La boxe non è solo uno sport di forza e agilità; è anche una metafora della vita e una riflessione sul sogno americano. Questo è il tema esplorato da Maria Cristina Vimercati nel suo libro “Boxe”, che offre uno sguardo intenso e profondo sulla leggendaria Gleason’s Gym di New York, teatro dell’ascesa di numerosi campioni mondiali.
Uno sguardo diverso attraverso l’obiettivo
Vimercati ci presenta uno scenario che diverge nettamente dall’immaginario comune. Le sue fotografie non sono semplici ritratti; sono esplorazioni visive che indagano il significato stesso dello sport. Con colori saturi e contrasti marcati, ogni immagine sembra muoversi, raccontando storie di lotta, di sudore e di sogno. I bianchi puri, i neri profondi e le figure che emergono quasi come apparizioni, danno vita a scatti che sono più simili a opere d’arte pittorica che a semplici fotografie.
Francesca Lavazza, dopo aver studiato alla New York Film Academy, commenta l’impatto viscerale delle opere di Vimercati:
“Si può quasi sentire il rumore dei colpi, l’odore del sudore. Le immagini assorbono completamente chi le osserva.”
La boxe nel cinema e nell’arte
Il libro include anche un saggio di Alberto Barbera, che esamina il ruolo della boxe nel cinema americano e italiano, dimostrando come questo sport sia stato una vetrina per il mito americano e un simbolo di affermazione personale. Barbera ricorda film iconici come “Toro scatenato” e “Million Dollar Baby”, sottolineando come la boxe sia spesso stata al centro di narrazioni che riflettono sulle sfide e sulle aspirazioni umane.
Oltre lo sport: un rifugio e una redenzione
Il giornalista Fausto Narducci nel libro fa notare che, nonostante la sua reputazione di sport violento, la boxe è spesso stata un mezzo per il controllo della violenza e un rifugio per molti. Da Hemingway a Bob Dylan, numerosi artisti hanno trovato nella boxe non solo ispirazione, ma anche una forma di salvezza.
L’incontro di Vimercati con la Gleason’s Gym si è rivelato un punto di svolta per l’artista, che ha immortalato non solo gli sportivi ma anche il senso di comunità e l’architettura del luogo, ora scomparso a causa della gentrificazione.
Hai mai sentito la potenza emotiva di uno scatto fotografico che ti fa quasi udire e sentire ciò che rappresenta?