Le storie di sei donne, lontane fra loro nel tempo ma accomunate dalla passione per l’arte e la pittura e dallo stesso carattere indomito, raccontate da Elisabetta Rasy, in un libro tra arte e vita.
Ha sesso il talento? Se ripercorriamo la storia umana sembra di si. Nei secoli passati difficilmente una donna di talento riusciva a farsi spazio in un mondo dove la supremazia maschile e maschilista, le imponeva un ruolo di secondo piano e la relegava tra le pareti domestiche, al massimo dedita a lavori esclusivamente femminili ma mai competitiva con un qualsiasi uomo. Molte donne, in passato, hanno dovuto immolare i loro talenti artistici sull’altare della supremazia maschile e chi non l’ha fatto, chi ha avuto il coraggio di ribellarsi, si è trovata a combattere battaglie epiche in situazioni scomode, vittima di pregiudizi e incomprensioni.
Elisabetta Rasy, nata a Roma dove vive e lavora, ha pubblicato numerosi saggi di argomento letterario, molti dei quali dedicati alla scrittura al femminile. (Tra i suoi titoli: Memorie di una lettrice notturna, L’estranea, La scienza degli addii, L’ombra della luna e Posillipo con il quale nel 1997, ha vinto il premio Selezione Campiello). Nel suo ultimo libro, in libreria dal 19 Marzo 2019, “Le disobbedienti”, edito da Mondadori, ci racconta proprio la storia di sei donne del passato, vissute in epoche distanti fra loro con un unico punto in comune, un filo invisibile che lega i loro destini: la passione per l’arte e la pittura in particolare.
Artemisia Gentileschi, pittrice romana, vissuta a cavallo fra il Cinquecento e il Seicento; Elisabeth Vigée Le Brun, pittrice e ritrattista vissuta alla corte del Re Sole; Susan Valadon, pittrice e circense francese, vissuta nella Parigi della Belle Epoque; Berthe Morisot, pittrice impressionista francese di fine Ottocento; Frida Kahlo, pittrice messicana dei primi anni del Novecento; Charlotte Salomon, pittrice tedesca di origini ebraiche, vissuta nei tremendi anni del Nazismo e morta in un campo di concentramento: queste le protagoniste del libro, sei donne e il loro amore per la pittura, sei caratteri forti e un destino comune fatto di lotta contro pregiudizi e prepotenze.
Le disobbedienti è il titolo che già delinea il carattere delle protagoniste, la cui capacità di ribellarsi al contesto epocale a cui appartenevano, è passata alla storia ed è arrivata fino a noi grazie anche ad Elisabetta Rasy che “racconta con instancabile attenzione ai dettagli dell’intimità che disegnano un destino, la vita delle sei pittrici nella loro irriducibile singolarità. […] Tutte loro guardano negli occhi chi legge e invitano a scoprire l’audacia con cui hanno combattuto e vinto la dura battaglia per affermarsi -oltre ai divieti, gli obblighi, le incomprensioni e i pregiudizi-, cambiando per sempre con la propria opera, l’immagine e il posto della donna nel mondo dell’arte”.