J. Skull… Come sono arrivata a questo libro? Te lo racconto caro iCrewer.
Ho conosciuto Irene Catocci in ambito lavorativo e tra noi è nata una bella sintonia. Tant’è che quando l’autrice ha letto la mia recensione di Schegge di vetro mi ha contattata chiedendomi come mai non mi avesse fatto dire “wow” al termine della lettura.
Ne abbiamo parlato e poi mi ha detto: “leggi J. Skull e mi saprai dire”. Detto fatto cara Irene.
Wow… è sì, questa volta ci sta proprio.
Che peso hanno le bugie?
Per me, sono come macigni sul cuore: soffocano l’alito di respiro ancora rimasto, schiacciano perfino l’anima.
Non sono più niente, adesso.
Ho perso l’amore.
Ho perso la voglia di vivere.
Wyatt era l’unica cosa vera in questo mondo di falsi sorrisi e glitter sfavillanti e, dal momento in cui mi ha lasciato, ho scoperto il vero significato della parola “dolore”.
Mi chiamo J. Skull, e sono un pornoattore.
Da dove cominciare, direi dal genere letterario. Un m/m, quindi in genere che non leggo quasi mai, non perchè non mi piaccia ma perchè trovo che ci siano moltissimi testi proprio scadenti e mi sono imbattuta in alcuni di questi ultimamente. Ma parliamo di questo libro di Irene Catocci.
Scritto bene, scorre velocemente, lo si legge con piacere e si segue la vita di Jaydan in tutte le sue sfaccettature. Lui è il protagonista, una vita difficile, tenuta nascosta agli affetti più cari per tutelarli e tutelarsi. Descritto molto bene sia dal punto di vista fisico che caratteriale mi è molto piaciuto il modo differente in cui l’autrice lo fa interagire con la madre e il fratello rispetto al rapporto con Wyatt.
Provavo schifo per il posto in cui ero nato, per il fatto che mio padre fosse morto lasciandoci senza assicurazione sanitaria, e odiavo me stesso perchè, restando un povero ragazzo californiano, sarei rimasto seppellito sotto cumuli di macerie.
La sofferenza di Jaydan la ritroviamo subito, nelle prime pagine del libro, ed è uno stato che lo accompagna per l’anno degli eventi, è il punto su cui ruotano le vicende di tutto il romanzo. J. Skull ci racconta in prima persona la sua storia; è una vicenda piena di sofferenza, dove molte delle persone che interagiscono con lui lo portano a compiere azioni sbagliate. Una storia d’amore che porta ad un epilogo terribile, che ti tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
J. Skull: genere letterario difficile…
Il genere m/m non è sicuramente tra i più semplici da scrivere, si rischia di cadere nel volgare o in stereotipi che ritroviamo in troppi libri. Irene Catocci invece, con la sua scrittura sempre diretta, oserei dire reale in questo caso, è riuscita a farmi entrare in questo mondo di un pornoattore, ha farmi capire questo amore tanto complesso quanto grande. Trovo che scrivere d’amore non sia mai semplice ancora di più se parliamo di omosessualità, si rischia sempre di finire nel già detto e già scritto. Questo romanzo mi ha colpito proprio per il tipo di scrittura, diretta quando serve e abbastanza realistica.
Brava Irene!