Parlare, comunicare, usare le parole per comprendere e farsi comprendere: ma da dove vengono le parole? Qual’è il loro viaggio attraverso la storia del mondo? Marco Balzano prova a spiegarlo nel suo nuovo libro.
Marco Balzano, classe 1978, nato a Milano, è scrittore insegnante e Dottore di ricerca in Lettere; nel 2007 esordisce con la raccolta di poesie Particolari in controsenso, cui segue nel 2012, l’altra sua raccolta di poesie, Mezze verità; nel 2010 pubblica il primo romanzo, Il figlio del figlio, mentre nel 2015, vince il Premio Campiello con il L’ultimo arrivato. Nel 2017, si classifica secondo al Premio Strega con il romanzo Resto qui. Ultima sua fatica letteraria, nel 2019, il saggio Le parole sono importanti. Dove nascono e cosa raccontano.
Non so se succede anche a te, caro iCrewer, a me succede di chiedermi da dove arrivano le parole che normalmente usiamo per comunicare… così tanto per farti un esempio banale, ti sei mai chiesto perchè il pane si chiama pane e non sasso? Certo mi dirai che questi interrogativi non ti sfiorano neanche e che in mezzo ai mille problemi quotidiani non stai di certo a lambiccarti il cervello sul perchè il pane si chiama pane e non sasso. E hai ragione! Però, dal momento che mi stai leggendo, rifletti: non sarebbe interessante scoprire il viaggio storico ed etimologico delle parole che usiamo comunemente? Probabilmente Marco Balzano avrà avuto questa curiosità, perchè credo che tutto nasca dalla curiosità, se non ci fosse stata curiosità nel DNA dei grandi inventori, scopritori o studiosi, l’umanità sarebbe ancora ferma all’età della pietra, probabilmente.
Le parole sono importanti. Dove nascono e cosa raccontano, edizioni Einaudi, è un saggio, il cui titolo è stato ispirato all’autore dal film di Nanni Moretti, Palombella rossa, che conduce il lettore in un viaggio attraverso le parole, alla scoperta della loro etimologia e del loro uso. Marco Balzano, sottolinea che “padroneggiare le parole nella loro storicità e non possederne solamente la scorza, abbia dei vantaggi. Per esempio chi acquisisce una forma mentis etimologica, sa che attribuire a qualsiasi vocabolo un solo significato è limitativo.”
Ogni parola, secondo l’autore, ha una sua tridimensionalità che riguarda l‘uso corrente, cioè il normale uso che ne facciamo parlando, l’uso poetico, ossia le varie figure retoriche della poesia: metafora, analogia, ossimoro, ecc.. e l’archeologia della parola, cioè la sua storia, il suo passato e la sua evoluzione.
Non so se ti fa lo stesso effetto di curioso interesse che fa a me, converrai però che può essere affascinante questo viaggio attraverso le parole!