Milva, l’intramontabile diva della musica d’autore degli anni ’60, non c’è più. Se n’è andata a 81 anni nella sua casa di via Serbelloni a Milano, circondata dai suoi affetti. Chi l’ha vissuta fino ad oggi la ricorda già offuscata nella memoria, sbiadita da un male che uccide i ricordi.
Per coloro, come me, che hanno avuto la fortuna di ammirala, rimarrà un’immagine indelebile. La foto che ho scelto non è certamente recente, ma esprime esattamente l’immagine che io ho di lei. I suoi capelli rossi, alla Rita Hayworth, lo sguardo profondo, una voce dirompente, appassionata capace di riempire la scena come pochi.
Milva, la Pantera di Goro
Bastava cambiare canale, per vederla entusiasta in ogni ruolo avesse scelto di intraprendere, un successo conquistato “a gran voce” e difeso con le unghie in un’epoca in cui altre grandi voci spopolavano in TV come Mina e Iva Zanicchi.
Cinquant’anni di carriera ininterrotta, tra i palcoscenici e i teatri di tutto il mondo. 173 gli album incisi e 15 partecipazioni a Sanremo che non la vede mai vincitrice e sul quale ebbe molto da contestare.
Gli inizi della carriera sono in qualche modo, quelli canonici. Le prime esperienze di Maria Ilva Biolcati, il suo vero nome, iniziano a 16 anni nelle balere emiliane, con il nome d’arte di Sabrina. La sua è una voce a cui non si rimane indifferente. Di lei si accorgono i talent scout dell’epoca che la introducono subito nel mondo dello spettacolo.
Dalla musica popolare al teatro, si fa notare dai grandi come Gino Bramieri, Giorgio Strelher che la guida in molte variazioni di Brecht. E poi Astor Piazzolla, Franco Battiato, Ennio Morricone ed Enzo Jannacci che per lei compone Milva la Rossa.
Un’artista a 360 gradi, dalla grande forza interpretativa capace di cantare in nove lingue diverse e calamitare l’attenzione del pubblico anche fuori dai confini italiani, dal Giappone alla Germania alla Francia che le conferiscono nel 1995 a Parigi il titolo di Ufficiale dell’Ordine delle arti e delle lettere e Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania nel 2006.
“Dopo cinquantadue anni di ininterrotta attività, migliaia di concerti e spettacoli teatrali sui palcoscenici di una buona metà del pianeta, dopo un centinaio di album incisi in almeno sette lingue diverse, ho deciso di mettere un punto fermo alla mia carriera che credo grande e unica, non solo come cantante ma come attrice ed esecutrice musicale e teatrale. Ho deciso di abbandonare definitivamente le scene e fare un passo indietro”.
Milva, l’ultimo messaggio
L’ultima intervista della cantante è stata raccolta nel luglio del 2019 dal Corriere della Sera in occasione dei suoi 80 anni. Nel maggio del 2020 invece è il mondo dello spettacolo la volerla nel video ufficiale di Domani è Primavera di Dario Gay, un progetto all star insieme a Rita Pavone, Andrea Mirò, Manuela Villa, Marco Simone, Roberta Bonanno e Aida.
Il progetto viene organizzato dopo l’esplosione della pandemia, per dare un segnale positivo. Milva sceglie di non cantare ma lascia negli ultimi fotogrammi del video un messaggio di speranza. Viene inquadrata di spalle, i capelli rossi sulle spalle e un foglio scritto tra le mani..
“Cari amici andrà tutto bene”
Vostra Milva