Buongiorno carissimi iCrewers, oggi vogliamo segnalarvi un romanzo particolare, una storia vera per l’esattezza, scritta da una mamma che ha avuto la forza e la tenacia di lottare per il proprio bambino… Leo.
Il libro uscirà a Maggio per la casa editrice Utet e tratta della storia di Leo, un bambino irrequieto e davvero difficile da gestire e della sua mamma, Chiara Garbarino, l’autrice dell’opera che, con grande forza di volontà, è riuscita a farsi ascoltare dai medici e a farsi dare un’accurata diagnosi della malattia di cui è affetto il piccolo Leo. Il titolo del romanzo è [amazon_textlink asin=’8851162298′ text=’La felicità non sta mai ferma’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’5e031f6b-3734-11e8-a278-9fdb95ae3a1c’] e noi non vediamo l’ora di mostrarvi la trama…
“Tutti i genitori hanno numerose storie da raccontare sui disastri, piccoli o grandi, comici e meno comici, combinati dai figli piccoli: vasi infranti, brutte figure in pubblico, reazioni scomposte al parco giochi. Chiara ne ha più di tutti.
Leo si è annunciato che ancora era nella pancia: con qualche calcio ben assestato staccò la cartilagine di una costola a Chiara. E quando è uscito dalla pancia è stato subito un bambino ribelle, che non stava fermo un attimo, che non ubbidiva come gli altri bambini, che aveva reazioni imprevedibili e violente. Ma era anche un bambino dolce, intelligente, capace di dare e ricevere affetto. Come mai Leo non si calmava, come tutti (nonni, pediatri, maestre d’asilo) assicuravano che avrebbe fatto, col tempo? Perché non si riusciva in nessun modo a farlo comportare da “bravo bambino”? Come lottare contro l’opinione che andava formandosi in paese, secondo cui il bambino era un teppistello maleducato e Chiara una cattiva madre?
Per fortuna, con l’aiuto di una psicologa infantile, pian piano la situazione si è chiarita ed è emerso che Leo soffre di un disturbo dell’attenzione e di iperattività: una sindrome dai contorni ancora poco definiti, che spesso si nasconde dietro l’acronimo ADHD e di cui si sa molto poco, nelle famiglie e nelle scuole, nonostante le diagnosi si stiano in questi anni moltiplicando.
Ora Leo ha dieci anni, in paese cominciano a conoscere la sua diagnosi, a scuola hanno finalmente capito che non si trattava di maleducazione o svogliatezza, e le cose vanno meglio. Le difficoltà quotidiane sono tante, ma ora Chiara sa che il suo è un bambino speciale, più problematico degli altri, ma altrettanto intelligente, beneducato, sensibile e buono. E vuole raccontare la loro storia a tutti, perché sempre meno genitori si ritrovino smarriti di fronte a bambini difficili, sempre meno insegnanti li trattino come piccoli delinquenti, sempre meno persone li giudichino, li isolino, non li capiscano.”
Già, perché è facile giudicare senza sapere cosa si nasconde dietro a determinati comportamenti, ed è facile soprattutto per quelle persone che ignorano che dietro ad alcuni atteggiamenti possono nascondersi delle vere e proprie sindromi difficili da riconoscere. Ed è per questo motivo che la Garbarino, ha deciso di dar finalmente voce, alla frustrazione di essere giudicati da persone che non capiscono.
E vi lasciamo in trepidante attesa di un’altra importante segnalazione tra qualche ora… non andate via!!!