Ritorna, con una nuova traduzione, grazie a Fazi Editore uno dei più bei romanzi di Elizabeth Von Arnim.
Vera
Dal 26 settembre in tutte le librerie
Un romanzo che ritrae, con tocchi di perfidia, la parabola di un amore tra due persone che può’ diventare modalità di sicura asfissia; ricordando, vagamente, le atmosfere inquietanti di Rebecca la prima moglie da cui Alfred Hichcock trasse l’omonimo film.
La sinossi:
“Una mattina d’estate del 1920 la giovane Lucy perde il padre in maniera inaspettata e a causa del tragico evento si ritrova sola e disperata, priva di ogni speranza per il futuro. È uno sconosciuto, incontrato per caso sulla soglia di casa in Cornovaglia, a destarla dal torpore che il lutto improvviso le ha causato: il legame con Everard Wemyss, quarantenne da poco rimasto vedovo, è immediato, e la condivisa afflizione per la recente perdita di una persona cara genera tra i due un’inattesa e confortante intimità. Quell’uomo che conosce appena, e che agli occhi di lei appare solido, genuino e premuroso, s’insinua nella quotidianità e nei pensieri della ragazza, afferrando con risolutezza le redini della sua vita. Ma il tanto atteso matrimonio con Wemyss sarà diverso da come Lucy aveva sognato e le mura della casa dove il marito la porterà dopo le nozze diverranno quelle di una lussuosa e tetra prigione le cui giornate sono scandite da illogici rituali, un luogo in cui Lucy non si sentirà mai davvero accolta e dove la prima moglie, Vera, morta in torbide circostanze, si rivelerà un’entità ancora presente e palpabile, capace di turbarla nel profondo.”
Elisabeth Von Arnim
Vero nome Mary Annette Beauchamp nacque a Sidney in Australia nel 1866 da una famiglia appartenente alla borghesia coloniale inglese. Subito dopo essersi trasferita in Inghilterra si dedicò allo studio e alla pratica di musica presso il Royal College of Music. Vantava una parentela illustre così come le amicizie che frequentava, tra cui Katherine Mansfield nome d’arte di Katherine Beauchamp sua cugina e futura famosa scrittrice di racconti. Si è sposata due volte. E’ stata definita “la donna più intelligente della sua epoca”. Molto prolifica nella scrittura, ottenne dal primo marito il permesso di scrivere e pubblicare i suoi romanzi a condizione che non venisse rivelata la sua identità. Le sue storie trattano per la maggior parte la condizione sociale in cui vivevano le donne del suo tempo, costrette a vivere sempre subordinate ad altri, e i temi della fuga, della solidarietà, del bisogno di indipendenza e di emancipazione femminile. Ecco alcuni titoli di quelli che sono considerati tra i più belli: Un incantevole aprile, Un’estate sola, Il circolo delle ingrate, Il giardino di Elisabeth autobiografico, La storia di Christine, e molti altri ancora. Scompare nel 1941.