Caro lettore, estate è quasi sempre sinonimo di vacanze al mare ma anche di escursionismo, visite naturalistiche, cicloturismo in uno dei paesaggi stupendi come quello della montagna.
La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio tempo e misura. – Paolo Cognetti, “Le otto montagne”
L’uomo è uno straordinario esemplare dotato di intelligenza che per anni, decenni e millenni ha cercato in tutti i modi di sovrastare la natura che lo circondava, non pensando mai alle conseguenze di quello che poteva portare una simile azione.
Il crollo del ghiacciaio della Marmolada, ci fa comprendere che serve una vera e propria svolta nel nostro modo non solo di vivere la vacanza, ma di interagire a stretto contatto con la natura, rispettandola e amandola.
La montagna è una grande fetta della natura in cui possiamo ricominciare a gustare la vita, assaporandola e soffermandoci ad ascoltare noi con un passo più lento e rilassato.
Ed è quello che ha scoperto la scrittrice Caterina Soffici nel libro Lontano dalla vetta Di donne felici e capre ribelli, edito dal Club Alpino Italiano e da Ponte alle Grazie. Da anni il CAI propone nella collana “Passi” una riflessione attenta sul modo di vivere la montagna.
Caterina sognava il caldo, il mare e le spiagge del Mediterraneo, quando un giorno si trova per caso in montagna, in una baita sulle Alpi a 1700 metri, in un borgo sotto il ghiacciaio del Monte Rosa.
Tutto quello che inizia a vivere e le emozioni che scaturiscono da questo viaggio confluiscono nel diario-libro di Lontano dalla vetta.
Ma andiamo a leggere meglio la trama!
La trama di Lontano dalla vetta
Senti il rumore del vento, senti che pace. Ascolta il suono dei campanacci: non è un antistress naturale?
Rimango così, a occhi chiusi, a farmi cullare dal tintinnio in questa parentesi di paradiso.
C’è chi va in montagna in cerca del midollo della vita, per sfuggire ai propri fantasmi e alle ansie metropolitane. E chi – come l’autrice – ci si trova per caso.
Sognava il caldo, il mare e le spiagge del Mediterraneo, ma un accadimento l’ha portata in una baita sulle Alpi ,a 1700 metri; in un borgo sotto il ghiacciaio del Monte Rosa.
Lì ha scoperto – grazie a un gregge di caprette, un branco di lupi, un’aquila, e alcuni personaggi che sembrano usciti da una favola– che si può condurre una vita più semplice e trovare (forse) la felicità nelle piccole cose.
Basta poco per cambiare ritmo e vivere come i cittadini hanno dimenticato: camminare, respirare, spaccare la legna, spalare la neve, fare yoga o stare semplicemente seduti su un masso caldo di sole.
Lì ha scoperto che non è necessario correre per raggiungere la cima, perché il vero scopo non è arrivare sempre più in alto, ma riappropriarsi di un tempo antico e dilatato. Più facile se lo fai con un cielo blu sopra la testa e dentro il cuore.
Blu come sono le montagne in lontananza.
Blu come le sfumature dell’acqua del mare: il colore della vastità, dell’incontenibile e del desiderio.
Un diario di montagna che è anche e soprattutto molto altro, uno sguardo intelligente, poetico, dolce, ironico e disincantato.
Caterina Soffici
Caterina Soffici, giornalista e scrittrice, è nata a Firenze. Vive tra Londra e un paese sulle Alpi della Valle d’Aosta. Ha un marito, due figlie e un cane.
È editorialista de La Stampa, collabora con TuttoLibri e altri giornali. Crede nel potere delle parole di cambiare il mondo e per questo tiene corsi di scrittura al Ministry of Stories, il laboratorio di East London per bambini e ragazzi di ambienti svantaggiati, dove si lavora sulla creatività, il racconto e la memoria.
Per Feltrinelli ha pubblicato Ma le donne no (2010), Italia yes Italia no (2014), Nessuno può fermarmi (2017) e Quello che possiedi (2021).