Tornano l’ispettore Scarapece e il commissario Improta in una nuova indagine tutta da ridere
Caro iCrewer, ecco una gustosa novità DeA Planeta che ti farà morire dalle risate: Con tanto affetto ti ammazzo di Pino Imperatore, che puoi trovare in libreria da martedì 2 aprile. Leggiamo insieme la trama:
« A Villa Roccaromana, una delle dimore marine più affascinanti di Posillipo, si festeggia il novantesimo compleanno della baronessa Elena De Flavis, la cui nobiltà d’animo è riconosciuta in tutta Napoli. L’ispettore Gianni Scapece, tra gli invitati insieme al commissario Carlo Improta, si gode la serata e la conoscenza di Naomi, incantevole nipote della padrona di casa. Tutto scorre con piacevolezza finché qualcuno decide di mettere in scena il finimondo: proprio quando un tenore attacca a cantare Nessun dorma, molti dei presenti iniziano a perdere i sensi, uno dopo l’altro. Nella gran confusione che segue, la baronessa scompare insieme al suo maggiordomo cingalese Kiribaba. Un rapimento? Un suicidio? Un tragico incidente? Il mistero prende una brutta piega quando Scapece e Improta incontrano i tre figli della baronessa, per nulla sconvolti dall’accaduto e interessati piuttosto alla spartizione dell’eredità. È l’inizio di una complicata indagine tra i rancori, le gelosie e le meschinità che a volte distruggono i legami familiari; ma per fortuna l’ispettore e il commissario saranno spalleggiati da un’altra famiglia, quella dei Vitiello e della trattoria Parthenope, fonte inesauribile di buonumore e di trovate geniali.»
Tornano l’ispettore Scarapece e il commissario Improta, sempre affiancati dalla squadra investigativa Vitiello della trattoria Pathenope, in una nuova ed esilarante indagine nella bellissima Napoli! Con tanto affetto ti ammazzerò è il nuovo e geniale colpo di Pino Imperatore, maestro indiscusso della comicità italiana, che con DeA Planeta ha pubblicato l’anno scorso il primo giallo di questa strampalata combriccola di investigatori: Aglio, olio e assassino.
Pino Imperatore – Con tanto affetto ti ammazzerò
Recensione – Opinione
di Luigia Chianese
Books Review Blogger
Mugnano di Napoli
Lunedì 15 aprile 2019
Pino Imperatore ha una caratteristica nel narrare: ed è quella di essere bravissimo nel descrivere Napoli con amore ed utilizzando un linguaggio semplice ed accessibile a tutti. Riesce a tracciare, come un pennello sulla tela, personaggi e luoghi; narrando avventure, legende e storie facendole sfumare una nell’altra come i colori in un quadro; e il quadro è Napoli con i suoi variopinti abitanti.
Questa volta, come lui stesso ha confermato durante la presentazione del libro (lunedì 08 aprile 2019 in Mugnano di Napoli) uno dei personaggi principali del libro, ovvero la baronessa De Flavis, con la sua nobiltà d’ animo, è la metafora stessa di Napoli. Nella pagina 329 si dice: <>. In fondo è ciò che è successo a Napoli nella storia durante le varie dominazioni che si sono susseguite. Come, però, dice l’autore, la De Flavis non è solo la metafora di Napoli, raccontata attraverso i sui diari, (che coprono un arco temporale dal 1947 ai giorni nostri circa) è ben altro; come si evince da pagina 340: <. Quella che ci viene presentata è una Napoli / baronessa (sono co-protagoniste) coraggiosa e camaleontica e i diari della De Flavis ci lasciano aprire dolci spunti di riflessione sulla vita personale e familiare di tutti.
Una nota che desidero aggiungere è che durante la presentazione del volume, lo stesso Imperatore, parlando della creazione e riproposizione dei personaggi, proprio sulla De Flavis, baronessa, ha ammesso che non vi è stata un “premeditazione” a renderla “metafora di Napoli” ma è stato un autentico processo in divenire. Una costruzione del personaggio che è avvenuto lentamente.Il libro si apre, infatti, con la presentazione, in elenco, dei personaggi principali, e questo è un bene perché molti dei personaggi sono i medesimi di quelli di un altro romanzo dell’ autore: Aglio olio e assassino, repeat adjuvat.
Caratteristica simile all’altro romanzo è il concetto di speranza che questa volta è tutto concentrato nella figura della nipote della baronessa, Noemi (la Italo Giapponese); lei è un autentico spiraglio di luce nel buio che spesso attanaglia i cuori della gente.
(“il male può esistere anche dove non dovrebbe esserci” Pino Imperatore.)
Questo libro è un autentico viaggio negli affetti e nella famiglia, dove la famiglia è allargata fino all’estremo; dove sono inclusi cani, vicini di casa, amici, e la città stessa. Qui abbiamo la contrapposizione di due schemi famigliari: la famiglia super allargata dei Vitiello, esempio positivo, già conosciuta nel precedente romanzo, e la famiglia, chiusa e cinica, della baronessa De Flavis, esempio negativo. Luce ed oscurità che si contrappongono come in un quadro.
Come ha confermato l’autore stesso quelle narrate sono storie inventate ma prendono spunto anche dalla realtà; lo stesso bellissimo, affascinante e talentuoso ispettore Gianni Scapece è un personaggio che nella realtà esiste davvero, non con questo nome e con tutte le caratteristiche del racconto ma è costruito e modellato su una persona vera.
Altra figura particolare, secondaria e sfiziosa del libro, è il cane Zorro. Un personaggio quasi umanizzato. Con la sua storia d’ amore e fidanzamento, con la cagnetta Bigodina, genera una storia nella storia piena di tanto buonumore.
Il testo è dotato di linguaggio semplice e diretto, colmo di esempi concreti e dinamici ed è diviso in tre parti fondamentali: Le parti comiche ed umoristiche, che danno leggerezza al racconto; l’indagine poliziesca vera e propria, condotta, secondo me, con troppo poco rispetto delle regole, ma è una simpatica scelta dell’ autore; e la terza parte: il diario della baronessa De Flavis, che è la parte riflessiva dell’ opera, che apre e chiude il romanzo. Il libro è molto buono, veramente piacevole e coinvolgente; infatti lo consiglio soprattutto a chi non ama letture troppo impegnative. E’ veramente scritto bene. Il finale è molto “romantico”, perché la giustizia del cuore prevale. A me, però, questo finale, non è piaciuto troppo; l’ho trovato arronzato e scontato, avrei voluto un colpo di scena da fuochi d’ artificio. Una dritta: se state molto ma molto attenti da pagina 5 a pagina 16 potete già intuire il … “chi potrebbe essere stato” a dipingere il bel quadretto!
Vi propongo una nota secondaria, a cui non posso fare a meno di pensare.
Avete presente il Maestro Andrea Camilleri e il suo personaggio Salvo Montalbano?
Ho Notato questo:
Camilleri: Personaggio polizia tanto di moda oggi. (Salvo Montalbano)
Imperatore: personaggio polizia tanto di moda oggi. (Gianni Scapece)
Camilleri: Ambientazione regionale: l’amata Sicilia e il mare.
Imperatore: Ambientazione regionale: l’amata Napoli e il mare.
Camilleri: Attenzione maniacale alla cucina, ai cibi e alla trattoria.
Imperatore: Trattoria Partenope e la cucina, medesima attenzione.
Camilleri: Personaggio donnaiolo: Augello
Imperatore: Personaggio donnaiolo: Scapece
Camilleri: Quasi sempre nei sui romanzi ci sono: storia principale e secondaria.
Imperatore: La storia della baronessa De Flavis come storia princiaple e le storie di: Zorro, dell’ agente Cafiero, delle due cuoche; anche qui secondaria e principale.
Camilleri: Storia d’amore “travagliata” tra il protagonista Salvo Montalbano e la sua Livia.
Imperatore: Storia d’amore “indecisa” tra il protagonista Scapece e la figlia dei Vitiello.
Camilleri: Personaggio comico: Catarella.
Imperatore: Personaggio comico, ma non troppo, il Commissario di Polizia Carlo Improta e nonno Ciccio Vitiello.
Camilleri: Linguaggio e cultura siculo italiana, decisamente meridionale, con usi e costumi del luogo, con tanto di sfruttamento delle bellezza paesaggistiche e artistiche dei luoghi.
Imperatore: linguaggio e cultura italo napoletana, decisamente meridionale, con usi e costumi del luogo, con tanto di sfruttamento delle bellezza paesaggistiche e artistiche dei luoghi.
Camilleri: Collocazione, spettacolare, della casa di Salvo Montalbano
Imperatore: Collocazione spettacolare, della casa di Scapece
Devo continuare? Per me sono un eccesso di similitudini, con un capolavoro moderno creato da Camilleri, (di cui ammetto di essere fan e di aver letto tutti e cento e passa romanzi) cosa che avevo già notato in Aglio olio e assassino.
Ai posteri l’ardua sentenza! L.Ch.
Grazie, Luigia, per questo interessante contributo =)
Recensione – Opinione
di Luigia Chianese
Books Review Blogger
Mugnano di Napoli
Lunedì 15 aprile 2019
Pino Imperatore ha una caratteristica nel narrare: ed è quella di essere bravissimo nel descrivere Napoli con amore ed utilizzando un linguaggio semplice ed accessibile a tutti. Riesce a tracciare, come un pennello sulla tela, personaggi e luoghi; narrando avventure, legende e storie facendole sfumare una nell’altra come i colori in un quadro; e il quadro è Napoli con i suoi variopinti abitanti.
Questa volta, come lui stesso ha confermato durante la presentazione del libro (lunedì 08 aprile 2019 in Mugnano di Napoli) uno dei personaggi principali del libro, ovvero la baronessa De Flavis, con la sua nobiltà d’ animo, è la metafora stessa di Napoli. Nella pagina 329 si dice: <>. In fondo è ciò che è successo a Napoli nella storia durante le varie dominazioni che si sono susseguite. Come, però, dice l’autore, la De Flavis non è solo la metafora di Napoli, raccontata attraverso i sui diari, (che coprono un arco temporale dal 1947 ai giorni nostri circa) è ben altro; come si evince da pagina 340: <. Quella che ci viene presentata è una Napoli / baronessa (sono co-protagoniste) coraggiosa e camaleontica e i diari della De Flavis ci lasciano aprire dolci spunti di riflessione sulla vita personale e familiare di tutti.
Una nota che desidero aggiungere è che durante la presentazione del volume, lo stesso Imperatore, parlando della creazione e riproposizione dei personaggi, proprio sulla De Flavis, baronessa, ha ammesso che non vi è stata un “premeditazione” a renderla “metafora di Napoli” ma è stato un autentico processo in divenire. Una costruzione del personaggio che è avvenuto lentamente.Il libro si apre, infatti, con la presentazione, in elenco, dei personaggi principali, e questo è un bene perché molti dei personaggi sono i medesimi di quelli di un altro romanzo dell’ autore: Aglio olio e assassino, repeat adjuvat.
Caratteristica simile all’altro romanzo è il concetto di speranza che questa volta è tutto concentrato nella figura della nipote della baronessa, Noemi (la Italo Giapponese); lei è un autentico spiraglio di luce nel buio che spesso attanaglia i cuori della gente.
(“il male può esistere anche dove non dovrebbe esserci” Pino Imperatore.)
Questo libro è un autentico viaggio negli affetti e nella famiglia, dove la famiglia è allargata fino all’estremo; dove sono inclusi cani, vicini di casa, amici, e la città stessa. Qui abbiamo la contrapposizione di due schemi famigliari: la famiglia super allargata dei Vitiello, esempio positivo, già conosciuta nel precedente romanzo, e la famiglia, chiusa e cinica, della baronessa De Flavis, esempio negativo. Luce ed oscurità che si contrappongono come in un quadro.
Come ha confermato l’autore stesso quelle narrate sono storie inventate ma prendono spunto anche dalla realtà; lo stesso bellissimo, affascinante e talentuoso ispettore Gianni Scapece è un personaggio che nella realtà esiste davvero, non con questo nome e con tutte le caratteristiche del racconto ma è costruito e modellato su una persona vera.
Altra figura particolare, secondaria e sfiziosa del libro, è il cane Zorro. Un personaggio quasi umanizzato. Con la sua storia d’ amore e fidanzamento, con la cagnetta Bigodina, genera una storia nella storia piena di tanto buonumore.
Il testo è dotato di linguaggio semplice e diretto, colmo di esempi concreti e dinamici ed è diviso in tre parti fondamentali: Le parti comiche ed umoristiche, che danno leggerezza al racconto; l’indagine poliziesca vera e propria, condotta, secondo me, con troppo poco rispetto delle regole, ma è una simpatica scelta dell’ autore; e la terza parte: il diario della baronessa De Flavis, che è la parte riflessiva dell’ opera, che apre e chiude il romanzo. Il libro è molto buono, veramente piacevole e coinvolgente; infatti lo consiglio soprattutto a chi non ama letture troppo impegnative. E’ veramente scritto bene. Il finale è molto “romantico”, perché la giustizia del cuore prevale. A me, però, questo finale, non è piaciuto troppo; l’ho trovato arronzato e scontato, avrei voluto un colpo di scena da fuochi d’ artificio. Una dritta: se state molto ma molto attenti da pagina 5 a pagina 16 potete già intuire il … “chi potrebbe essere stato” a dipingere il bel quadretto!
Vi propongo una nota secondaria, a cui non posso fare a meno di pensare.
Avete presente il Maestro Andrea Camilleri e il suo personaggio Salvo Montalbano?
Ho Notato questo:
Camilleri: Personaggio polizia tanto di moda oggi. (Salvo Montalbano)
Imperatore: personaggio polizia tanto di moda oggi. (Gianni Scapece)
Camilleri: Ambientazione regionale: l’amata Sicilia e il mare.
Imperatore: Ambientazione regionale: l’amata Napoli e il mare.
Camilleri: Attenzione maniacale alla cucina, ai cibi e alla trattoria.
Imperatore: Trattoria Partenope e la cucina, medesima attenzione.
Camilleri: Personaggio donnaiolo: Augello
Imperatore: Personaggio donnaiolo: Scapece
Camilleri: Quasi sempre nei sui romanzi ci sono: storia principale e secondaria.
Imperatore: La storia della baronessa De Flavis come storia princiaple e le storie di: Zorro, dell’ agente Cafiero, delle due cuoche; anche qui secondaria e principale.
Camilleri: Storia d’amore “travagliata” tra il protagonista Salvo Montalbano e la sua Livia.
Imperatore: Storia d’amore “indecisa” tra il protagonista Scapece e la figlia dei Vitiello.
Camilleri: Personaggio comico: Catarella.
Imperatore: Personaggio comico, ma non troppo, il Commissario di Polizia Carlo Improta e nonno Ciccio Vitiello.
Camilleri: Linguaggio e cultura siculo italiana, decisamente meridionale, con usi e costumi del luogo, con tanto di sfruttamento delle bellezza paesaggistiche e artistiche dei luoghi.
Imperatore: linguaggio e cultura italo napoletana, decisamente meridionale, con usi e costumi del luogo, con tanto di sfruttamento delle bellezza paesaggistiche e artistiche dei luoghi.
Camilleri: Collocazione, spettacolare, della casa di Salvo Montalbano
Imperatore: Collocazione spettacolare, della casa di Scapece
Devo continuare? Per me sono un eccesso di similitudini, con un capolavoro moderno creato da Camilleri, (di cui ammetto di essere fan e di aver letto tutti e cento e passa romanzi) cosa che avevo già notato in Aglio olio e assassino.
Ai posteri l’ardua sentenza! L.Ch.