Non so come mai non mi sia venuto in mente prima, ma che senso ha parlare di Libri dalla Storia, senza soffermarsi un attimo sui ricordi? Dopotutto, moltissimi dei manufatti che vengono ritrovati, delle steli che sono state incise, dei poemi vergati su pergamena, dei bassorilievi scolpiti su colonne, hanno un unico scopo: ricordare, narrare alle genti del futuro le vicende dei loro avi.
Pensando ai ricordi, però, alla mente mi vengono immagini legate alla sfera personale, alla famiglia, piuttosto che ai grandi eventi (ovviamente, nulla impedisce che le due sfaccettature si accavallino, eh). Penso a lunghe serate in cui a cena si viene sommersi delle storie più disparate, dal nome dell’aereo bombardiere che, durante la Seconda guerra mondiale, sorvolava i cieli sopra al paesino in cui vivevano i miei nonni e al cui rombo bisognava correre a spegnere tutte le luci; alla finale dei mondiali di calcio (scusa, proprio non ricordo la data) che mio papà ha trovato il coraggio di guardare solamente dopo aver sentito l’esultanza del primo goal e che, alla fine, è stata una partita indimenticabile.
Per non parlare dei nostri ricordi. Quante volte facciamo un’azione, un gesto, una scelta anche spinti da qualcosa che è già avvenuto e che la nostra mente ha conservato? Se poi, anche tu, hai una scatola dei ricordi (la mia ha ancora un sacco di spazio e spero di riempirla con frammenti importanti di vita) e ti capita di aprirla ogni tanto, per il solo gusto di riprendere in mano gli oggetti, quante storie avresti da raccontare?
E poi ci sono i ricordi di altri, che possono arrivarci nei modi più disparati. Come aneddoti passati di bocca in bocca, fino a quando non li ascoltimo noi (e in quel momento, probabilmente la versione originale sarà distante mille miglia); oppure rappresentati da oggetti tramandati tra le generazioni (io ho un portagioie di mio nonno materno, in cui tengo qualche esemplare di lire – le monetine). Lettere, foto, francobolli, cartoline, telegrammi, medagliette, gioielli… davvero, potremmo continuare all’infinito.
Quante vicende si sviluppano a partire dai ricordi? Un’infinità
Siamo finalmente giunti al nostro argomento preferito: parliamo di libri – ovviamente, oggi saranno libri sui ricordi.
Quante narrazioni iniziano con un vecchio pacco di lettere ritrovare in un armadio? O con una fotografia misteriosa, che nessuno sa ricollocare nella storia familiare? Per non parlare di nomi ignoti, liste, testamenti; ci si può davvero sbizzarrire.
In questo momento, ad esempio, sto leggendo Il ricordo delle cose belle di Mary Ellen Taylor che, come lascia intuire il titolo, è completamente imperniato sullo scavare nel passato, per riportare alla luce non solo la vecchia casa che la protagonista sta ristrutturando, ma anche segreti e vicende che sono svanite negli anni.
Una caccia al passato è al centro anche di Il giardino degli incontri segreti, di Lucinda Riley. Qui la ricerca delle origini non è tanto un presagio iniziale, quanto una necessità sorta man mano che la storia prosegue. O, ancora, Il respiro dei ricordi, di Linda Bertasi; oppure Un dono prezioso di Nora Roberts.
Uno dei miei preferiti, però, è senza dubbio Finchè le stelle saranno in cielo di Kristin Harmel, storia bellissima e profonda, che mi ha commosso all’incirca dalla seconda riga, fino all’ultima parola (in senso positivo, non per la disperazione).
Di altro genere, ma sempre scaturiti da un oggetto del passato – o vari oggetti – che tornano alla luce, sono romanzi come L’ultimo ospite di Paola Barbato o L’ultimo segreto di Paganini di Davide Lazzeri. Entrambi thriller, hanno in comune la presenza di moltissimi manufatti che hanno alle spalle una storia importante, essenziali per risolvere la vicenda. Nel libro di Paola Barbato, i protagonisti sono praticamente immersi nella vita dell’anziana signora di cui, per volere degli eredi, devono inventariare la casa; mentre nel romanzo di Davide Lazzeri, il ritrovamento di un antico spartito darà il via a una serie di avvenimenti a catena, che non ti svelo.
Ovviamente, non dobbiamo dimenticare i libri che sono legati a un nostro ricordo in particolare e che occupano un posto speciale non solo nella nostra libreria, ma anche nel nostro cuore, indifferentemente dalla vicenda che raccontano. Qui la lista sarebbe davvero lunghissima, quindi è meglio tenerla per un’altra volta.
Insomma, quando si tratta di ricordi, c’è solo l’imbarazzo della scelta: possiamo decidere di rivangare i nostri, quelli dei nostri cari o di immergersi in storie che ne contengono o che ne fanno il loro tratto distintivo; l’unica cosa che conta è tenerli a mente il più a lungo possibile, perchè sono anche i ricordi a dirci chi siamo e da dove veniamo.