Malala. La ragazza che voleva andare a scuola esce il 27 ottobre edito da De Agostini.
L’autrice è la giornalista brasiliana Adriana Carranca che affronta un viaggio tanto emozionante quanto rischioso per visitare la famiglia, gli amici e i luoghi di Malala. Da questo viaggio ne scaturisce una splendida biografia.
Malala un’eroina dei giorni nostri, la più giovane vincitrice del premio Nobel per la pace; tramite il sui vissuto ci insegna il coraggio di lottare per i propri ideali, i suoi sono la libertà e l’importanza dell’istruzione.
Malala vive nella regione pakistana dello Swat, è la più brava della classe e ama i libri. Quando è solo una bambina, la sua vita viene sconvolta improvvisamente. Il paese cade nelle mani dei talebani, estremisti islamici che impongono rigide regole a tutti gli abitanti della valle, pena la morte. Da quel momento vengono banditi i canti, i balli e le feste. Le donne non possono più indossare abiti colorati o andare al mercato. Soprattutto, alle ragazze è vietato frequentare la scuola. Malala, però, è molto coraggiosa; suo papà Ziauddin le ha insegnato che contro le ingiustizie si può lottare ed è decisa a ribellarsi per far valere i suoi diritti e riconquistare la libertà. A undici anni, quindi, decide di usare le uniche armi di cui dispone: la penna e la parola. Apre un blog tramite il quale fa conoscere al mondo intero il dramma delle bambine dello Swat e rivendica per tutte le donne la necessità di ricevere un’istruzione. La strada che ha intrapreso non è facile e la sua vita viene gravemente messa in pericolo da un terribile attentato sullo scuolabus che la riporta a casa… Ma la sua forza e la sua determinazione saranno più forti di qualunque attacco.
Adriana Carranca nel paese di Malala
Adriana Carranca, giornalista brasiliana, ha visitato la regione di Swat e il paese di Malala poco dopo il suo attentato. In questo libro è raccontata la biografia di questa ragazza attraverso tutto quello che ha visto e le testimonianze che ha raccolto. La speranza che si può ancora cambiare il mondo.
“Tutto quello che sto per raccontare è accaduto davvero. È incredibile che sia così, ma è accaduto. Io lo so perché sono stata lì. Ho attraversato mezzo mondo con una missione: scoprire cosa fosse successo veramente a una ragazza di nome Malala Yousafzai e per quale motivo la stessero perseguitando. Ho intrapreso questa missione perché è questo che fanno i giornalisti: indagano e ficcano il naso dappertutto, seminano domande e raccolgono storie.”