L’uomo che attraversò il tempo per me
è il titolo del romanzo che ho appena terminato di leggere, scritto da Francesca Borrione, un romance dalle tinte oserei dire un po’ dark che, oltre alle altre caratteristiche, lo rendono davvero inedito e intrigante. Andiamo a scoprire perché.
Dopo aver letto un bellissimo giallo firmato Gianluca Arrighi, avevo bisogno di spezzare un po’ e di cambiare genere, e il motivo per cui ho scelto questo titolo è un po’ assurdo ma, as usual, le cose non avvengono mai per caso e devo ammettere che già questo fattore ha inciso molto su tutta l’esperienza di lettura: dunque, in questi giorni di quarantena sono uscita per alcune commissioni (di quelle “necessarie” eh…) e mentre guidavo nella strada deserta e desolata ho scattato una foto e ho pensato “mi sento molto Sarah Connor“, hai presente caro iCrewer? La protagonista di Terminator.
Ho viaggiato con la mente indietro nel tempo, ricordando i milioni di volte in cui ho guardato quei film, ché ai miei figli piccoli piacque tantissimo, e con una punta di nostalgia ho constatato quanto il tempo sia passato in fretta…
La storia cambierà – Terminator, 1985
Ti starai chiedendo cosa c’entri in tutto ciò L’uomo che attraversò il tempo per me: beh, in questo romanzo la protagonista ha una passione smodata proprio per Kyle Reeves (l’uomo che arriva dal futuro per proteggere Sarah Connor e cambiare la storia) e il titolo stesso accenna a parte di ciò che succede a Selma, l’attrice protagonista di questa storia davvero commovente e interessante. Ecco, questo libro, semplicemente, mi ha chiamata e mi è capitato tra le mani proprio nel momento in cui doveva succedere. È una cosa che non capita spesso, non con tutti i libri che leggo almeno, e quando avviene beh, non ti nego che mi dona quel brivido in più. A te succede, amico lettore?
Nelle 300 pagine di questo romance troviamo tantissimi spunti di riflessione: certo il protagonista assoluto è l’amore, che insieme all’amicizia dà un senso all’ordinarietà di una vita normale, come quella di tanti di noi, che tra un’esperienza e l’altra ci facciamo adulti, costruiamo personalità e carattere, acquisiamo consapevolezze. Selma è una giovane single e buona parte del testo racconta delle sue disquisizioni mentali, delle sue paranoie anche, di pensieri quasi ossessivo compulsivi di una mente (ma soprattutto di un cuore) sofferente e straziato da sentimenti contrastanti.
“Dovunque mi volti, è un girotondo di manichini. Bei vestiti, pettinature alla moda, tante voci confuse in un cumulo di inutili chiacchiere. Non sono attratta da questa giostra, e non voglio farne parte. Voglio farmi colpire, voglio una battuta importante, uno scambio di sguardi, un gesto inatteso. E dovunque, mi scontro nello specchio dei desideri altrui. La solitudine sembra essere la mia unica compagna, eppure non so ancora rassegnarmi ad essa.”
Stranamente la cosa non risulta pesante: l’autrice ha rischiato che il lettore si annoiasse e ritenesse eccessive tutte queste riflessioni ripetitive e incessanti della protagonista, invece è riuscita magistralmente a far percepire la pesantezza della sofferenza senza renderne la lettura altrettanto pesante. Chapeau.
Ovviamente L’uomo che attraversò il tempo per me non è soltanto questo, anzi! Dentro vi è una geniale presenza di citazioni cinematografiche che accompagna l’avventura della protagonista, il suo percorso emotivo e la sua crescita personale. Vi sono l’amicizia, l’amore, l’affetto, la resilienza e il riscatto di sé, e una miriade di sfaccettature dei sentimenti umani in cui è impossibile non identificarsi.
“È stata una giornata interminabile. Ora mi metto a letto e dormirò finché la stanchezza non si sarà riposata. In cuor mio, spero che Jason piombi in casa a notte alta e sfondi la porta a calci, proprio come Marlon Brando in Fronte del Porto, per baciarmi sfrontatamente e affermare orgogliosamente: “Tu mi ami”, sfondando così, una volta per tutte, le difese che ho innalzato per proteggermi dalla gente come lui. Farò questo sogno, nella notte, colorandolo di un irreale bianco e nero.”
E, tra tutte queste cose, Francesca Borrione è riuscita ad inserire anche un po’ di suspense e uno spruzzo di tinte dark che hanno reso questo “semplice” romanzo rosa, a parer mio, un quasi capolavoro. Dico semplice perché, in fondo, la bellezza di questa storia è nascosta anche in un semplice gesto come quello di due mani che si stringono: un gesto universale, eterno, semplice ma immenso al tempo stesso.
L’AUTRICE
Francesca Borrione, classe 1978, è ricercatrice e scrittrice: dottore di ricerca in Scienze Umane e dell’Educazione all’Università degli Studi di Perugia è impegnata anche presso la University of Rhode Island, Stati Uniti, dove studia il cinema e la letteratura italo americani. È autrice di diversi articoli accademici e quattro monografie, e dei romanzi L’uomo che attraversò il tempo per me (2013), L’amore è un rito (2013) e Il richiamo delle onde (2015).