La boxe non è solo uno sport di forza e agilità; è anche una metafora della vita e una riflessione sul sogno americano. Questo è il tema esplorato da Maria Cristina Vimercati nel suo libro “Boxe”, che offre uno sguardo intenso e profondo sulla leggendaria Gleason’s Gym di New York, teatro dell’ascesa di numerosi campioni mondiali.
![boxe](https://libri.icrewplay.com/wp-content/uploads/2024/05/boxe-1024x585.webp)
Uno sguardo diverso attraverso l’obiettivo
Vimercati ci presenta uno scenario che diverge nettamente dall’immaginario comune. Le sue fotografie non sono semplici ritratti; sono esplorazioni visive che indagano il significato stesso dello sport. Con colori saturi e contrasti marcati, ogni immagine sembra muoversi, raccontando storie di lotta, di sudore e di sogno. I bianchi puri, i neri profondi e le figure che emergono quasi come apparizioni, danno vita a scatti che sono più simili a opere d’arte pittorica che a semplici fotografie.
Francesca Lavazza, dopo aver studiato alla New York Film Academy, commenta l’impatto viscerale delle opere di Vimercati:
“Si può quasi sentire il rumore dei colpi, l’odore del sudore. Le immagini assorbono completamente chi le osserva.”
La boxe nel cinema e nell’arte
Il libro include anche un saggio di Alberto Barbera, che esamina il ruolo della boxe nel cinema americano e italiano, dimostrando come questo sport sia stato una vetrina per il mito americano e un simbolo di affermazione personale. Barbera ricorda film iconici come “Toro scatenato” e “Million Dollar Baby”, sottolineando come la boxe sia spesso stata al centro di narrazioni che riflettono sulle sfide e sulle aspirazioni umane.
Oltre lo sport: un rifugio e una redenzione
Il giornalista Fausto Narducci nel libro fa notare che, nonostante la sua reputazione di sport violento, la boxe è spesso stata un mezzo per il controllo della violenza e un rifugio per molti. Da Hemingway a Bob Dylan, numerosi artisti hanno trovato nella boxe non solo ispirazione, ma anche una forma di salvezza.
L’incontro di Vimercati con la Gleason’s Gym si è rivelato un punto di svolta per l’artista, che ha immortalato non solo gli sportivi ma anche il senso di comunità e l’architettura del luogo, ora scomparso a causa della gentrificazione.
Hai mai sentito la potenza emotiva di uno scatto fotografico che ti fa quasi udire e sentire ciò che rappresenta?