Che Lodovica San Guedoro fosse un’autrice fuori dagli schemi comuni, lo avevo già intuito quando ne ho letto l’ultima, in ordine di tempo, fatica letteraria che con un titolo dal chiaro riferimento poetico, S’io fossi foco, aveva attirato la mia attenzione.
Letta quella, per me, prima opera mi sono chiesta se lo stile personalissimo dell’autrice avesse, nel tempo, subito una variazione o una evoluzione com’è normale capiti nella vita letteraria di un autore, oppure se quel particolare modo di scrivere fosse semplicemente un suo marchio di riconoscimento, un qualcosa cioè che la contraddistingue nel vasto e variegato mondo degli scrittori. La lettura del libro mi ha svelato l’arcano che ha reso reale la mia seconda ipotesi: Lodovica San Guedoro ha un suo marchio di riconoscimento, non è conformabile e non lo è mai stata.
Ho scelto di leggere Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie, spinta proprio dalla curiosità di risolvere il mio personale dubbio quasi amletico e, dal momento che il libro su citato è una delle sue pubblicazioni, averlo avuto a disposizione dalla Felix Krull Edizioni che ne ha curato la pubblicazione, è stata una gradita sorpresa.
Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie di Lodovica San Guedoro, è un testo che immerge il lettore in un mondo le cui dinamiche non sono note ai più, ma solamente a chi con esso tenta di relazionarsi.
A cominciare dal titolo, Lodovica San Guedoro mette il lettore davanti al contenuto costituito da una serie di articolati e a volte pittoreschi personaggi, protagonisti di vicende non propriamente serene, tanto da essere definite “inenarrabili tribolazioni”. Vicende con le quali un’autore (di poesia o prosa) si misura, nel momento in cui si trova ad affrontare ed incontrare o forse sarebbe meglio dire scontrare, il mondo editoriale. E anche in questo caso sarebbe, forse, meglio usare il termine “casta” editoriale. Usando “casta” nell’accezione di sostantivo e non di aggettivo.
Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie. Fiori raccolti in Italia e in Europa è un libro dal titolo chilometrico, ed è anche un testo molto articolato che pur non avendo un’unica trama, ha un’unica tematica o un’unica grande tribolazione: quella di chi aspira ad essere considerato dal mondo editoriale, perché conscio e consapevole del proprio valore. Invece si ritrova a scontrarsi duramente con una realtà che ghettizza chi è fuori dal “giro” e non si uniforma a ciò che il mercato, in questo caso il mercato letterario, chiede.
Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie di Lodovica San Guedoro: una lettura non facile
Non è una lettura facile Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie: non lo è tutta l’opera di Lodovica San Guedoro che dosa la sua ampia cultura con uno stile articolato, ricco di periodo lunghi nei quali gioca sottilmente con le parole e l’ironia, tra vicende reali ed invenzioni, donando al lettore il gusto di una scrittura intelligente in cambio di una bella dose di attenzione. E ce ne vuole tanta per non perdersi nei meandri dei vari capitoli in cui si articola tutto il libro.
Li definisco capitoli in quanto confesso che non saprei in che modo chiamarli. Potrei usare il termine racconto ma non sarebbe appropriato: Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie è un diario, come la stessa autrice lo definisce, diviso in diversi episodi che assomigliano a trailers per usare un termine comprensibile, trailers che danno a chi legge l’impressione di essere immersi dentro qualcos’altro. O almeno, questa è stata l’impressione che ho avuto leggendo il libro di Lodovica San Guedoro. E devo dire anche l’unica “notina stonata” che si coglie in tutto il contesto.
Nacqui verso la fine dei tempi moderni, poco prima che i cominciasse il nuovo Medioevo, scrisse una volta Hermann Hesse. Nacqui e vissi in pieno Medioevo, mio caro, gli rispondo io…[…]
Nessuna pietà, nessuna solidarietà, nessuna comprensione per chi indica i sentieri della Bellezza. […]
Scrive così Lodovica San Guedoro nella breve introduzione a Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie. Fiori raccolti in Italia e in Europa e in poche parole racchiude tutto il significato del libro. Tutte le peripezie, la mancanza di considerazione, i combattimenti, le promesse mancate, le porte chiuse in faccia a chi si scontra con un mondo chiuso, settario, interessato non alla pura arte o poesia in senso lato, ma soltanto all’andamento del mercato o dei propri interessi.
Lodovica San Guedoro fa di Le inenarrabili tribolazioni della poesia in tempi di barbarie, un libro-denuncia, di un sistema editoriale che non mette al centro l’estro o la cultura nè tantomeno la genialità.
Cara Pina, no, questo non è il mio primo titolo, ma uno degli ultimi. E, benché la scelta dei “fiori” che lo compongono sia opera mia, raccoglie anche capitoli o frammenti di libri degli altri due autori della nostra casa editrice: Johann Lerchenwald e Carlo Maria Steiner.
Inoltre, non denuncia le malefatte solo degli editori, ma di tutto l’establishment culturale, dai giornalisti, agli opinionisti, ai premi letterari e agli scrittori al potere, a cominciare da Moravia e dalla sua corte, che negli anni settanta, con la loro raggelante indifferenza e mancanza assoluta di moralità letteraria, furono alla base del mio espatrio e di qualche tentato suicidio.
Certo, bisogna orientarsi in un simile campo fiorito: si tratta di brani, di capitoli, di atti teatrali isolati dai contesti, ma tutti parlanti e fruibili per sé, con la vividezza della loro lingua, la forza delle situazioni, l’eccezionalità dei casi, la ricchezza plastica dei dettagli e l’amorosa aderenza alla vita. E tutti uniti dallo stesso Leitmotiv… Nel complesso una lettura molto viva, intensa ed emozionante, a mio avviso.
Lodovica San Guedoro
Sicuramente una lettura interessante, espressa con uno stile, mi consenta, che può piacere o non piacere ma è senza dubbio originale.
Destabilizza un po’ la “composizione floreale”. Il potpourri è forse troppo vario. Ma la San Guedoro è identificabile per questo. E il fatto di avere un’identità precisa, non è poco.
In bocca al lupo per le future “battaglie”.
P. S. Chiedo scusa per qualche inesattezza.
Lei ha ragione, il mio stile spicca. E generalmente piace, proprio perché molto libero, spregiudicato, ludico…
Lodovica San Guedoro