Dal Podcast “Senza rossetto” al libro “Le ragazze stanno Bene”
Hei Siri, cerca “come essere femminista”
Questo è il titolo dell’episodio conclusivo della terza stagione di Senza rossetto il podcast radiofonico di Giulia Cuter e Giulia Perona, nato il 2 giugno 2016 come progetto in crowdfunding e ospitato sul network Qwerty. La data di messa in onda è a 70 anni esatti dal giorno in cui le donne italiane hanno votato per la prima volta nel referendum se repubblica o monarchia e sono state elette nell’assemblea costituente.
Ed è proprio da un dettaglio pratico di quella giornata che il podcast prende il nome, le donne si sono recate alle urne Senza Rossetto, per evitare che umettando con la saliva il sigillo della scheda elettorale, restassero tracce di rossetto che avrebbero invalidato la scheda e quindi il voto.
Il podcast “Senza rossetto”
Senza rossetto è stato creato per cercare di spiegare cosa significa essere una giovane donna oggi nel nostro paese e attraverso le 3 stagioni viene ripercorsa e tracciata un po’ tutta la storia del femminismo:
- Nella prima stagione si rivive la storia del femminismo dal 2 giugno 46, ad oggi. Una sorta di memoria storica del delle donne e di come il percorso dei movimenti femministi hanno cambiato il volto della società e lo status di donna nell’arco del ‘900.
- La seconda stagione indaga il femminismo nel presente e di cosa significa essere una ragazza nell’Italia di oggi, un movimento che di strada ne ha fatta ma è ancora ben lontana dalla concreta par condicio a livello sociale.
- La terza stagione si focalizza sulle nuove generazioni e si interroga su come crescere un figli e figlie femministi e più in generale perché tutti dovremmo essere femministi.
Il Libro “Le ragazze stanno bene”
Le creatrici e voci del podcast al femminile arrivato in finale ai Macchianera Awards, gli Oscar del web italiano, Giulia Cuter e Giulia Perona firmano il loro primo libro: Le ragazze stanno bene edito HarperCollins Italia.
Con il loro primo romanzo divulgativo scattano una fotografia “alla situazione” donna, che ritrae quello che sono le ragazze oggi e cosa non vogliono più essere. Le ragazze contemporanee sono già tante cose: imprenditrici di successo, leader carismatiche, professioniste appassionate, politiche impegnate, donne che vivono in modo indipendente il proprio corpo, il proprio lavoro, la propria situazione economica, sessuale e sentimentale. Talvolta le donne che appartengono a queste categorie, sono anche mogli, madri, fidanzate e compagne. È difficile rimanere in piedi sul filo sottile tra la piena consapevolezza della propria identità di donna e il ruolo ricoperto a livello familiare, senza ricadere in modelli sociali diffusi che non sentono più propri.
Le ragazze stanno bene è una sorta di manuale che affronta stereotipi e pregiudizi che ruotano attorno al ruolo della donna e lo fa affrontando svariati argomenti: dall’introduzione del pronome neutro “hen” in Svezia, al caso Weinstein del 2017 che ha portato l’attenzione sul consenso e dato il via a #MeToo, il movimento femminista contro le molestie sessuali e la violenza sulle donne soprattutto sul lavoro, che si è diffuso in modo virale attraverso il web. Passando per le tante “prime volte” che una ragazza vive, il mansplaning, l’ossessione delle donne per la bellezza e le molteplici forme di misoginia presenti nella nostra società.
Non è detto che le ragazze devono essere belle, magre, sempre perfette, ben educate e ben truccate e continuare ad essere anche brave padrone di casa, brave mamme, mogli presenti e fedeli, e non è d’altro canto giusto renderci complici tolleranti dello stereotipo maschile dell’uomo che non deve chiedere mai, quello che non può piangere, che deve pagare sempre la cena e deve guadagnare più della moglie per sentirsi realizzato. In pratica siamo tutti sulla stessa barca in un mare di aspettative e con questo atteggiamento molto ingiusto, per non dire inutile, tutti rinunciamo a sfruttare appieno libertà e capacità di giudizio.
La cultura nella quale cresciamo non deve essere presa così com’è, ma deve essere testata e messa alla prova nella vita quotidiana delle persone. La presunta superiorità dei maschietti sulle femminucce è una ideologia tanto radicata quanto violenta ed è basata su una mascolinità tossica. La stessa che promuove la mentalità del uomo macho, l’aggressività, la misoginia e l’uso della forza e che ha caratterizzato quasi tutta la storia del mondo.
Essere femminista non è ribaltare il predominio a ruoli inversi, è ripensare il femminismo storico e un po estremista delle ragazze arrabbiate degli anni settanta, che bruciavano i reggiseni in piazza e dall’odio facile verso i maschi, e rendere le questioni femministe argomento da gestire e affrontando un pregiudizio alla volta.
Un libro che cerca di scardinare l’intero concetto di superiorità di qualcuno su qualcun altro. Se tutti abbiamo gli stessi diritti siamo tutti più liberi, di qualunque sesso o orientamento ci sentiamo. Essere femministi, è prima di tutto parità di genere, ma soprattutto agire per un mondo migliore e più sano. Una condizione ideale di libertà che da vantaggio a tutti, per questo motivo tutti dovremmo essere femministi.
Le autrici
Giulia Cuter Ha vissuto e studiato fra Venezia, Salamanca e Torino. Laureata in Storia e Specializzata in Storytelling, oggi occupa di comunicazione nel mondo editoriale.
Giulia Perona È nata a Biella e si è Laureata in Lettere Moderne. Attualmente è social media editor per Vanity Fair Italia