A trent’anni dalla morte del fratello, Maria Falcone lo ricorda, e ricorda se stessa, nel libro L’eredità di un giudice, edito da Mondadori e in collaborazione con Lara Sirignano, giornalista specializzata in cronaca giudiziaria.
Giovanni Falcone attraverso il ricordo della sorella Maria
Il 23 maggio 1992, Cosa Nostra uccise nei pressi di Capaci, facendo esplodere un tratto di autostrada con un ordigno, il giudice Giovanni Falcone, la magistrata Francesca Morvillo, moglie del giudice, e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Questo vile atto mafioso, seguito dalla strage di Via D’Amelio in cui venne ucciso il collega di Falcone, Paolo Borsellino, ha inaugurato un nefasto capitolo nella storia italiana che non può e non deve essere seppellito nelle memorie delle vecchie generazioni.
Per non dimenticare mai ciò che è successo, i nomi delle vittime e tutto quello che avevano fatto per assicurare alle generazioni future un mondo giusto, senza mafia e senza paura, il 23 maggio di ogni anno si commemora il loro ricordo.
Maria Falcone è diventata nel tempo un’attivista antimafia e si occupa di divulgazioni e di educazione alla legalità nelle scuole, nelle università e in occasione delle giornate dedicate alla legalità e alla lotta contro le mafie.
La collaborazione con Lara Sirignano nasce dal loro comune impegno nella Fondazione Falcone, fondata da Maria in memoria del fratello. Questo libro è una commemorazione della vita di entrambi i Falcone, della rabbia e della voglia di reagire e di cambiare lo status quo, la disperazione che ha seguito i tragici momenti della strage; la decisione di dedicare la propria vita alla lotta contro la mafia in Italia; e le somme di questi trent’anni di impegno sociale e di educazione alla legalità.
Questo libro è importante perché non bisogna mai dimenticare ciò che è stato. La rabbia, l’urgenza di cambiare le cose, la voglia di vivere in un Paese senza mafie e senza paura di esse sono dei sentimenti che devono essere sempre vivi nel cuore di ognuno, e questo libro apre al lettore le memorie di chi ha deciso di trasformare questi sentimenti in una prerogativa per un Paese più legale e libero, per tutti.