Mia Martini, una delle voci più straordinarie del panorama musicale italiana, ci lasciava esattamente il 12 maggio del 1995, venticinque anni fa.
In queste ricorrenze, e davanti alla grandezza dell’artista in questione, sono sempre molte le iniziative che si propongono di ricordarne il talento e la carriera artistica. Anche noi, quindi, abbiamo deciso di segnalarti un libro dedicato alla straordinaria artista che ha legato il suo nome alla storia della canzone italiana, per sempre.
IO SONO MIA – IL FILM
Prima di tuffarci nel nostro amato mondo dei libri, però, permettimi di segnalarti, caro iCrewer, Io sono Mia, il bellissimo film che andrà in onda questa sera su RAI 1.
Si tratta di un film uscito lo scorso anno e già andato in onda nel mese di Febbraio 2019, diretto da Riccardo Donna e magistralmente interpretato da Serena Rossi che appunto interpreta Mia Martini.
È un gran bel film, ben fatto, che ben racconta la storia della vita travagliata dell’artista di Bagnara Calabra trasmettendo tutte le difficoltà, le cadute e le conseguenti risalite della protagonista. Serena Rossi recita benissimo e canta ancora meglio.
Non per nulla, il film è stato presentato sul Palco dell’Ariston, tanto caro a Mia, nella passata edizione del Festival di Sanremo, dove l’attrice si era esibita, in un toccante duetto con Claudio Baglioni, interpretando la splendida Almeno tu nell’universo. Canzone, che se ricorderai, è stata eseguita anche quest’anno da Tiziano Ferro che, commosso, subito dopo l’esibizione ha chiesto scusa a Mia Martini.
A conferma dell’ottima fattura del film, il grande successo ottenuto in TV al primo passaggio, come detto nel Febbraio 2019, un trionfo che l’ha reso il terzo programma più visto di tutto l’anno. Direi, quindi, un bel modo, stasera, per celebrare e onorare i venticinque anni dalla scomparsa di Mia Martini.
MIA MARTINI – QUALE LIBRO LEGGERE?
Se, come me, ritieni sia opportuno conoscere molto di più, sulla vita e sulla carriera di questa incredibile e prematuramente scomparsa artista, ecco la segnalazione di una lettura.
Si tratta di un libro uscito nel 2015, una sorta di omaggio scritto da Salvatore Coccoluto in occasione dei vent’anni dalla scomparsa. Tragico evento avvenuto all’età di soli quarantasette anni in provincia di Varese, per l’esattezza a Cardano al Campo, luogo in cui Mia Martini si era trasferita da poco per stare più vicino al padre, dopo averne riallacciati i rapporti.
In realtà, sulla sua morte, e sugli ultimi mesi della sua vita, se ne sono dette di tutti i colori. Francamente a me non piace andare a investigare su chi ha detto cosa o su dove stia la ragione. A me piace ricordare l’artista e di conseguenza la persona, per la grande quantità di emozioni che ci ha regalato cantando, anzi, fortunatamente, proprio grazie alle canzoni, ai dischi e ai filmati di repertorio, per le grandi emozioni che continuerà a regalarci.
Finisce che divago, ma come si può restare indifferenti quando si pensa a pezzi come Gli uomini non cambiano, Minuetto, La nevicata del ’56, E non finisce mica il cielo, Piccolo uomo o La costruzione di un amore?
Oppure quando si pensa alla storica e indimenticabile esibizione a Sanremo de Almeno tu nell’universo, nel 1989, avvenuta dopo anni di inattività, dovuta dal suo ritiro dalle scene avvenuto nel 1983 per colpa di quella stupida diceria che girava nell’ambiente dello spettacolo per cui si sosteneva che lei portasse sfortuna? Una diceria che le ha letteralmente rovinato la vita.
Tornando al libro, Mia Martini. Almeno tu nell’universo, edito da Imprimatur, e come detto scritto dal giornalista e critico musicale Salvatore Coccoluto, appare come una biografia che ne ritrae sia l’aspetto artistico, partendo dagli inizi e arrivando all’ultimo tour in programma prima di andarsene, sia l’aspetto personale a partire dal difficile rapporto con i familiari. Una ricostruzione che si avvale anche di importanti interviste con artisti e amici che sono sempre stati al fianco dell’artista.
A partire da Enzo Gragnaniello che, con Roberto Murolo, aveva duettato con la cantante nel brano Cu’mme, uno degli ultimi successi di Mia. Brano che testimonia il suo grande amore per la canzone napoletana e anche la sua grande passione per la squadra di calcio azzurra, tanto che la sua bara, durante la cerimonia funebre, è stata coperta da una bandiera del Napoli.
CONCLUSIONI
Mia Martini è un artista che non può e non deve essere dimenticata. Io sono sempre stupito dal grande rispetto che le riservano gli artisti contemporanei ogni volta che la ricordano o che interpretano una sua canzone.
Il fatto che il Premio della Critica del Festival di Sanremo sia stato a lei intitolato dal 1996, la dice lunga, se mai ci fosse ancora bisogno di altre prove, del grande impatto che hanno avuto la sua voce e la sua storia nella tradizione musicale italiana. Quel timbro così graffiante, intenso e così impossibile da ritrovare in qualsiasi altra artista l’ha resa davvero unica.
E dunque, celebrando i venticinque anni della sua scomparsa, non mi resta che dirle grazie, e ascoltare ancora una volta la sua emozionante voce.