Parole che guariscono, affettuose, quali parole? Mi viene subito in mente una bellissima canzone di Mina. In quel caso, ricordo perfettamente la location, lui avvolgeva lei con parole disattese, promesse mai mantenute, parole illusorie e provocanti, quelle che uccidono, non il corpo ma l’anima. Eppure voglio dare loro un significato diverso, immaginiamo di poterle cambiare, interpretarle in maniera diversa,
PAROLE PAROLE PAROLE
SOLTANTO PAROLE
PAROLE TRA NOI
Quante parole! Pensa a quante ne scorrono nel tempo, quante e con quali intenzioni la nostra mente le elabora, figlie di un pensiero che ancor prima abbiamo configurato. A volte, come un fiume in piena, le lasciamo andare, senza freni, fuggono via senza che nulla possa fermarle, ci rendiamo conto solo dopo di ciò che abbiamo svelato incautamente, il più delle volte tese ad imporre più che a comunicare. Quante parole dette e mai raccolte, finite chissà dove, trasportate dal vento dell’oblio che nulla trattiene anzi tutto dimentica.
Quante parole, parole che guariscono, vorremmo dire ma rimangono dentro di noi, chissà perché poi le cerchiamo ma il tempo è già passato. Quante volte invece fuggono via con troppo impeto, quasi fossero difficili da trattenere, vanno dritte a volte come proiettili altre invece, si liberano come una poesia d’amore nascosta gelosamente in un cassetto. Parole scritte per raggiungere sentimenti lontani, ricordi sopiti, descrivere un nuovo giorno o languidi tramonti, terre selvagge, magari per ammirare un piccolo fiore sbocciato sul balcone di casa. Le aspettiamo con ansia, quasi fossero l’antidoto a qualsiasi cosa; qualunque esse siano, l’importante è sentirle, fanno bene, ti dicono che non sei solo. Sarà davvero così? Va bene qualsiasi parola? Mi chiedo se sentire sia più facile che ascoltare o essere ascoltati. Se ci basta usare le parole o cercare di esprimere qualcosa, se “il parlare” non abbia bisogno di cambiare identità, emozionando, restituendo la parola ai banali gesti di una vita che scorre senza diagrammi, emotivamente piatta.
TRE PAROLE AFFETTUOSE ma così semplici
Voglio essere la persona più ricca di sempre”
” Vuoi diventare milionaria?
“No, voglio un abbraccio.
Parole che guariscono
Anche le parole di Pedro Chagas Freitas, l’autore di Prometto di amare, rivendicano in qualche modo, l’esigenza di desiderare qualcosa di emotivamente semplice pur se imbottigliati in un pensiero comune che di semplice non ha poi molto. Chiediamoci invece quanto possiamo sorprendere con una sola parola, quella giusta, dettata dal cuore, capace di risvegliare reazioni inattese, le più amorevoli. Non è importante quale sentimento sia stato risvegliato, che sia amore o amicizia, rispetto o stima, riconoscenza o gratitudine, qualunque sia dedichiamogli una parola, quella più sentita, che si fa ascoltare con il cuore. Corrompiamo una buona volta il nostro ego, abituato a ricevere più che a dare, le parole cambiano la prospettiva con cui guardiamo gli altri, trasformarle significa scoprire lati nuovi mai esplorati, capaci a loro volta di sorprenderci, di farci stare bene.
Dovremmo imparare dai bambini, schietti, sinceri, incontaminati, eppure ci dimentichiamo quanto il nostro esempio sia per loro fondamentale. Una parola affettuosa in momenti non sospetti li aiuta ad accettare scelte difficili, superare difficoltà, liberarli dai pensieri negativi, sono piccole ma vitali iniezioni di fiducia. Ascoltare con i bambini un audio libro come Parole dolci di Carl Norac e Claude K. Dubois potrebbe essere un dolce momento da vivere insieme magari prima di spegnare la luce.
Mi piace pensare che una sola parola possa trasformare un bambino in un adulto emotivamente responsabile, capace di esprimere senza timore i propri sentimenti. Mi rendo conto, è un aspetto difficile da affrontare, che quando si parla di caratteri e personalità tutto diventa discutibile, sta a noi capire se vale la pena aprirsi a nuove realtà o rimanere chiusi nelle proprie convinzioni. Quale momento migliore di questo per guardarci dentro, magari chiedendoci se possiamo dedicare agli altri una parola in più, probabilmente quella più scontata, quel ti voglio bene senza motivo, un semplice Come stai inaspettato, credimi, è meglio di qualsiasi medicina, se fatto con il cuore.
Le parole sono un dono eppure di loro ci sfugge il valore, le usiamo come coltelli per nascondere la nostra vulnerabilità, un labirinto di reazioni che intrappolano i sentimenti, diamo di noi una immagine che non ci appartiene, il segreto sta nell’ascoltare i piccoli messaggi quelli che ti cambiano la vita. In Parole che guariscono di Lucia Giovannini troverai tante risposte.
Ricordo un giorno di novembre, quando in attesa di tempi migliori ho deciso di trascorrere del tempo in una casa lontana dalla città, tutto sconosciuto, pacchi fin sopra i capelli e un pensiero fisso nella mente: “Ce la farò”? Immersa nei miei pensieri non ho fatto caso al suono del campanello, distrattamente ho aperto la porta e con aria interrogativa ho chiesto alla giovane donna, per me totalmente sconosciuta, cosa volesse. Non dimenticherò mai la sua risposta: Mi scusi se la disturbo, sono la signora della porta accanto, volevo solo dirle che siamo felici del suo arrivo, per qualsiasi cosa si ricordi che noi siamo qui!
Per la prima volta sono rimasta senza parole, l’ho guardata quasi fosse un alieno, ho ringraziato e chiudendo la porta, mi sono detta che da quel momento sarebbe andato tutto bene. Sono bastate le parole di una sconosciuta per capire che al di là di tutto, delle difficoltà, delle incertezze che stavo vivendo, non sarei mai stata sola.
In questa Pasqua così silenziosa e così vera, il mio augurio è che, un giorno, anche per voi ci sia uno sconosciuto alla porta, pronto a tendervi la mano.
Buone parole che guariscono e Buona Pasqua di cuore!
Grazie Doni per averci dato questo bel racconto ❤️
Le parole possono uccidere ma possono anche fare bene all’anima, come ben dici tu.
Queste tue, in questo giorno così particolare, riscaldano.