Continua il nostro viaggio per il mondo a cavallo dei libri e degli autori sparsi in tutti gli angoli del pianeta. Oggi atterriamo in Ciad!
Mi sembra di essere tornato ai tempi della scuola, a quando la maestra ci assegnava delle ricerche da fare ed era tutto un andare a cercare notizie e materiale in biblioteca e sulle enciclopedie, perchè devo ammettere che del Ciad non conosco veramente niente. Per fortuna oggi esiste internet e aumentare la propria conoscenza in qualunque campo è davvero un attimo e quindi, prima di iniziare a svolgere la mia ricerca su questo stato situato nel bel mezzo dell’Africa, devo ringraziare libri.iCrewplay che con questa rubrica “mondiale” mi ha obbligato e permesso di apprendere nuove nozioni che vanno ad aumentare il mio bagaglio di conoscenze personali.
Intanto bisogna sapere che il nome completo di questo stato è Repubblica del Ciad, che deve l’origine del suo nome al Lago Ciad che bagna buona parte del territorio centrale, che la capitale è N’Djamena e che le lingue ufficiali sono il francese e l’arabo.
Nei prossimi giorni in Ciad sarà festa nazionale: l’11 Agosto infatti si festeggia il Giorno dell’indipendenza dalla Francia, avvenuto nel 1960. E io già faccio voli pindarici con la fantasia immaginando grandi balli, colori, cori di vuvuzelas e gran suonare di tamburi. Deve essere bellissimo partecipare alla festa nazionale di qualsiasi paese del mondo per sentirsi davvero immersi in una nuova realtà così diversa dalla nostra. (anche se ho scoperto che lo sport nazionale in Ciad è il calcio… davvero tutto il mondo è paese!)
Ma veniamo allo scopo di questo articolo che è quello di parlare, o almeno provare a farlo, della letteratura del Ciad.
Nonostante, come detto, le due lingue ufficiali sono il francese e l’arabo, ci sono anche più di cento lingue tribali parlate che rendono davvero difficile uniformare l’aspetto letterario del paese che tra l’altro soffre di un altissimo tasso di analfabetismo. E’ forse per questo che la più importante e conosciuta forma d’arte del Ciad non è la scrittura ma la pittura del corpo o più semplicemente della mani e dei piedi. Le storie antiche di questo paese sono per lo più tramandate attraverso i racconti orali degli anziani, di generazione in generazione, ed è stato assai complicato scegliere un autore da segnalare tra la pochezza che le mie ricerche sono riuscite a sviscerare.
Dobbiamo quindi emigrare in Francia per conoscere Nimrod, pseudonimo di Nimrod Bena Djangrang che è un poeta e un romanziere nato Koyom, in Ciad, nel 1959, e che ora appunto vive in Francia dove ha insegnato all’Université de Picardie e ha diretto la rivista Aleph, Beth.
Il suo romanzo Le gambe di Alice, è stato tradotto in italiano nel 2010 da Cinzia Poli e pubblicato da Nottetempo. Nel romanzo siamo a N’Djamena, la capitale del Ciad, nel periodo in cui sta per scoppiare la guerra civile e la gente di rifugia nelle campagne. Nel bel mezzo di questo caos e di questo fuggi fuggi, un professore di francese che scappa alla ricerca di sua moglie e di sua figlia, incontra una sua alunna: Alice, oggetto delle sue più recondite e private fantasie. Alice è un po’ una Lolita africana e tra i due nasce una relazione torbida che li coinvolgerà senza possibilità di scampo.
Vi invito a leggere quotidianamente questa rubrica che ci permette di guardare con gli occhi del lettore il mondo, e in quanto a me… giro il mappamondo in attesa di mettere la bandierina nel prossimo stato che mi consentirà di far ricerche e scoprire nuove interessanti nozioni.