Manie, fissazioni, tic ne hai caro iCrewer? Non dirmi di no; tutti ne abbiamo o le abbiamo avute.
Quando parliamo di fissazioni o manie, solitamente, ci riferiamo al comportamento che una persona mette in atto spesso e che per questo motivo la fa sentire tranquilla tanto da diventare routine.
Talvolta sono gesti banali, come guardarsi spesso allo specchio, mangiarsi le unghie, toccarsi i capelli, spostare gli oggetti sulla scrivania; altre volte eseguire una sequenza di azioni prima di uscire di casa, o controllare compulsivamente se la portiera della macchina è chiusa.
Manie, fissazioni, tic – I comportamenti maniacali degli italiani – Onicofagia
Non puoi immaginare quante tipologie esistono di queste nevrosi, possono essere motori, vocali o comportamentali e spesso interferiscono seriamente con la qualità di vita di una persona.
È impossibile non notarli o non ascoltarli, e all’interno di questi troviamo: la Tricotillomania un movimento che porta a toccare e strappare i capelli; l’Onicofagia il continuo mordersi e mangiare le unghie; la Coprolalia che è ripetere in modo frequente parolacce e parole irrispettose.
Ed oggi ti parlerò proprio dell’Onicofagia meglio conosciuta come il brutto vizio di mangiarsi le unghie, la cui caratteristica principale è l’incapacità di resistere alla tentazione incontrollabile di compiere un’azione potenzialmente dannosa, di solito preceduta da un sentimento di progressiva tensione, agitazione ed eccitazione poco prima di mettere in atto l’impulso a livello comportamentale.
Il più delle volte chi pratica questo vizio tende a negare o ignorare le conseguenze addirittura nei casi più gravi chi ne è affetto, oltre alle unghie, mangia anche le pellicine e le cuticole circostanti.
Comincia sin dall’adolescenza e chi è affetto da onicofagia, di norma, ha un comportamento compulsivo e ripetitivo, portare le mani alla bocca è un gesto facile, primitivo e automatico, in momenti di stress o di eccitazione, oppure, all’opposto, nei momenti di noia e di inattività.
Il problema è che le unghie sono l’ambiente ideale perchè si sviluppino i batteri e proliferino, e quindi diventa più frequente che aumentino i rischi di infezione nel corpo umano.
Alcuni ritengono che alla base del mangiarsi le unghie vi siano problemi di natura psicologica (eccessive aspettative da parte dell’ambiente familiare, problematiche all’interno dello stesso ambiente, difficoltà nel gestire i propri stati ansiosi ecc.). Il problema ha la tendenza a scomparire in modo spontaneo nel momento in cui viene meno la causa che provoca il malessere, anche se può ripresentarsi qualora il soggetto attraversi un periodo per lui particolarmente stressante.
Se per molti l’onicofagia rimane un problema, nei casi più gravi può essere necessario il ricorso a un trattamento psicoterapeutico al fine di individuare le cause alla base del disturbo e cercare di rimuoverle.
Bisogna però anche considerare che in moltissimi casi, il vizio di mangiarsi le unghie è il semplice risultato di una cattiva abitudine che si è protratta nel tempo e non vi sono altre cause sottostanti di carattere psicologico.
Il manuale che ti propongo di seguito consentirà a chi ne è afflitto di abbandonare l’onicofagia attraverso un percorso articolato in progressive fasi: prendere coscienza del problema; riconoscendo la propria dipendenza; rafforzare la motivazione a vincere l’onicofagia; elaborare un programma personale; applicare questo specifico programma
Basta mangiarsi le unghie di Bertrand Labes
“Un programma efficace per sbarazzarsi di una mania rovinosa sia sul piano estetico sia dal punto di vista psicologico. E non dimentichiamo che il 10-15 per cento della popolazione adulta è affetto da onicofagia, ovvero ha il brutto vizio di mangiarsi le unghie. Questa sgradevole abitudine non solo ci costringe ad esibire mani impresentabili, ma può anche nuocere alla salute, provocando la diffusione di malattie infettive o disturbi dentari.”
Il seguente libro, invece, ti porta alla scoperta delle angosce per capire come funzionano e da dove nascono per poi indicarti le possibili strade per venire a patti con esse e infine sconfiggerle.
Cose che pensi quando ti mangi le unghie di Amalia Andrade
“Napoleone aveva paura dei gatti, Steve Jobs aveva la fobia dei bottoni; Nicole Kidman ha paura delle farfalle, Kendall Jenner ha la fobia dei buchi. E se hanno paure e fobie loro, che sono delle superstar, chi sei tu per tirarti indietro?
Quindi via libera a tutto ciò che ti terrorizza e che non hai mai il coraggio di ammettere! Via libera alle preoccupazioni irrazionali e alle fantasie spaventose che sembrano senza fondamento!
Non vergognarti dei tuoi timori, anche dei più profondi e oscuri, delle reazioni “esagerate” a certe situazioni, perché la prima che ha paura di attraversare la strada, di prendersi l’ebola toccando la maniglia di un bagno pubblico e degli squali (anche in piscina!) è proprio l’autrice.”
Amalia Andrade di angosce ne ha tante e l’ansia è spesso la sua migliore amica, ma ci combatte quotidianamente e ha imparato a superarle, o almeno a conviverci, con grande ironia.
Con il sorriso sulle labbra e il tocco rassicurante di una brava amica, condivide con te la sua esperienza e ti guida tra gli abissi di terrori, fobie e incubi a occhi aperti.
Ciao, alla prossima