Caro iCrewer, ti segnalo la pubblicazione di due saggi molto interessanti distribuiti in questi giorni da Mondadori; i testi, pur se con tematiche diverse, risaltano per i contenuti preziosi e di grande attualità. L’autrice di La Bibbia scomparsa. L’incredibile viaggio di un libro è Margareth Leslie Davis. Vive in California, è ricevuto numerosi premi per aver scritto diverse biografie, tra queste ti indico quella che si
L’ultimo saggio di Margareth Leslie Davis racconta il viaggio e i passaggi di proprietà che si sono susseguiti per quattrocento anni del famoso “Numero 45” del testo religioso più straordinario e delle modalità tecniche di stampa usate da Gutemberg nel quattrocento che appaiono già precursori della civiltà moderna.
Leggiamo insieme la trama.
Il 14 ottobre 1950, senza clamore né misure di sicurezza, per via aerea, come un normale pacco postale, arriva da Londra a Los Angeles una scatola di legno contenente uno dei libri più preziosi al mondo. Nome in codice commode, «comò». Si tratta di una delle migliori copie della Bibbia stampata da Johann Gutenberg alla metà del Quattrocento e sopravvissute fino a noi, la cosiddetta Numero 45. La destinataria è Estelle Betzold Doheny. Vedova di uno degli uomini più ricchi d’America, è la prima donna collezionista ad aggiungere il libro alla sua biblioteca nonché il suo ultimo proprietario privato. Ma dalla sua creazione sono in tanti coloro che hanno cercato, acquistato, venerato la Numero 45, non solo collezionisti ma anche venditori, consulenti e studiosi. Rimasta nascosta per secoli nelle biblioteche di aristocratici e monasteri, la copia ha visto succedersi diversi proprietari in un’odissea che dall’Europa e dal primo dei suoi possessori conosciuti, il III conte di Gosford, arriva agli Stati Uniti d’America, passando per il Giappone.
Di tutt’altro genere La terra inabitabile. Una storia del futuro, il libro di David Wallace Wells, giornalista americano molto noto per i suoi articoli sul cambiamento climatico usciti sul Guardian e sul New York Times, il giornale di cui è vicedirettore. Alcune settimane fa, se ricordi, ti ho segnalato Guerra Calda, il libro che il giornalista Gerardo Greco ha scritto sul riscaldamento globale e presentato alla Mondadori di Lecce. Il libro è impostato soprattutto sugli elementi che hanno determinato il surriscaldamento globale e il futuro disastroso che questo potrebbe apportare al pianeta e all’umanità stessa. Una realtà disastrosa, negata e nascosta dall’Occidente che Wallace denuncia con forza, convinto nonostante tutto che “per quanto avvelenato, il nostro pianeta è destinato a sopravvivere, al contrario dell’umanità che ha, invece, solo la possibilità di pensare a più soluzioni per superare il problema”, a suo dire una possibilità non completamente remota.
Leggiamo di cosa si tratta.
Conosciamo già molti elementi del surriscaldamento globale: dalle cause, le emissioni di carbonio nell’atmosfera e l’inquinamento dell’aria, agli effetti, le sempre più ricorrenti crisi idriche e i limiti della produttività agricola e alimentare, l’accelerato scioglimento dei ghiacci polari, l’innalzamento del livello dei mari e il moltiplicarsi delle inondazioni lungo le coste, gli incendi disastrosi e i fenomeni temporaleschi estremi, la mutazione di alcune malattie e la loro diffusione, l’instabilità economica, i conflitti e le guerre civili per il controllo delle risorse, le conseguenti e inarrestabili migrazioni.
Basta questo per intravedere un futuro spaventoso per il pianeta e per la nostra esistenza. Un futuro di cui il giornalista David Wallace-Wells ci offre una mappa dettagliata attraverso il resoconto dei molteplici «effetti a cascata» del riscaldamento globale e delle sfide che esso comporta. Il «caleidoscopio climatico», infatti, non solo minaccia l’ordine mondiale e promette di accentuare le diseguaglianze, ma mette in discussione il nostro rapporto con la natura, il significato della tecnologia e il senso stesso del progresso umano. Lo scenario prefigurato dagli studi disponibili è sconfortante, difficile da raccontare nella sua complessità. E potrebbe anche essere peggiore, dato che sono molte le cose che ancora non sappiamo. Soprattutto rimane incerto come, e quanto rapidamente, gli esseri umani reagiranno di fronte al disastro.
Alla luce di ciò, Wallace Wells ci costringe ad affrontare le nostre responsabilità tracciando una rassegna impietosa delle illusioni e degli inganni che, soprattutto in Occidente, ci allontanano da un effettivo impegno: dalla cautela dei climatologi all’allarmismo dei media, dall’indifferenza dei politici ai proclami apocalittici dei profeti della catastrofe, dal desiderio di purificazione della wellness alle fantasie della «post-umanità» dei guru della tecnologia, dall’eco-fascismo alla fede nei miracoli della geoingegneria.
Buona Lettura!