Macchine Mortali: da romanzo di successo a film spettacolare
Caro lettore, ti ho già parlato di Killing Eve e di Una serie di sfortunati eventi, entrambi romanzi ormai vecchiotti che, però, stanno conoscendo un nuovo picco di popolarità. Anche Macchine Mortali non fa eccezione. Romanzo di fantascienza del 2001 aveva già ottenuto un notevole successo all’epoca, ma è proprio in questo 2019 che torna a occupare interi scaffali di tutte le librerie mondiali. Gran parte del merito è, ovviamente, dello scrittore Philip Reeve, che ha saputo non solo creare una storia originale, ricca di fascino e di mistero, ma anche raccontare di un mondo distopico, dominato dalle macchine e dalla tecnologia. Per questa nuova ondata di successo, però, bisogna ringraziare anche Christian Rivers, che è riuscito a girare un film all’altezza del libro. E non è poco.
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Il romanzo e il film
In un futuro remoto, dopo che la Guerra dei Sessanta Minuti ha quasi distrutto l’umanità e causato terribili sconvolgimenti geologici. La Terra è ormai ridotta a una landa inospitale, squassata da spaventosi sconvolgimenti geologici. Le città si sono trasformate in enormi ingranaggi mobili che vanno in giro per il mondo a caccia di altre città di cui cibarsi per sopravvivere. Ogni città di metallo è formata da più piani: ai livelli superiori si trova l’élite, mentre i più poveri sono costretti a vivere negli strati sottostanti, costantemente avvolti dai fumi di scarico della sala macchine. Quattro corporazioni reggono le sorti della città: gli Ingegneri, responsabili del funzionamento dei macchinari; i Navigatori, cui è affidato il compito di mantenere la rotta; i Mercanti, che si occupano della gestione economica; gli Storici, dediti alla conservazione dei reperti tecnologici antecedenti alla Guerra dei Sessanta Minuti. Tom, giovane Apprendista Storico di Terza Classe che lavora nel museo di Londra, una delle città più potenti, sventa fortuitamente il piano di Hester, una ragazza orribilmente sfigurata che attenta alla vita di Valentine, l’archeologo a capo della Corporazione degli Storici. Appena prima che la misteriosa ragazza precipiti nel nulla del Territorio Esterno, la regione selvaggia e desolata che si estende al di fuori delle città su ruote, Tom riesce a scoprirne l’identità e da quel momento da eroe si trasforma in preda.
Come in tutti i romanzi di fantascienza, ci si serve di mondi inventati e di futuri immaginari per parlare, e spesso criticare, la società in cui viviamo. Il mondo di Macchine Mortali è un mondo devastato dalla guerra, dove ormai vige la regola homo homini lupus e dove è possibile sopravvivere solo con la forza. Al fianco degli esseri umani, abbrutiti e incattiviti, ci sono le macchine e una tecnologia sempre più all’avanguardia e, proprio per questo, sempre più pericolosa e fuori controllo. Philip Reeve ci mette in guardia su un possibile futuro che ci attende. E se qualche lettore potrebbe sorridere, trovando esagerato questo avvertimento così catastrofico, vorrei ricordare che non sarebbe la prima volta che la fantascienza riesce a fare previsioni non così lontane dalla verità.
Il film, girato da Christian Rivers, per la prima volta dietro la telecamera, e prodotto da Peter Jackson, il regista di Lo Hobbit e de Il signore degli anelli, è sorprendente e non delude. Dato che mi occupo anche di cinema mi limito a dire che è un film tecnicamente impeccabile, con effetti visivi spettacolari e una fotografia ancora migliore e lascio qui il link per una recensione approfondita e completa: Macchine Mortali: la legge del più forte raccontata alla maniera di un moderno steampunk.
Chi è Philip Reeve?
Philip Reeve è uno scrittore e illustratore inglese, nato nel 1966. Inizia i suoi studi come illustratore prima al Cambridgeshire College of Arts and Technology e poi al Politecnico di Brighton. Prima di affermarsi professionalmente come illustratore e disegnatore di cartoni animati comincia a lavorare in una libreria di Brighton. Il successo arriva nel 2001, con il suo primo romanzo, Macchine mortali, con cui vince il premio Nestlé Smarties Book. Sono poi seguiti Freya delle Lande di Ghiaccio (2003), Infernal Devices (2005), A Darkling Plain (2006) e Fever Crumb (2009). Tutti e cinque i volumi fanno parte della saga di Macchine Mortali e ripercorrono tutta la vita dei due giovani avventurieri, Tom Natsworthy e Hester Shaw, di cui ho parlato sopra. Come tutti gli inglesi nati intorno agli anni ’60-’70, Reeve è un grande appassionato della serie di fantascienza Doctor Who, tanto che, nel 2013, ha anche scritto un romanzo: Doctor Who, The roots of evil.