Caro iCrewer, per la nostra rubrica di Lifestyle oggi ti vorrei far conoscere una donna vissuta nel XI secolo, Trotula De Ruggiero. Prima di tutto donna, ma cosa ancora più importante, Trotula era medica facente parte della Scuola Medica Salernitana.
Sono poche le notizie certe su questo personaggio, ma si cerca ancora di dare valore all’enorme contributo che questa donna ha saputo dare, riuscendo a gettare le basi per l’ostetricia e la ginecologia.
Trotula De Ruggiero e la Scuola Medica Salernitana
Trotula è vissuta intorno al secolo XI, in quella che era chiamata Opulenta Salernum, Salerno, e grazie alla posizione della sua famiglia ha potuto studiare presso la Scuola Medica Salernitana. Secondo una tradizione antica, Trotula sarebbe stata una componente della nobile famiglia normanna De Ruggiero, famosa al suo tempo per aver donato a Roberto il Guiscardo parte dei propri averi per la costruzione del Duomo di Salerno.
Era soprannominata Trota, ma si conosce anche con il nome di Trottula, Trotta, Trocta o Troctula. All’interno della Scuola Medica erano presenti anche le donne, chiamate come Mulieres Salernitane, conosciute come abili esperte nell’uso delle erbe e delle piante officinali.
Tra queste Mulieres spicca Trotula, personaggio esaltato nel 1800 da Salvatore De Renzi, medico e scrittore di origini campane (provincia di Avellino).
A Trotula si deve l’invenzione della medicina per le donne: uno dei suoi trattati scientifici, il De Mulierum passionibus, è stato identificato da H.P.Bayon come il testo che segna la data di nascita della ostetricia e ginecologia come scienza medica.
Inoltre, prima di lei, nessuno aveva attribuito tanta importanza all’igiene personale e alla prevenzione delle malattie; così come nessuno aveva mai considerato la sessualità e il piacere quali prerogative anche femminili e affermato che la scelta sessuale potesse venire inibita e negata esclusivamente dalla scelta individuale e non dalla norma collettiva.
Queste sue idee e questi studi vengono portati avanti ancora oggi e li ritroviamo negli scritti: il De passionibus (Sulle malattie delle donne), il De curis (Sulla cura delle donne), il De ornatu (Sulla cosmesi delle donne) e il Practica (La pratica secondo Trotula). E la medica salernitana ha scritto:
Siccome le donne sono per natura più fragili degli uomini, sono anche più frequentemente soggette a indisposizioni, specialmente negli organi impegnati nei compiti voluti dalla natura. Siccome tali organi sono collocati in parti intime, le donne, per pudore e per innata riservatezza, non osano rivelare a un medico maschio le sofferenze procurate da queste indisposizioni. Perciò la compassione per questa loro disgrazia e, soprattutto, la sollecitazione di una nobildonna mi hanno indotto a esaminare in modo più approfondito le indisposizioni che colpiscono più frequentemente il sesso femminile.
Un anonimo francese del XIII secolo ha scritto:
Vi dico di una donna filosofa di nome Trotula, che visse a lungo e che fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici ignoranti traggono grande autorità ed utili insegnamenti, ci svela una parte della natura delle donne. Una parte può svelarla come la provava in sé; l’altra perché, essendo donna, tutte le donne rivelavano più volentieri a lei che non a un uomo ogni loro segreto pensiero e le aprivano la loro natura.
Una donna e una medichessa che va assolutamente conosciuta. Oggi sono tanti i libri scritti in suo onore, più o meno realistici, perché si conosce ancora poco della sua vita privata, ma tantissimo dei suoi studi.
Trotula non è solo ispirazione per le giovani dottoresse e scrittori e scrittrici, ma anche di artisti. Infatti, a Salerno è possibile ammirare un gigantesco murale realizzato dall’artista Jorit per omaggiare Trotula De Ruggiero.