti i pronostici, come puoi immaginare, la coppa Rimet se la porta a casa proprio l’Uruguay che lascia lo stadio travolto da una tragedia.
Al fischio finale alcuni tifosi morirono d’infarto, altri si suicidarono gettandosi dagli spalti. Furono osservati tre giorni di lutto nazionale e per due anni il Brasile decise di non disputare altre partite cambiando i colori ufficiali della maglietta.
Parliamo di momenti e campioni sportivi? Eccone due che tanti si combattevano quanto si aiutarono.
1952 i grandi del ciclismo si riuniscono per affrontare il passo del Galibier, la salita tra le più dure previste dal Tour de France. Carlo Martini, un fotografo, scatta la foto che testimonierà la capacità e la forza di mettere da parte tutte le rivalità. Due rivali eppure così vicini nella lotta alla resistenza.
Coppi e Bartali insieme sulla stessa salita pronti ad aiutarsi con un piccolo grande gesto. La memoria collettiva ricorda che la foto fu presa di mira dai due campioni tanto da ironizzare su chi, veramente, avesse dato da bere all’altro. Ma poco importa, ciò che resta è il loro messaggio!
Nel 1954 il londinese Roger Bannister diventa il primo atleta mezzofondista a correre i 1500 mt in meno di quattro minuti. Un risultato sorpredente che gli consente, l’anno dopo, di ricevere il premio di “sportivo dell’anno” dalla prestigiosa rivista Sport Illustrated.
Questi sono alcuni dei testimoni di eventi che sono rimasti alla storia ma ce ne sono ancora tanti. Il viaggio tra momenti e campioni sportivi del nostro tempo continuerà la prossima settimana, mi raccomando seguimi!
Alla prossima!