Terra inospitale all’ennesima potenza, il Gibuti è un fazzoletto di soli ventitremila chilometri quadrati abitato da tribù nomadi e da una modesta popolazione urbana; uno scrittore è riuscito a capovolgere la visione di questo mondo partendo proprio da qui: ecco Gli Stati Uniti D’Africa, di Abdourahman A. Waberi
Caro iCrewer, questo viaggio letterario intorno al mondo mi sta portando a conoscere luoghi e tematiche che mai avrei affrontato, e in questo caso anche incredibilmente vicine ad uno dei miei generi letterari preferiti, ovvero il distopico; con Gli Stati Uniti D’Africa (Feltrinelli, 2009) lo scrittore Abdourahman A. Waberi nato a Gibuti ci porta a vedere il planisfero in versione totalmente capovolta.
Come si evince attingendo a proprie conoscenze o da ricerche, il Gibuti è uno Stato dell’Africa orientale situato presso lo stretto di Bab el Mandeb, di fronte allo Yemen, nel cosiddetto Corno D’Africa. Tradizionale punto d’incontro fra genti di varia origine, la Repubblica di Gibuti si contraddistingue per la sua popolazione variegata, proveniente sia dalle aree interne sia dal mare, dall’Africa come da altri continenti. Questo piccolissimo Paese si caratterizza anche per la presenza di due mondi opposti: la capitale Gibuti e il resto del territorio, che è desolato, disseminato di piccoli villaggi e percorso da pastori nomadi. Divenuto indipendente nel 1977, Gibuti non è mai riuscito a staccarsi completamente dal vecchio colonizzatore, la Francia. Il suo sistema giudiziario si basa quindi sul diritto francese, ma anche sulla legge islamica e sulle consuetudini locali. La difesa del territorio è affidata alle forze armate, divise nelle tre armi tradizionali, a cui vanno aggiunte la Gendarmerie e la forza di sicurezza nazionale. L’istruzione non è obbligatoria.
E se invece la realtà non fosse questa? Se invece l’Africa fosse un potente Stato che accoglie profughi europei, gente occidentale devastata da guerre interne e povertà? Il tema dell’immigrazione, del sud e nord del mondo, del civilizzato e selvaggio, del superiore e inferiore è sempre purtroppo molto attuale. Lo scrittore Abdourahman A. Waberi ci mostra come potrebbe essere la situazione vista dalla prospettiva opposta che stiamo vivendo in questa epoca e ci permette, almeno per un attimo, di dimenticare la visione ormai tristemente accettata che alcuni Paesi debbano comandare ed altri sottostare, rendendo giustizia quantomeno all’animo umano; ecco la trama di questo racconto:
“Gli Stati Uniti d’Africa sono una ricca, moderna, evoluta e prospera federazione. Alle sue frontiere si accalcano quindi miserabili profughi, senza casa, cibo e speranza, in fuga da un’Euroamerica povera, sottosviluppata e funestata da guerre interetniche. Anche Maya ha percorso questo tragitto tempo fa. Nata in Normandia, è stata adottata da Papà Dottore, come lo chiama lei, un pediatra in missione umanitaria in Francia che l’ha ricondotta con sé ad Asmara. Allevata dalla coppia africana, benestante e compassionevole, che non le ha fatto mancare amore e istruzione, Maya è cresciuta come gli altri africani nel benessere del consumismo. Ha sofferto un po’ di essere diversa, ma ha trovato una sua strada. Arriva tuttavia il giorno in cui decide di fare un viaggio a ritroso in cerca della madre naturale e delle proprie origini. Ritrova così l’Europa e i suoi mali, in un duro periplo lontano dalla dolcezza delle coste africane, nelle terre tristi e desolate che l’hanno vista nascere. La storia di Maya, in questo mondo alla rovescia, è sviluppata come fosse un racconto orale da una voce narrante che si rivolge direttamente a lei. E grazie allo stratagemma dell’inversione di prospettiva riesce a far capire come ci si sente dall’altra parte del pianeta e come appare l’opulenta vita capitalistica agli occhi altrui, in un romanzo originale, ricco di trovate, colorito, e che fa riflettere.“
L’AUTORE
Abdourahman A. Waberi è nato nel 1965 a Gibuti da una famiglia modesta e ha lasciato il suo paese nel 1985 per proseguire gli studi in Francia, a Caen. Scrittore e professore di inglese al liceo, a partire dal 1994 ha pubblicato per le edizioni Le Serpent à Plumes due raccolte di racconti e un romanzo che costituiscono una trilogia su Gibuti. La sua ultima opera è “Aux Etats-Unis d’Afrique” (Editions Jean-Claude Lattès, 2006 – Feltrinelli 2009) e ha conosciuto un notevole successo di critica e di pubblico. I racconti e gli articoli di Waberi sono stati pubblicati da giornali e riviste sia africani che internazionali (Libération, Le Monde, Le Monde diplomatique, La Nation, Il Manifesto, Jeune Afrique, Lo Straniero, Lettre International, Grand Street, The Mail & Guardian) e in una ventina di antologie. Le sue opere sono state tradotte in otto lingue. In Italiano sono stati pubblicati: Balbala, Mietitura di teste, Transit e Gli Stati Uniti d’Africa.